Aerei, semi di acero, fulmini. Sono tanti e disparati i modi con i quali è possibile rappresentare l’affascinante percorso che dalla terra porta in alto fino al cielo. E’ stata questa la sfida intrapresa dagli allievi del master in Servizi educativi per il patrimonio artistico, dei musei storici e di arti visive che come ogni anno hanno chiuso il loro percorso formativo con la realizzazione di una mostra.

Sotto la guida dell’artista Mariella Bettineschi, gli studenti del master hanno declinato con mezzi e sensibilità differenti il consueto tema “Dalla terra al cielo” dando vita a un allestimento decisamente variegato. Le opere, pur essendo esercizi formativi, simulazioni, hanno prodotto infatti esiti coinvolgenti e spesso commoventi, a riprova che ragione e sentimento trovano, nella pratica artistica, un’unità meravigliosa di cui siamo originalmente costituiti.

Alverto Accetura e Florian Lüdde, per esempio, hanno prodotto, attraverso una serie di immagini fotografiche in sequenza, catturate con l’ausilio del pallone aerostatico, una narrazione che svolge una serie di relazioni tra spazio orizzontale e verticale, quello della terra dove far volare piccoli aerei e quello del cielo attraversato dai grattacieli berlinesi, nel passaggio da una presenza dell’uno alla sua sparizione. Annalisa Agape invece restituisce il viaggio poetico e metaforico dei semi di acero fotografati mentre, affidati al vento, si sollevano con i loro fragili ombrellini. Silvia Ghiazza preferisce presentare il fulmine, rovesciato in una light box, come un grande albero di luce che unisce la terra al cielo.

La mostra, realizzata con il contributo di SEA Aeroporti di Milano, Alenia Aermacchi e Agusta Westland, rimarrà aperta presso la sede di via Carducci fino al 4 dicembre.

La produzione di un allestimento rappresenta una vera e propria tradizione per questo master, giunto ormai alla sua ottava edizione. In tutti questi anni il master ha raggiunto obiettivi importanti contribuendo in modo importante alla costruzione di specifiche figure professionali così come richiesto dalle normative della Regione Lombardia del 1999 per quel che riguarda la gestione dei musei del territorio. Un adeguamento necessario anche perché in linea con le direttive europee.

Il lavoro intrapreso in questi anni è stato quello di raggiungere un’offerta formativa che bilanciasse sempre più coerentemente approcci diversificati, disciplinari e interdisciplinari, nella progettazione di mediazione del bene culturale tenendo insieme, sia l’aspetto della ricerca più generale dell’educare attraverso l’arte nella teoria e nell’esplorazione approfondita delle sue possibili applicazioni nazionali e internazionali, sia dell’imparare a progettare concretamente percorsi educativi rispetto alle differenti circostanze del vivere, della fruizione dei diversi pubblici, delle verifiche che tale lavoro comporta e soprattutto del senso cui ogni azione è rivolta. In questi sette anni si è così venuta a creare una comunità professionale, che nella sua ricchezza di profili, di approcci e di esperienze attraversate, ha permesso all’Università Cattolica di dotarsi di un Centro di ricerca per l’educazione attraverso l’arte e la mediazione del patrimonio culturale sul territorio e nei musei (CREA).