«I Megaprogetti, data la loro estrema complessità, hanno la tendenza a non essere mai completati nei tempi corretti e a rispettare il budget. Non per questo possono ritenersi un insuccesso».

A spiegarlo Franca Cantoni, docente della facoltà di Economia e Giurisprudenza e referente del progetto Merit insieme a Edoardo Favari di Value Gruop: «Un Megaprogetto - prosegue Cantoni - può dirsi riuscito quando ha un impatto positivo su una molteplicità di interessi e sulla comunità. Il rispetto del budget e il tempo sono importanti, ma sarebbe limitante prendere in considerazione solo questi due elementi per valutare il successo o l’insuccesso di un’opera di grandi dimensioni».

Quest’anno l’edizione online del MeRIT Worskhop ha dato ai partecipanti l'opportunità di discutere su diversi argomenti riguardanti i Megaprogetti, dal soggetto giuridico alle nuove tecnologie che possono aiutare la governance delle Grandi Opere. Si tratta di un management prospettico oggi indispensabile per competenze specifiche sempre più richieste per il successo delle aziende che operano per commesse.

Il “fil rouge” che ha legato la maggior parte degli interventi della giornata di studio è stata la Sostenibilità 3P (pianeta, persone, profitto), considerata a tutti gli effetti la chiave di volta per la gestione dei megaprogetti.

I Megaprogetti, indicati in letteratura anche come Grandi Progetti di Ingegneria (LEP) o Grandi Progetti, sono generalmente quelle iniziative di investimento su larga scala del valore di 1 miliardo di €/$ o più, e si caratterizzano per evidenziare problemi simili a prescindere dal paese in cui vengono implementati  i lavori e dal settore a cui appartengono. Esempi recenti di Megaprogetto sono grandi investimenti infrastrutturali come ferrovie ad alta velocità,  ponti, grandi dighe e opere idrauliche come il progetto Mose a Venezia, attività spaziali come il progetto Ariane 6 o anche grandi eventi come i Giochi Olimpici.

I lavori dei relatori presentati durante il workshop hanno messo in luce gli aspetti economici, sociologici, organizzativi e legali. Alcune presentazioni hanno riportato casi pratici e prove empiriche mentre altre hanno descritto e argomentano le migliori pratiche da seguire. La presentazione di Kathrin Köster dell'Università di Economia e Commercio di Vienna (Austria) ha approfondito il tema della leadership per meglio gestire megaprogetti complessi, Gilbert Silvius LOI dell'Università di scienze applicate (Paesi Bassi) ha esposto un’analisi sull’importanza del fattore umano nella gestione dei progetti sostenibili e Donald Lessard di la Sloan School of Management del MIT (USA) si è soffermato sulla ridefinizione del concetto di successo e di fallimento del grande progetto e l’importanza della collaborazione multi-prospettica.

Anche se negli ultimi vent'anni sono state sviluppate diverse ricerche e approcci su questo argomento il dibattito è sempre acceso, e ciò che è chiaro a tutti i ricercatori ed esperti di questo campo è che un approccio di gestione tradizionale-lineare non è sufficiente. È necessario capire quali sono i parametri adeguati che ne sanciscono il successo ovvero il valore effettivo che le opere realizzate hanno per la comunità e per gli utilizzatori.