Come hai vissuto la partecipazione al percorso in Management dei processi di ricerca?

Carol: Avevo ricevuto la comunicazione relativa alla proposta di questo percorso e ne ho colto subito la rilevanza in relazione agli studi che mi accingevo ad intraprendere.

Francesco: Tramite comunicazione dell’Ufficio dottorati, insieme ad altre proposte, mi è pervenuta anche questa. Tale iniziativa si è presentata subito chiara negli obiettivi e ho deciso con piacere di coglierla come ho fatto per i corsi d’inglese e per la Summer School appena terminata. Compatibilmente con gli impegni richiesti dalla cattedra, la mia partecipazione è stata attiva.

Lorenzo: Ad essere sinceri, non sono partito con la migliore predisposizione al percorso per una serie di disguidi logistico-organizzativi. Vivo a Macerata e partire per Milano solamente per 1- 2 ore di corso è tutt’altro che “invitante” e invece, come spesso capita, vincendo pregiudizi e pigrizie, si ampliano le conoscenze. Le tematiche del Corso sono state tutte molto interessanti e arricchenti, sebbene le lezioni inerenti al copyright e alla proprietà intellettuale, a causa dei miei studi giuridici, non siano state una novità.

Quali moduli del percorso hai trovato interessanti?

Carol: Ho trovato interessante il modulo sulla Gestione dei progetti di ricerca e quello relativo al Copyright. Nel primo caso perché siamo chiamati continuamente a confrontarci con dei progetti di ricerca e nell’altro perché, benché non sempre ci si pensi, le questioni riguardanti l’uso dei materiali, devono essere note a tutte le figure coinvolte in un’attività di ricerca, a maggior ragione ai dottorandi.

Francesco: I moduli che maggiormente mi hanno interessato sono stati quelli a carattere pratico: come Refworks, che ha rappresentato una vera e propria scoperta, e quello di Metodologia di area giuridica, utile per gli aggiornamenti. Come studente dell’Ateneo avevo utilizzato le Banche Dati di area tematica, tuttavia la possibilità di vedere illustrate nuove piattaforme e nuovi servizi - tra tutti l’off-campus - è stato importante. Altrettando interessante il modulo sulle Risorse free, in particolare la sezione trasversale sui criteri: venire a conoscenza di un elemento inconfondibile di validazione dei documenti rintracciati su web come il DOI è di grande aiuto. Infine, non darei per scontate le informazioni che si traggono dal modulo sul Copyright, sebbene sia un giurista e le norme di base mi sono note, la panoramica presentata offre buoni spunti di riflessione.

Lorenzo: Tutti, in particolar modo il modulo sulla Gestione dell’elaborato di ricerca. 

Affrontare in tappe il “processo di ricerca” aiuta un dottorando?

Carol: Sì, in quanto una suddivisione in tappe ci permette di assimilare le nozioni ma allo stesso tempo permette di selezionare i moduli più utili in una determinata fase di ricerca.

Francesco: La proposta delle tappe della ricerca è funzionale e la struttura del percorso con cadenza settimanale è ben bilanciata, tenendo in considerazione anche gli altri impegni cui un dottorando deve far fronte nell’anno accademico. 

Lorenzo: Il percorso aiuta moltissimo a non disperdere le proprie “energie” nella ricerca delle fonti, nella verifica della loro affidabilità, nella realizzazione di pubblicazioni “utili”, nel tutelare e rendere proficuo il proprio lavoro. A me è servito sin da subito per ottimizzare tempo e fatica nella predisposizione della Bibliografia iniziale e nella ricerca dei vari testi mediante gli OPAC. 

Consiglieresti il percorso ai tuoi colleghi? 

Carol: Senz’altro, anzi dovrebbe essere “vivamente consigliato” in particolare ai dottorandi che cominciano il triennio di dottorato. Si potrebbero poi proporre per i dottorandi degli anni successivi dei moduli esercitativi in cui metter in pratica quanto appreso.

Francesco: Assolutamente sì, in particolar modo a chi è all’inizio della ricerca, quindi ai dottorandi del primo anno, così da avere il tempo di tradurre in buone prassi i contenuti del corso.

Lorenzo: Assolutamente sì. Dovrebbe essere obbligatorio in tutti gli atenei e in tutti i corsi di dottorato. Mi permetto però di suggerire una diversa scansione delle tematiche che potrebbero essere raccolte in una settimana di full immersion formativa. Tuttavia è ottima, nell’attuale programmazione, la collocazione oraria: si può arrivare e partire in giornata, persino a 500 Km di distanza.

Sei a conoscenza di proposte simili in altre università? 

Carol: Per quanto ne sappia, non sono a conoscenza di esperienze trasversali siffatte.

Francesco: Pur avendo discrete relazioni con colleghi di altre università, non sono venuto a conoscenza dell’esistenza di percorsi simili, ma auspico per loro che ne abbiano.

Lorenzo: Non mi pare. Conosco dottorandi di altri atenei che certe competenze hanno dovuto acquisirle “in itinere”, procedendo per tentativi ed errori, talvolta pagati a caro prezzo.