André Ndereyimana, 33 anni del Burundi, sua l'idea vincente di Dr. Startupper 2015. Nella foto insieme a Federica Ortalli e Claudio StefaniSi chiama Burundi Smallholders’s Livestock Network, l’idea vincente di Dr. Start-upper 2015, il programma per lo sviluppo di idee imprenditoriali dedicato agli studenti post-graduate dell’Università Cattolica. La “pitch session”, si è svolto il 19 marzo a Palazzo affari ai Giureconsulti di Milano, dove i dieci finalisti hanno presentato i loro progetti davanti alla giuria composta da Federica Ortalli (Camera di Commercio), Roberto Brambilla (Università Cattolica) e Claudio Stefani di Banca Popolare di Milano, nuovo partner finanziario dell’iniziativa. 

I giudici sono rimasti impressionati da “idee tutte valide e innovative”, ma hanno dovuto premiare tre progetti, quelli considerati maggiormente creativi e concreti. Al secondo e terzo posto, a pari merito, si sono classificati Federica Nuzzi con Find your beauty e il trio composto da Arianna Roda, Milena Casali e Donato Colangelo con BeLio: le due start up riceveranno 1.000 euro come contributo di avvio e una consulenza da parte della Camera di commercio di Milano.

Find your beauty è una app destinata ai consumatori di prodotti di bellezza. «Ci rivolgiamo direttamente ai brand che hanno intenzione di spendere - spiega Federica, la mente di questa idea, realizzata insieme a Cristian di Lello e Matteo Pessina  –.  La nostra app vuole aiutare il consumatore nella ricerca del prodotto perfetto». Find your beauty introduce il meccanismo degli aggregatori nel settore della cosmesi: grazie al motore di ricerca interno, permette di digitare le caratteristiche del prodotto che si desidera per ottenere tutte le proposte dei brand in vendita sul mercato italiano corrispondenti ai criteri inseriti e di valutarli in base alle recensioni degli altri utenti. Con uno sguardo anche alle imprese cosmetiche: «I brand avranno un profilo premium che offre una vetrina di prodotti, spazi pubblicitari e molto altro». 

Niente app, né aggregatori per l’altra start up classificatasi seconda, BeLio. Lo slogan è semplice: “Be natural, drink lio”. Si tratta di succhi di frutta liofilizzata destinati alle cosiddette vending machine. Come spiega Arianna, una dei tre ideatori, il mercato di riferimento è quello della distribuzione automatica, ma non solo: «Proporremo il nostro liofilizzato, totalmente naturale, senza conservanti né coloranti, ai gestori di vending». Arianna mostra un’indagine Censis secondo cui l’interesse per i prodotti naturali, bio e con basso contenuto di calorie è in costante aumento. 

Si distacca da tutte le altre proposte quella del vincitore. Si tratta di André Ndereyimana (nella foto in alto insieme a Federica Ortalli e Claudio Stefani), un 33enne originario del Burundi, ma anche marito e padre di una bambina di tre anni. Il suo progetto vincitore, Burundi Smallholders’s livestock network (guarda la presentazione), si propone di costruire una catena agroalimentare specializzata nella produzione, nella trasformazione e nella commercializzazione di alimenti di origine animale, tramite una rete capillare di produttori familiari rurali e peri-urbani. Il tutto partendo dai dintorni di Bujumbura, capitale di uno degli Stati più poveri del mondo. 

«Il nostro obiettivo per il futuro è ridurre le carenze proteiche nella popolazione del mio Paese, quindi la malnutrizione dei bambini, delle mamme allattanti e anche di quelle gravide tramite l’offerta di alimenti trasformati e che rispettino gli standard di qualità nutrizionale, sensoriale e igienico-sanitaria». André racconta che l’idea nasce da un’analisi dei bisogni nel territorio, messa a punto quando era ancora studente. 

Nato in Burundi, dove ha vissuto per 15 anni in guerra, André ha studiato agraria e tecnologie agroalimentari a Viterbo, ha lavorato nella cooperazione internazionale per 3 anni a livello delle Ong locali in Burundi per poi tornare nella città laziale e fare il consulente a distanza. Ora sta portando a termine un Phd nella scuola di dottorato Agrisystem della sede di Piacenza dell’Università Cattolica ma, con la vittoria, vuole dedicarsi anima e corpo al suo progetto. «Finalmente ci sono le prerogative per rendere reale questa azienda. Voglio partire dalla parte amministrativa, dalla creazione di uno statuto, del marchio. È un sogno che si avvera». Andrè vince 2.000 euro come contributo di avviamento e il supporto della Camera di commercio.

Tanta gioia, ma anche tanti dubbi su quello che verrà per i nuovi vincitori di Dr. Start-upper 2015. A dare qualche consiglio ci ha pensato Allegra Dami, vincitrice della scorsa edizione con il progetto Just for kids, passato da una passione ad un vero e impegnativo lavoro. «I miei consigli si basano su tre qualità che non dovete mai perdere di vista: la strategia perché anche se hai una buona idea devi essere in grado di comunicarla e svilupparla; la costanza perché avere una start up è come crescere un figlio; infine l’entusiasmo, perché il vostro progetto è la vostra creatura».