Un sogno coronato e un debito saldato con il Paese dove si trovano le mie radici. Con il progetto “Awa Fall”, che ho ideato e coordinato per conto del comune di Lodi, in cui vivo, siamo riusciti a portare speranza in un comune popoloso alle porte di Dakar. Tutto ha preso le mosse dai miei studi e dal desiderio di fare qualcosa per la mia Africa.

Cittadino italiano dal 2009 anche se residente in Italia da 20 anni, sono praticante avvocato in uno Studio legale milanese. Mi sono laureato in giurisprudenza con 110 e lode nell’ottobre 2009 a Piacenza con una tesi di diritto commerciale intitolata “Il microcredito. Un’analisi teorica e un case study” con relatore il professor Andrea Perrone. La mia tesi, ha preso le mosse dall’analisi del modello giuridico sottostante al fenomeno del microcredito, la nuova frontiera per le politiche di sviluppo studiate dalla moderna scienza economica. Nella seconda parte della tesi di laurea, invece, ho fornito un caso pratico di applicazione del modello. Il modello teorico ha fotografato le caratteristiche essenziali per una buona e ottimale riuscita del progetto. Ma poi è capitata l’occasione di applicarlo empiricamente nel Wekembe Microcredit Scheme in Uganda, grazie alla promozione, al finanziamento e al coordinamento della Fondazione Spe Salvi, il cui Consiglio di Amministrazione è presieduto proprio dal professor Perrone.

Sulla scorta di questa interessante e inedita esperienza nel giugno 2010 ha preso le mosse progetto “Awa Fall” calato nel mio Paese di origine, il Senegal. L’iniziativa, che durerà 4 anni, si innesta in un percorso di collaborazione internazionale tra Italia e Senegal e ha come principale finalità la realizzazione di una cooperazione responsabile tra il comune di Lodi, dove vivo, e il Comune di Guediawaye Sahm-Notaire. Una realtà che fa parte della municipalità della Circoscrizione di Dakar e conta oltre 50.000 abitanti ma soprattutto è caratterizzato da forti criticità nella gestione del settore idrico, della viabilità, nell’organizzazione dei vari Uffici della pubblica amministrazione, nonché da carenze nel settore sanitario. Il contesto presenta inoltre un elevato tasso di natalità e una rilevante presenza di donne.

Dal 2 all’8 maggio 2011, nell’ambito del Festival dei Comportamenti Umani di Lodi, il Comune di Lodi ha ospitato la delegazione senegalese composta da Dieynaba Fall, sindaco del Comune senegalese, Babacar Diop, responsabile Ufficio stato civile, Abdou Karim Diallo, responsabile Ufficio catasto e cooperazione, Adama Tall, medico dell’Ospedale Roi Baoudin. Accolti per il comune di Lodi dal sindaco Lorenzo Guerini, dall’Assessore alla cooperazione internazionale Andrea Ferrari e dall’Assessore al Bilancio Gianni Pera, martedì 3 maggio 2011 è stato sancito il formale gemellaggio tra i due municipi. Il sindaco di Lodi ha espresso parole di apprezzamento per il progetto “Awa Fall” che si innesta in un percorso di cooperazione internazionale responsabile. Apprezzamento anche dal presidente provinciale dell’Avis Casimiro Carniti, che ha spiegato come l’iniziativa sia la prosecuzione del lavoro iniziato nei primi anni ’90 dall’Avis lombarda relativamente al progetto di ristrutturazione del centro trasfusionale di Dakar.

L’Avis ha curato la settimana di training sanitario del medico senegalese Adama Tall che, nei sette giorni di permanenza in Italia ha avuto l’opportunità di visitare i centri trasfusionali e i reparti di ematologia di Lodi, Varese e Brescia, al fine di acquisire e migliorare le proprie competenze professionali, in particolare per la cura delle anemie, che presentano dei tassi elevatissimi di patologie nella sua terra. I funzionari comunali senegalesi nell’arco della settimana hanno avuto la possibilità di lavorare con i funzionari del Comune di Lodi, in una sorta di training amministrativo con riferimento alle competenze da “esportare” nel Comune senegalese.

Nell’estate 2011 verrà replicata la sottoscrizione del protocollo del Progetto di gemellaggio anche nel Comune di Guediawaye Sahm-Notaire alla presenza delle rispettive autorità istituzionali e di rappresentanti dell’ambasciata italiana a Dakar, costantemente informata sull’iter del presente progetto. Da italiano di origine senegalese ho ricordato a tutti lo spirito di questa iniziativa: «Non regalarmi il pesce, ma insegnami a pescarlo», dice un detto ormai diventato famoso. Un modo per dire che serve un radicale capovolgimento della tradizionale forma di cooperazione internazionale, che si è sempre basata sui soldi erogati a “pioggia” ai Paesi poveri. Una strada che si è rivelata assolutamente fallimentare.

* 26enne, cittadino italiano, originario di Dakar (Senegal), residente a Lodi, laureato in Giurisprudenza alla facoltà omonima della sede piacentina dell’Università Cattolica