Le sfide manageriali e professionali nell’epoca del post Covid 19 sono state al centro del terzo webinar #SmartPlacement del 14 luglio che, coordinato dal direttore della funzione stage e placement Mauro Balordi, ha visto il coinvolgimento di Cristian Camisa, alumno dell’Università Cattolica, vice presidente nazionale di Confapi e presidente di Confapi industria Piacenza, di Daniele Fornari, docente di Marketing e direttore del centro di ricerca REM Lab dell’Università Cattolica e di Francesco Rolleri, presidente di Confindustria Piacenza.

Il primo stimolo arriva da una recente dichiarazione di Vittorio Colao - «Per quanto sia stata una disgrazia, il virus ha consentito al Paese di raggiungere in pochi mesi uno sviluppo digitale che altrimenti avrebbe raggiunto in 5 anni» - a cui Cristian Camisa ha replicato sottolineando che uno dei problemi endemici dell’Italia è l’assenza di una visione univoca «delle 275 pagine emerse dal lavoro della commissione Colao, gran parte è stato riposto in un cassetto. Serve una vera politica industriale del Paese, che fissi gli obiettivi prioritari e che punti all’innovazione». 

Il gap da colmare è importante se si considera che l’indice di digitalizzazione di economia e società pone l’Italia al 25esimo posto su 28 paesi Europei. Per cui «Il lockdown è stato utile perché ha orientato alla digitalizzazione molti imprenditori poco propensi all’innovazione. Ma il problema di fondo è una classe imprenditoriale con età media elevata e poco propensa al cambiamento e un approccio culturale della politica a cui manca una visione, un piano bipartisan che investa sull’innovazione». 

Un richiamo alla solidarietà europea è arrivato da Francesco Rolleri, che ha ricordato le sfide più importanti che l’Italia ha davanti a sé: «Lo Stato ha un ruolo fondamentale, ma da solo può far poco. Dobbiamo guardare all’Europa per affrontare temi epocali come quelli in cui siamo immersi: le prossime decisioni sulla distribuzione dei fondi e sul loro impiego segneranno lo spartiacque tra un consolidamento dell’identità europea o l’inizio della fine del sogno europeo». Forte la sottolineatura di Rolleri sul ruolo centrale dell’impresa, attorno cui si sviluppa l’economia: «gli imprenditori devono ripartire dalla testa e dalle braccia: l’Italia è un grande paese costruito con creatività, determinazione e coraggio, una delle maggiori economie al mondo nonostante sia priva di materie prime».

Sul futuro del lavoro si è concentrato l’intervento di Daniele Fornari: «è evidente che lo sviluppo delle tecnologie digitali generi saldi positivi occupazionali per il capitale umano qualificato; inoltre la digitalizzazione delle imprese sta stimolando il passaggio generazionale e l’attrazione dei talenti. Il consiglio che possiamo dare ai giovani è di fare scelte formative consapevoli, frequentando l’università in maniera attiva, non focalizzandosi esclusivamente sulle performance. E poi bisogna stare al passo, aggiornarsi costantemente sui cambiamenti, in modo da sviluppare un valore molto importante nel definire il talento manageriale: la visione, che consente di adattarsi e di essere flessibili».

In un contesto in cui il 14% delle attività lavorative sparirà nei prossimi anni, il 32% cambierà radicalmente e oltre la metà dei lavori disponibili fra 10 anni sono oggi sconosciuti. 

«La visione è la chiave di successo. Volare alto, agire con ambizione, lavorare sulle idee: è questo che serve alla classe dirigente del futuro. Solo così si uscirà dalle sabbie mobili e saremo pronti ad affrontare un cambiamento epocale» ha sottolineato Camisa soffermandosi sull’importanza di considerare il lavoro come un valore. 

Se non basta più essere resilienti e adattarsi al cambiamento, ma è necessario essere antifragili, capaci di trarre vantaggio dagli imprevisti, occorre abbandonare gli schemi tradizionali nei processi decisionali e responsabilizzare maggiormente i team di lavoro.

«Bisogna partire dalla cultura del dato, da elaborare e condividere per fare scelte orientate agli obiettivi dell’azienda. Senza dimenticare la sinergia tra aziende, la necessità di creare network, trovando strategie condivise per affrontare nuovi mercati», ha sottolineato Rolleri, convinto che un periodo di grande difficoltà possa diventare un’occasione di crescita.

Anche per questo ieri, alle prime lauree in presenza dopo il lockdown Fornari ha detto ai neodottori di «guardare con fiducia al futuro. Sono ricominciati i processi di selezione nelle aziende, che oggi hanno bisogno di giovani talenti capaci di vedere le cose in modo nuovo, giovani dotati di particolari soft skills quali la capacità di lavorare in team, la creatività, il pensiero critico, la propensione al problem solving, l’adattamento ai cambiamenti. In sintesi, servono giovani proattivi, capaci di uscire dalla propria safe area e dotati di un progetto di carriera». È d’accordo Camisa - «Ragazzi, abbiamo bisogno di voi» - che, sullo smart working ha affermato: «porterà a una maggiore responsabilizzazione, a una riorganizzazione del lavoro basata su progetti. Ma non è la soluzione per tutto».