La rivista “Studi di Sociologia” fondata nel 1963 dall’allora rettore dell’Università Cattolica Francesco Vito e pubblicata dalla casa editrice Vita e Pensiero è giunta al suo cinquantesimo anno di vita. Per celebrare questo mezzo secolo di lavori e di ricerche, che hanno seguito in questi anni le trasformazioni della società contemporanea analizzandole e interpretandole attraverso lo strumento scientifico degli studi sociologici, si è svolto in Università Cattolica un convegno nazionale dal titolo Quale coesione sociale? Persone, generazioni, ecologie, cui hanno preso parte, tra gli altri, Vincenzo Cesareo, direttore della rivista dal 1976, Pierpaolo Donati, sociologo dell'Università di Bologna, Alessandro Cavalli, docente di Sociologia all’Università di Pavia, Alfredo Mela del Politecnico di Torino e i sociologi dell'ateneo Giancarlo Rovati e Laura Bovone.
E proprio lo storico direttore della rivista, professore emerito di Sociologia alla facoltà di Scienze politiche, racconta il percorso di questo «laboratorio sociologico», o di «incubatore di idee», come ha definito la pubblicazione, guidata dalle sue origini anche da Francesco Alberoni, allora direttore dell’Istituto di Sociologia dell’Università Cattolica. «Innanzitutto è utile sottolineare che “Studi di Sociologia” si distingue da molte altre, pur lodevoli, iniziative per essere una rivista di Sociologia generale – afferma Cesareo -. È un dato molto importante per capire la natura degli studi che vi vengono pubblicati e la filosofia che sta alla base di questa rivista, che è concepita come un campo aperto a tutti gli specifici settori sub-disciplinari, con una propensione all’apertura e al dialogo anche con altre discipline complementari utili ad affrontare temi complessi, come sono appunto le trasformazioni della nostra società».
In un’epoca in cui regna la frammentazione, è importante riacquistare una visione d’insieme e, secondo il direttore Cesareo, «rifuggire dagli specialismi», perché «la specializzazione va bene, ma come nella società si assiste a una frammentazione dannosa a livello individuale, relazionale e microsociale, così anche negli studi perseguire l’iperspecialismo trascurando un’esigenza di unitarietà disciplinare è molto rischioso».
Il filo rosso di “Studi di Sociologia” è, da cinquant’anni a questa parte, il monitoraggio del mutamento sociale: l’obiettivo, che, a detta del professor Cesareo è «alto e arduo da raggiungere», è di cogliere i segni di mutamento sociale nella famiglia, nella scuola, nel mondo del lavoro, confrontandosi di volta in volta con tematiche complesse come quelle della globalizzazione e dell’incursione della tecnologia nella vita quotidiana.
Il tema del convegno che ha celebrato l’anniversario della rivista è dunque strettamente connesso a questi temi: «Abbiamo deciso di affrontare il problema della frammentazione con un approccio positivo e per questo siamo partiti dal suo opposto, dalla “coesione sociale”. Anche se non è possibile stabilire un rigido nesso di causa-effetto tra i fenomeni, di certo la crisi profonda che la nostra società sta vivendo è strettamente legata all’incapacità di creare capitale sociale. Per questo, l’obbiettivo del convegno era innanzitutto un chiarimento concettuale e teorico sul tema, per poi passare alla dimensione empirica, che resta fondamentale anche all’interno della nostra rivista: solo incentivando la solidarietà e dando senso all’agire possiamo favorire la creazione di capitale sociale, cioè di legami saldi e di relazioni tra i singoli, in opposizione al narcisismo dilagante. Solo così, forse, si potrà uscire dalla crisi».