Simona Ferrari, laureata alla facoltà di Lettere e filosofia, è stata assistente di montaggio a Free Solo, documentario sullo scalatore Alex Hannold, premiato nell’ultima edizione degli Oscar; Paolo Fontana, di Como, dopo la laurea in filosofia lavora all'Onu per favorire la stabilizzazione dei Paesi usciti dalle crisi; Davide Fikri Kamel, nato a Voghera, figlio di egiziani, a New York lavora per Amazon come manager nel marketing online. Sono alcuni dei laureati dell’Università Cattolica che hanno fatto strada negli Stati Uniti e che hanno avuto modo di incontrarsi, alcuni per la prima volta, a New York insieme al rettore dell’Ateneo Franco Anelli.
Costruire negli Stati Uniti una comunità di laureati della Cattolica, che aiuti gli studenti italiani a integrarsi e all'Università di aggiornare i programmi di ricerca in base alle esigenze di mercato: sono questi gli obiettivi del tour promosso al di là dell’Atlantico dall’Ateneo, che ha raccolto in un hotel del distretto finanziario di Wall Street, oltre novanta alumni, medici, avvocati, economisti, esperti di marketing, che vivono e lavorano a New York.
«Siamo qui - ha spiegato il professor Anelli - per stringere convenzioni con le università americane per dare ai nostri studenti la possibilità di sviluppare le loro attività, qui come in Europa e in altre parti del mondo». La missione americana passa da New York, Boston, Philadelphia e Washington, dove la Cattolica ha stabilito contatti con gli alumni e con le università americane per creare nuove sinergie tra studenti e docenti. L'obiettivo è allargare i confini dell'ateneo alla vigilia delle celebrazioni del centenario dell'Università nata a Milano nel 1921.
Il tour è stato l’occasione per parlare di una novità assoluta in Italia: il primo corso di medicina in sinergia con gli Stati Uniti, con scambio di studenti e docenti, tre anni di corso in Italia e tre in Usa. «Con la Thomas Jefferson University di Philadelphia - ha affermato il rettore - abbiamo creato un doppio titolo in medicina, primi in Italia e forse anche in Europa, e il titolo avrà valore legale per entrambi i Paesi».
Sinergie ci saranno nel settore banking and finance, con la Fordham University, mentre è stata appena avviata una collaborazione con il Boston College. La vocazione internazionale della Cattolica, spiega il delegato del rettore al coordinamento dei progetti di internazionalizzazione, Pier Sandro Cocconcelli, è già nei numeri: «Degli oltre quarantamila studenti che abbiamo, quattromila vengono dall'estero e, di questi, la maggior parte dagli Stati Uniti. Da tempo abbiamo corsi in inglese e scambi con università straniere. Il venti per cento dei nostri laureati è stato all'estero e noi vogliamo aumentare questa percentuale».
L'evento americano segue quelli organizzati a Shangai, Pechino, Bruxelles, Londra, dove le comunità di alumni della Cattolica cominciano a muoversi in modo autonomo, organizzando incontri e assistendo studenti e neo laureati. A Washington è stata inaugurata una rappresentanza che faccia da punto di riferimento per gli studenti della Cattolica. Da questi incontri sono nati e nasceranno gruppi whatsapp per tenere in contatto i laureati che lavorano negli Stati Uniti.