A scuola di rianimazione nella hall del GemelliL’arresto cardiaco è la più grave delle emergenze mediche. L’arresto della circolazione del sangue provoca un’immediata mancanza di ossigeno al cuore e al cervello e – in assenza di rianimazione cardiopolmonare – questi organi vengono danneggiati irrimediabilmente nel giro di pochi minuti.

L’arresto cardiaco improvviso, cioè quello non atteso come evento terminale di una patologia nota, è un importante problema di sanità pubblica: ogni giorno in Europa 1000 persone muoiono per questo motivo.  In Italia gli arresti cardiaci improvvisi sono circa 50.000 l’anno. Nel giovane la causa più comune di morte improvvisa sono le patologie cardiache congenite (spesso causa di aritmie), mentre nell’età più avanzata è la malattia coronarica la principale responsabile.

Essenziale è il ruolo che ogni cittadino può avere per ridurre la mortalità da arresto cardiaco una volta che questo si sia verificato. Infatti, a causa della rapidità con cui si instaurano danni irreversibili agli organi vitali, un paziente colpito da arresto cardiaco può sopravvivere fino all’arrivo dell’ambulanza solo se i primi testimoni occasionali dell’evento iniziano immediatamente la rianimazione cardiopolmonare.

Queste manovre che comprendono il massaggio cardiaco, la respirazione artificiale e la defibrillazione con apparecchi automatici, possono essere apprese facilmente da chiunque in poche ore.

È proprio per questo che è nata Viva! - La settimana per la rianimazione cardiopolmonare - promossa nel nostro Paese da Italian Resuscitation Council, che quest’anno si svolge dal 12 al 18 ottobre con iniziative di sensibilizzazione e corsi gratuiti di rianimazione cardiopolmonare in tutta Italia.

Per tale occasione, lunedì 12 e martedì 13 ottobre, dalle ore 9 alle 13, la Hall del Gemelli si trasformerà in una grande aula dedicata al training a queste manovre salvavita con l’allestimento di dieci stazioni di addestramento. Un team di medici dell’Istituto di Anestesiologia e Rianimazione dell’Università Cattolica, diretto dal professor Massimo Antonelli e coordinato dal dottor Claudio Sandroni, mostrerà agli studenti e al pubblico presente le manovre di rianimazione cardiopolmonare, con l’ausilio di video e poster didattici e con la possibilità di esercitarsi praticamente. Al termine delle esercitazioni ci sarà una gara tra i partecipanti con la premiazione del miglior soccorritore. 

Quest’anno Viva! ha dei destinatari particolari. Nel 2015 è infatti stata lanciata la campagna europea “Kids save lives”, che ha lo scopo di promuovere la formazione anche degli studenti delle scuole secondarie alla rianimazione cardiopolmonare.

Questa iniziativa avviene in coincidenza con l’introduzione dell’insegnamento del primo soccorso nelle scuole secondarie di primo e secondo grado, in base alla recente Legge di Riforma della Scuola Italiana, nota come “La Buona Scuola”. La campagna “Kids Save Lives”, coordinata a livello nazionale dal dottor Andrea Scapigliati, dell’Istituto di Anestesiologia e Rianimazione della Cattolica,  offrirà gratuitamente agli insegnanti italiani il materiale didattico (scaricabile gratuitamente dal sito www.settimanaviva.it) per organizzare alcune ore di lezione sul tema dell’arresto cardiaco e della rianimazione cardiopolmonare, della disostruzione delle vie aeree nei bambini e dei principali argomenti di primo soccorso.

Oltre due terzi degli arresti cardiaci che avvengono al di fuori dell’ospedale si verificano in presenza di testimoni che potrebbero trasformarsi rapidamente in soccorritori. Se così fosse si potrebbe arrivare a quadruplicare la possibilità di sopravvivenza del paziente. Purtroppo però, i testimoni di un arresto cardiaco intervengono solo in un’esigua percentuale di casi perché non sanno cosa fare o temono di sbagliare o di mettersi in pericolo. Al contrario, il rischio di provocare seri danni a un paziente in arresto cardiaco mediante la rianimazione cardiopolmonare è praticamente nullo, a fronte di un beneficio notevole in termini di sopravvivenza. Come recita lo slogan della campagna, “l’unico errore da fare è non fare nulla”.