Un mix di competenze acquisite in università e l’apporto diretto del mondo del lavoro: questo connubio è il segreto della qualità dei master, secondo Mario Gatti, direttore della sede di Milano dell’Università Cattolica che lunedì 14 settembre ha aperto il primo evento dell’Open Week Master “Protagonisti della ripartenza”.

«Professionalità e dedizione rendono diversi e unici i nostri master dove insieme agli accademici insegnano i professionisti e entrambi tengono conto delle esigenze dei rispettivi mondi - ha precisato Gatti -. L’apprendimento nel corso di un master è un valore aggiunto rispetto a quello nell’ambito di una laurea perchè facilita percorsi e processi».

Alla tavola rotonda tutta al femminile hanno partecipato quattro professioniste e ex allieve di master dell’ateneo che si sono trovate d’accordo sull’alto valore dei corsi frequentati in Università Cattolica dal punto di osservazione della carica che oggi ricoprono.

«Il master è un regalo a se stessi, un dono per la propria crescita professionale, qualcosa che ci si porta dietro come bagaglio per sé e per la struttura presso la quale si lavora o si andrà a operare». Un interessante valutazione quella di Elena Panzera, presidente di AIDP Regione Lombardia, che ha portato la sua testimonianza. Sono tre le parole chiave che Panzera ha individuato come un piccolo vadecum da considerare nel prendere la scelta sul percorso postlaurea. La prima è il “contatto infusivo” nella vita dell’azienda, ovvero la curiosità e la capacità di cogliere i gangli vitali delle organizzazioni. La seconda è “networking”, la costante connessione con i professionisti. E la terza è “contaminazione dei saperi”, un metodo lungimirante che allarga la visione rispetto a competenze già acquisite che possono arricchire la professione.

Pienamente d’accordo è stata Marcella Del Giudice che in Cattolica ha scelto il master in “Corporate governance” dopo una laurea in Giurisprudenza proprio per ampliare il bagaglio di conoscenze e avvicinarsi a professioni diverse da quella più tradizionale dello studio legale. «Entrare in contatto con colleghi con background diversi e integrare le mie competenze giuridiche è stata un’esperienza arricchente anche a livello umano. Oggi lavoro in una agenzia di comunicazione e mi occupo di consulenza legale e grazie al master ho acquisito metodi e linguaggi fondamentali nel mondo aziendale».

Dell’universo aziendale ha parlato la terza partecipante alla tavola rotonda, Antonella Puzzo, partner di Ernst & Young, organizzazione internazionale che investe sull’innovazione e lo sviluppo. «È fondamentale  - ha dichiarato Puzzo - che l’università oggi crei una stretta collaborazione con il mondo delle imprese orientandosi sempre più verso l’innovazione e il trasferimento della conoscenza. Il mondo accademico ha ancora bisogno di adattarsi all’interdisciplinarietà aprendosi a concetti nuovi come sviluppo sostenibile, nuove malattie gestione del rischio, digitalizzazione. I percorsi post laurea rispondono pienamente a queste esigenze formative e costituiscono un acceleratore di competenze grazie al proficuo incrocio delle conoscenze dei docenti universitari e dei professionisti».

Ma quali consigli dare ai giovani laureati che desiderano proseguire gli studi ma non sempre hanno chiaro l’ambito a cui vogliono dedicarsi?

Le testimoni concordano su alcuni fattori fondamentali. L’employability è uno di questi. Come ha sottolineato Elena Panzera, è importante bilanciare le effettive possibilità di impiego dopo il master con le proprie inclinazioni.

Importante poi è considerare le opportunità fornite dal master di avere contatti stretti con il mondo del lavoro, un concetto valido anche per i percorsi di laurea che sempre più dovrebbero rendere l’università broker di conoscenza attraverso project work, stage, visite aziendali, come ha sottolineato Ismene Papageorgiu, responsabile Mster e corsi specializzanti della Cattolica, che ha moderato l’incontro.

«Il coinvolgimento delle aziende nei percorsi di master - ha specificato Puzzo - è fondamentale non solo per le testimonianze in aula della vita vissuta, ma anche e soprattutto nello sviluppo e progettazione dei contenuti, vincente se in simultanea tra azienda e accademia. Il contatto precoce con i giovani è utile per capire come sta cambiando il mondo».

Un suggerimento prezioso per la scelta è anche l’essere lungimiranti, come ha detto Antonella Puzzo, non fermarsi al “vincere facile” che è poco motivante e che magari a lungo termine non è nemmeno appagante.

Ultimi, anzi forse primi in ordine di importanza, a guidare la scelta finale dovrebbero essere la passione e l’entusiasmo per l’ambito disciplinare che il master propone. Lo hanno dichiarato le tre testimoni della tavola rotonda e l’hanno ribadito tutti gli ex allievi diplomati ai master dell’ateneo intervistati sul loro percorso universitario.