«La tecnologia è uno strumento in più a disposizione dell’allenatore, e gli permette attraverso algoritmi matematici di ottimizzare il proprio lavoro» afferma Mauro Berruto, ex tecnico della Nazionale maschile di pallavolo. L’evento “Lo Sport oltre lo Sport, il dado è tratto. Atleti e tecnologia”, organizzato da il Foglio Sportivo e promosso da Cattolicaper lo Sport, ha riunito in Università Cattolica alcuni tra i volti più noti del panorama sportivo italiano: da ex atleti fino a giornalisti e dirigenti per analizzare quanto le tecnologie possano influenzare le competizioni sportive.

Ma l’allenatore può essere anche virtuale. Il responsabile editoriale della Lega Serie A Lorenzo Dallari ha mostrato alla platea la nuova tecnologia del Virtual Coach, software già presentato a Barcellona qualche mese fa e che permetterà agli allenatori di Serie A di analizzare in tempo reale la partita. A spiegare nel dettaglio la nuova tecnologia tutta italiana sono saliti sul palco Ottavio Crivaro, Ceo di Math&Sport, società che ha ideato e sviluppato il nuovo programma, e Adriano Bacconi, match analyst e tattico della Nazionale italiana di calcio campione del mondo nel 2006. Il software è particolarmente innovativo perché mostra via tablet aspetti quali il movimento delle squadre in campo, gli spazi, e la libertà di cui può godere un calciatore nel giocare la palla. 

«Siamo contenti che la Lega abbia sposato il progetto – ha affermato Bacconi – la sfida sarà conquistarci sul campo la fiducia degli allenatori che potranno utilizzare il Virtual Coach per valorizzare il loro pensiero di gioco». 

La tecnologia ha rivoluzionato in maniera radicale anche la vita di Matteo Campodonico, fondatore di Wyscout, piattaforma online che raccoglie in maniera dettagliata tutte le statistiche dei giocatori in giro per il mondo. Wyscout è utilizzata oggi non solo da tutte le squadre della Serie A, ma anche da Real Madrid e Barcellona per un totale di 1.300 club al mondo. «Ho iniziato con un mio amico a riprendere le partite del campionato di eccellenza e promozione – spiega Campodonico – ora la nostra azienda ha circa 500 dipendenti e fatturiamo in 90 paesi nel mondo». 

I dati e le analisi tecniche sono fondamentali anche per chi lo sport lo racconta come Pierluigi Pardo, telecronista e conduttore televisivo. «Se paragono il mio mestiere oggi rispetto a quello che facevo 20 anni fa è tutto cambiato» afferma. «Oggi attraverso gli strumenti tecnologici noi telecronisti possiamo sviscerare ogni aspetto e ogni dato prima di commentare la partita. Attraverso i social network, poi, tutto è diventato molto più interattivo». 

Nemmeno il basket può rinunciare a video e analisi matematiche come ha spiegato l’ex cestista Matteo Soragna, argento olimpico ad Atene 2004 con l’Italbasket e analista Sky per le partite NBA. «Attraverso i video possiamo coinvolgere ancor di più lo spettatore davanti alla tv, dal meno esperto al più esperto. Oggi con Sky utilizziamo dei software che permettono di sviscerare la partita in maniera puntuale mostrando tutto di un giocatore, dall’efficacia offensiva a quella difensiva». 

Particolarmente interessante anche lo spunto offerto da Antonio Gagliardi, responsabile Match Analysis della Nazionale Italiana di calcio. «Il calcio è diverso dagli altri sport. Spesso una squadra domina la partita e poi la perde all’ultimo minuto nell’unico tiro in porta subito». Questa è sicuramente la bellezza del calcio e “non vogliamo eliminarla” ha affermato Gagliardi ma è compito degli addetti ai lavori considerare la prestazione nel suo complesso. È da questa considerazione che è nata l’idea dell’Indice di pericolosità, elaborata da Gagliardi insieme al coordinatore delle nazionali giovanili Maurizio Viscidi. Il modello assegna un punteggio a tutti gli eventi offensivi: dalle occasioni da gol ai corner, sino ai tiri da dentro l’area e i tiri da fuori area. I dati mostrano che, a lungo andare, la squadra che registra un punteggio alto nell’indice di pericolosità segnerà più gol e avrà più possibilità di vincere le partite. 

«L’Atalanta l’anno scorso non stava disputando una grande stagione e alla decima giornata era quattordicesima. Secondo il nostro modello, però, doveva essere quarta. Non potevamo sapere se fosse finita terza, quarta o quinta. Sapevamo però che se avesse mantenuto quel livello di prestazioni avrebbe lottato per le prime posizioni. A fine stagione si è qualificata in Champions League, un risultato storico». Secondo Gagliardi, questo modello insieme ad altri analoghi, potrebbe consentire una trasformazione culturale del calcio facendo capire ai tifosi che ci si può godere la partita a prescindere dal risultato finale. Un messaggio importante, per vivere in maniera più serena uno sport che deve essere solo uno spettacolo e non una guerra.