L’orgoglio di appartenere all’Università Cattolica non va in pensione. È da questa idea che nasce l’Associazione di docenti fuori ruolo dell’Università Cattolica, costituita lo scorso 14 luglio, di cui è presidente il professor Edoardo Teodoro Brioschi. Il senso di appartenenza costituisce un punto di forza e una componente fondamentale della realtà e dell’immagine dell’Ateneo. 

Come si è giunti alla costituzione dell’Associazione degli Scholars? «Ci siamo rifatti, innanzitutto, al modello anglosassone, ma non solo, che presenta una molteplicità di associazioni di insegnanti che hanno terminato la loro attività di docenza accademica, di cui sono dotate in particolare Università assai prestigiose. Ha giocato un ruolo importante anche l’avvicinarsi del centenario dell’Università Cattolica, che ci richiama alla molteplicità di docenti che si sono succeduti: docenti, noti non solo per le loro capacità nel campo dell’insegnamento, ma anche per le loro attività a favore del progresso di vari ambiti della società. La nascita della nostra associazione è stata comunque resa possibile grazie al sostegno del rettore Franco Anelli, che ne sarà presidente onorario».

Chi sono i vostri Scholars? «Senza dubbio la più incisiva definizione dei nostri Soci è quella fornita dallo Statuto (art. 7): “coloro che hanno terminato l’attività di docenza accademica e, riuniti dalla condivisa passione per la ricerca, intendono farsi comunità operosa e contribuire al perseguimento delle finalità dell’Università Cattolica del Sacro Cuore”. La definizione fa riferimento alla natura e al metodo di lavoro dell’Associazione che è appunto quello di agire come comunità di ricercatori, carattere sottolineato dal motto “Operosa sodalitas”».

Quali sono le principali finalità dell’Associazione? «Gli obiettivi sono di due tipi (art. 3 dello Statuto), anzitutto quella di collaborare al perseguimento delle finalità dell’Università Cattolica negli ambiti e secondo le indicazioni dell’Ateneo. La seconda finalità riguarda i membri stessi dell’associazione, cui il sodalizio si propone di offrire iniziative di promozione e di servizio, che soddisfino le loro esigenze. Dato che l’associazione è appena sorta, le aree di cui si occuperà – al di là di quelle indicate direttamente dall’Ateneo – saranno definite tenendo anzitutto conto della natura del sodalizio, che è quella di essere una comunità di ricercatori, i cui interessi appaiono fin d’ora piuttosto articolati».

Quanti sono i soci fondatori dell’associazione e come si struttura questa al suo interno? «I soci fondatori sono stati 18 con una provenienza da otto facoltà. L’associazione - che si è venuta definendo sulla base dell’esperienza di non pochi anni come Gruppo (da un primo nucleo di alcuni colleghi a una ventina circa di docenti) - si è data una struttura molto snella: al di là dell’Assemblea dei Soci, gli organi previsti sono il consiglio direttivo, il presidente, il revisore dei conti ed il collegio dei probiviri». 

Quali sono le attività ed i progetti in particolare in vista del centenario? Una delle iniziative di arricchimento dell’immagine del nostro Ateneo nella preparazione e nella prospettiva del centenario è stata costituita da una serie di incontri di presentazione in Università dei nostri “laureati celebri”, ovvero ideatori e realizzatori di imprese di straordinaria rilevanza a favore della ricerca e della società. Un’iniziativa avviata qualche anno fa con l’imprenditore immobiliare Manfredi Catella, nostro laureato della facoltà di Economia e Commercio, che ha dato un contributo particolarmente significativo al riordino urbanistico di Milano: la riqualificazione di Porta Nuova e la conseguente modifica dello skyline del capoluogo lombardo.

Altri appuntamenti? Lo scorso anno - in stretta collaborazione con il prorettore vicario e presidente di Alumni professoressa Antonella Sciarrone Alibrandi - è stata la volta di una nostra laureata della facoltà di Lettere e Filosofia, attualmente illustre docente all’Università di Oxford, Cristina Dondi, che ha avviato un progetto straordinario (basato sulla teoria che seguendo il percorso dei libri è possibile ricostruire la storia del sapere in Europa) oggetto della sua conferenza sul tema La mia ricerca sulla rivoluzione della stampa in Europa (1450-1500) e la ricostruzione del patrimonio librario italiano disperso nel mondo».

E per l’avvenire? «Interrotta a causa della pandemia da Coronavirus la serie delle presentazioni di “laureati celebri” dovrebbe continuare. Accanto a questa iniziativa – e sempre in stretta collaborazione con il prorettore vicario – si sta poi realizzando con esiti positivi un’altra attività volta a riallacciare o a consolidare il dialogo dell’Ateneo con i suoi laureati. Contando infatti sul particolare rapporto che si crea in generale tra il laureando e il professore relatore della tesi, gli Scholars hanno cominciato prima a individuare – con l’aiuto degli uffici dell’Università – i nominativi dei propri laureati, poi a contattarli e a riunirli nella comunità degli Alumni».