 «Gli exit poll falliscono quando gli intervistati si vergognano di dichiarare come intendono votare. Ci aspetta un lungo periodo di negoziati per definire i nuovi trattati internazionali che legheranno Ue e Regno Unito. Già da subito invece ci sarà un lungo periodo di instabilità sui mercati finanziari e valutari. E martedì la Spagna va al voto, con la possibilità che il leader di Podemos prenda la maggioranza relativa dei voti».
«Gli exit poll falliscono quando gli intervistati si vergognano di dichiarare come intendono votare. Ci aspetta un lungo periodo di negoziati per definire i nuovi trattati internazionali che legheranno Ue e Regno Unito. Già da subito invece ci sarà un lungo periodo di instabilità sui mercati finanziari e valutari. E martedì la Spagna va al voto, con la possibilità che il leader di Podemos prenda la maggioranza relativa dei voti».
È l’analisi a caldo che il professor Francesco Daveri (nella foto) - docente di Politica economica alla facoltà di Economia e Giurisprudenza della sede di Piacenza ed esponente del dipartimento di Economia e Finanza, suggerisce dopo lo shock per l’esito del voto inglese che ha decretato la vittoria nel referendum sulla Brexit e le dimissioni del premier britannico David Cameron. Un risultato inatteso, almeno dopo gli exit poll che si erano diffusi nella tarda serata di ieri, che davano il “remain” in testa, e dopo l’euforia delle borse, che avevano chiuso in rialzo.
Anche in Olanda si comincia a pensare a un referendum per uscire dalla Ue. È l'inizio della fine del sogno europeo? «L'Europa di domani non sarà quella che è stata fino a oggi. Il rischio è un effetto domino in cui altri Paesi ricchi decidano di lasciare una Ue incapace di risolvere i problemi, prima di tutto quello dei rifugiati ma anche quello delle banche».
Quali le conseguenze economico-finanziarie per UE e Italia? «Per l'Italia salirà lo spread del Btp sul Bund. Anzi è già salito di circa trenta punti, da 135 a 165. Per ora un effetto contenuto. Ma se vince Podemos in Spagna le cose andranno peggio».
Chi risentirà di più gli effetti del “leave”: imprese e piccoli risparmiatori? Cosa ne sarà dei nostri risparmi? «In questi momenti è meglio non vendere perché si rischia di capitalizzare tutte le perdite. Di buono c'è che l'euro è un bene rifugio nei confronti di una sterlina che si deprezzerà. E questo contribuirà a difendere in mezzo alla tempesta il valore dei nostri risparmi».

 
                
            
                    

