Alice Molardi (a sinistra) con due amici londinesiLo stage giusto al momento giusto può imprimere una svolta nella vita di una persona. Basta avere un po’ di coraggio e sapersi buttare. È il caso di Alice Molardi, studentessa di Lingue e letterature straniere alla sede bresciana dell’Università Cattolica, che, dopo essersi specializzata nell’indirizzo di Impresa, il corso della facoltà con approfondimento economico-giuridico, e aver vissuto quasi un anno di Erasmus a Parigi e alla Sorbona, si rivolge alla propria tutor universitaria per cercare uno stage. La richiesta era per aziende italiane e straniere  e il desiderio era quello di cominciare a conoscere direttamente il mondo del lavoro.E la risposta all’invio del suo curriculum arriva da Prada and Company UK, filiale britannica della nota casa di moda italiana.

La valigia è pronta in un attimo, il colloquio di lavoro si tiene a Londra. È un’occasione, bisogna partire. E Alice si ritrova nella metropoli britannica per sostenere la selezione per un periodo di stage nel dipartimento finanziario della compagnia, l’ufficio che regola gli scambi commerciali tra i negozi Prada britannici e anche extraeuropei. «L’obiettivo era trovare qualcuno che sapesse lavorare in gruppo, che fosse capace di adattarsi ai ritmi di lavoro imposti da una città nuova con una lingua nuova», racconta. Qualcuno quindi, che avesse abbastanza costanza per raggiungere buoni risultati nei tre mesi di stage. Un colloquio  che vaglia non solo le attitudiini professionali ma anche le qualità umane e l’impegno posto nel percorso di studi.

Tra i requisiti richiesti, la passione nelle cose che si fanno.  Alice si trasferisce a West Hampstead, zona 2 di Londra, nei pressi di Regent Park, poco lontano dal luogo di lavoro. Nello stage non ha trovato né problemi di integrazione né una vera e propria competizione tra colleghi: una grande spirito collaborativo in cui ognuno lavorava affinché il gruppo raggiungesse lo scopo comune.  Ed è stata proprio questo aspetto a incentivare Alice a dare il meglio, a integrarsi bene nelle dinamiche lavorative inglesi, a instaurare coi colleghi un rapporto di reciproca fiducia e affidabilità. Il suo dipartimento non richiedeva agli stagisti certificazioni specifiche per la lingua, l’importante era saper capire e saper comunicare in inglese, e venivano offerte le stesse possibilità sia agli stagisti stranieri sia agli stagisti britannici: ognuno veniva valutato in base al proprio valore.

Merito dunque, secondo Alice, è la parola che meglio descrive il sistema lavorativo all’interno del dipartimento in cui ha svolto lo stage. E il periodo di tre mesi è stato una palestra per imparare a destreggiarsi nel mondo del lavoro, a contatto quotidianamente con gli impegni, le responsabilità e le difficoltà che si possono trovare a operare in una grande azienda, con numerosissimi contatti e scambi commerciali internazionali. Se da una parte dunque c’era il lavoro e l’impegno che questo le richiedeva, dall’altra c’era la possibilità di partecipare ad eventi ed iniziative promosse dalla sua azienda, come il Christmas Party 2011, tenuto dalla società in un club privato di Londra per festeggiare insieme a tutti i dipendenti il Natale. Finito il periodo di formazione, la grande occasione: ad Alice è stato offerto un contratto lavorativo di sei mesi presso lo stesso dipartimento. Un’offerta che non ha esitato ad accettare. E a breve ripartirà per il Regno Unito.