Abbiamo chiesto al professor Gianluca Pastori di commentare il primo dibattito televisivo tra il vicepresidente Mike Pence e la candidata Kamala Harris in vista delle elezioni presidenziali di novembre. La sua analisi è stata pubblicata sull'Huffington Post


di Gianluca Pastori *

Dopo le intemperanze del primo (e, a questo punto, forse unico) dibattito fra Donald Trump e Joe Biden, il confronto fra i candidati alla vicepresidenza, Mike Pence e Kamala Harris, si è mosso lungo linee molto diverse. Probabilmente, non avrebbe potuto che essere così, date le critiche bipartisan che hanno seguito l’evento della scorsa settimana e dato il profilo defilato che Pence ha scelto di adottare nei suoi quattro anni da “secondo” di Trump. Anche se nella serata non sono mancati i punti di contrasto, la dialettica si è mantenuta su toni sostanzialmente pacati, complici anche le barriere di plexiglas che – in nome delle necessità sanitarie – hanno aggiunto una dimensione anche fisica alla distanza che – sul piano politico – separa i due contendenti. Anche in questa occasione non si è trattato, tuttavia, di un bel dibattito, soprattutto se si tiene conto delle attese che lo avevano preceduto. Ancora una volta, lo spettacolo si è snodato secondo un copione già noto, con Kamala Harris all’attacco e Pence sulla difensiva, soprattutto sul delicato tema di Covid-19 e delle misure di contrasto adottate dall’amministrazione.

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* docente di Storia delle relazioni politiche fra il Nord America e l’Europa, Facoltà di Scienze Politiche e Sociali, Università Cattolica del Sacro Cuore