Sono raddoppiati nell’arco di un triennio, da  52 a 108, gli studenti stranieri iscritti ai master universitari nella sede milanese dell’Università Cattolica: sono il 15% del totale degli iscritti nel 2008-2009. Quest’anno il 69% degli studenti ha meno di 30 anni, quasi i 2/3 sono donne ed è aumentata la percentuale di coloro che appartengono a culture più lontane: fra gli iscritti stranieri ai master il 9% proviene dal Medio Oriente l’11% dall’estremo Oriente e il 19% dall’Africa Subsahariana, oltre al 29% del Sud America e al 33% dell’Europa.

In aumento sono, di conseguenza, anche gli alumni stranieri: gli “ex allievi” in questi anni sono arrivati a essere un numero rappresentativo e la Cattolica sta sperimentando strumenti innovativi come YouTube e Linkedin per sviluppare network che favoriscano l’attiva partecipazione alla vita dell’Università sia di coloro che sono restati in Italia (1/3 degli studenti master 2007-2008) sia di coloro che sono tornati nel proprio paese e stanno valorizzando la propria conoscenza del Made in Italy.

Sparsi fra le varie classi, gli studenti stranieri rappresentano una ricchezza poiché stimolano i colleghi italiani ad aprirsi verso altre culture e a progettare esperienze all’estero grazie alle borse di studio offerte dall’ateneo per stage presso istituzioni e aziende in tutto il mondo. In questi ultimi anni, inoltre, i docenti hanno apprezzato la qualità crescente degli studenti stranieri, come nel caso di Fernanda di Sao Paolo che ha vinto il premio come miglior studente del master Comunicazione per le industrie culturali 2007-2008.

Dati come questi sono il frutto di un processo di internazionalizzazione che l’ateneo ha intrapreso promuovendo azioni di recruiting all’estero, in particolare per i programmi postlaurea, con molteplici offerte di master in lingua straniera e con doppio titolo. Uno staff formato ad hoc ha perfezionato la gestione delle fiere internazionali per favorire gli incontri con i giovani, con 12 tappe all’anno nelle aree strategiche: America Latina, India, Cina, Russia, Turchia e Israele. Si è registrato così l’aumento quantitativo e qualitativo dei candidati ai master e ai dottorati anche grazie all'incremento della presenza su Internet, al networking istituzionale, alla visibilità delle Alte Scuole nel circuito universitario estero e all’adesione della Cattolica a progetti di promozione internazionale come quelli gestiti dal ministero degli Esteri (Invest your talent in Italy), dalla Camera di commercio di Milano (Promos) e dalla Fondazione Italia-Cina che hanno assegnato all’ateneo numerose borse di studio da destinare a giovani stranieri promettenti.

Questo lavoro deve tradursi poi nella sfida quotidiana di accompagnare i ragazzi stranieri nell’ambientamento in Italia, garantendo servizi ad hoc e strutture idonee. Il Welcome Service dell’Ufficio Master, grazie alla collaborazione di alcuni alumni stranieri, offre assistenza organizzativa su più fronti e cerca di avvicinare gli studenti all’unicità della nostra cultura, di aiutarli a cogliere le opportunità del sistema italiano: quest’anno l’offerta di assistere a un concerto di Lorin Maazel al Teatro alla Scala, o di visitare il Cenacolo vinciano, è stata colta con piacere dagli studenti stranieri e in molti hanno seguito i corsi di lingua e cultura italiana per apprezzare meglio la vita sociale e culturale milanese.

In questo contesto affermazioni degli “ex” come «il Welcome Service mi ha "regalato" una famiglia meravigliosa che mi ha ospitata fin dall'inizio del master e oggi fa parte della mia vita» o come «a dire il vero l’Italia mi manca un bel po’» o, ancora, «oggi vivo in Italia grazie ai contatti e alla formazione ricevuta e lavoro come assistente di uno dei più grandi psicologi nel mondo dello sport» non sono trovate pubblicitarie, ma esempi di vissuti che gli alumni raccontano realmente ai loro amici rendendo un servizio prezioso all’Università e al Paese che li hanno ben accolti.

Il costante aumento delle iscrizioni ai corsi postlaurea e l’affluenza di ricercatori stranieri presso le Alte Scuole costituiscono un segnale positivo che recepisce in pieno le linee di sviluppo tracciate dalla “Strategia di Lisbona” sull’Innovazione e ricerca in Europa e le attuali politiche di internazionalizzazione del sistema universitario Italiano. Nonostante la crisi degli atenei, l’Università Cattolica continua a investire in capitale umano, forte della propria vocazione e della propria cultura.