«Tra i libri accatastati, nascosti dietro un vetro, avvolti nella plastica e ricoperti di polvere cercavo le raccolte di racconti. Era un momento tutto mio, un piacere solitario e veloce perché il treno stava partendo. Studiavo un po’ i disegni della copertina, pagavo e infilavo il libro in tasca. Appena mi sedevo al mio posto, gli strappavo la plastica che non lo faceva respirare. Aprivo una pagina a caso, trovavo l'inizio del racconto e attaccavo a leggere. [...] Quella era vera goduria. E spero che la stessa goduria la possa provare anche tu, caro lettore».

Parole di Niccolò Ammaniti, tratte dalla sua ultima raccolta di racconti Il momento è delicato, un titolo che ben introduce il convegno “Lettori si diventa”, promosso dal laboratorio di Editoria insieme a Salani Editore, in collaborazione con il Creleb e il patrocinio della Regione Lombardia. Si, perché il momento è delicato: secondo l’ultimo Rapporto AIE sullo stato dell’editoria in Italia in due anni il fatturato è diminuito del 14% e ogni giorno si registrano notizie di librerie che chiudono. La crisi dell’editoria non è una novità ma all’interno di una crisi generale il valore della lettura rischia di andare perduto.

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Secondo Roberto Cicala, moderatore dell’incontro, che ha coinvolto studenti, esperti del settore editoriale e della scuola, comuni lettori: «Si può imparare a leggere anche avendo un solo libro in casa, cucinare è facile, come è capitato alla piccola Matilde. L’esperienza di questa piccola protagonista di Roald Dahl, che nei tratti sbarazzini della matita di Quentin Blake ci invita e accoglie oggi sul manifesto della tavola rotonda, ci stimola – fin da quando abbiamo letto la sua storia esilarante – all’importanza e ai meccanismi del piacere della lettura. È un piacere che nasce dalle parole».

Ecco allora che l’importanza della promozione della lettura tra i bambini delle scuole di primo e secondo grado, sia nei suoi aspetti più specificamente didattici, in relazione alla dimensione scolastica e a quella famigliare, sia nelle sue diverse declinazioni ludiche e di intrattenimento, diventa fondamentale per la crescita e l’educazione dei lettori del futuro.

Il convegno, che inaugura la campagna Salani “Lettori si diventa” dedicata ai più piccoli, in occasione dei suoi 150 anni, nasce infatti dal presupposto che l'amore per la lettura è condizionato dai libri che incontriamo. Un principio sottolineato da Luigi Spagnol, presidente della casa editrice, che ha spiegato come troppo spesso la forzatura e l'obbligatorietà della lettura la relegano nell'ambito dei doveri trasformando una possibile gioia e compagna di viaggio in una zavorra da abbandonare appena possibile. «Eppure il numero di lettori tra i bambini è un termometro sul benessere civile di un paese», ha continuato l’editore: «Guardate l’offerta di libri per bambini all'aeroporto di Malpensa e confrontatela con quella dell’aeroporto di Stoccolma, basta poco per farsi un’idea su chi stia meglio dell’altro», per cui l’unica cura per la nostra Italia inappetente di lettura è «Dare buoni libri ai bambini, questa è l'unica ricetta».

Un evento con un testimonial di eccezione, Niccolò Ammaniti, uno scrittore celebre e amato che ha raccontato la sua infanzia tra i libri: «Che lettore ero da bambino? Erano gli anni ‘70, vivevamo in una piccola casa, metà della quale era sequestrata da mio padre, psichiatra, e dai suoi pazienti, tra l’altro dei bambini come me. Quindi potevamo fare qualsiasi cosa io e mia sorella, ma in silenzio: giocavamo in silenzio, ci picchiavamo in silenzio, mia mamma ci sgridava ma... in silenzio. L’unica cosa più naturale insomma era leggere».Tanti libri, tante storie, ma con una precisa regola: «Non bisognava leggere la narrativa contemporanea, assolutamente proibita, solo classici (tanto che per un certo periodo ho pensato che dopo l’800 nessuno avesse più scritto una riga), perché lì c’era già tutto».

Lo scrittore ha affabulato i suoi ricordi, la scuola, le sue difficoltà di bambino, e soprattutto la percezione chiara che solo nella letteratura «puoi aggiungere quello che vuoi, una parte di te». Tra le letture preferite Barbablù, «la genesi di qualsiasi horror» a detta di Ammaniti, che si lega ai ricordi avventurosi dell’infanzia, perché «la letteratura insieme alla vita creano una mitologia; così a Barbablù aggiungevo l’uomo nero con le caramelle che la tata diceva potevamo incontrare al parco (e l’ho sempre cercato ma senza successo), o le storie di Peppino, il portiere del palazzo che mi raccontava che con l'ascensore faceva scomparire le persone».
Consigli di lettura Ammanti però non ne ha, non c’è un titolo sopra altri, prima c’è la persona, il lettore: «La lettura oggi ha molti sostituti, non saprei consigliare un metodo per promuoverla. So soltanto che quando si è adolescenti e non sai chi sei e arrivano i primi amori, ti senti impacciato, fuori luogo, allora i libri, in un modo tutto loro e insostituibile ti aiutano, perché i libri raccontano di te e ti capiscono meglio di come ti capisci tu. C'è un momento in cui nella sofferenza si è soli e allora la letteratura ti ricorda che assomigli a qualcun altro, che è già stato scritto».

E chissà quanti ragazzi oggi presenti in aula si sono ritrovati nei personaggi di Ammaniti, che ha incontrato poi i suoi “cari” lettori in libreria Vita e Pensiero firmando dediche, accogliendo lettere, foto, poesie e pensieri dei suoi giovani lettori, grati per i suoi romanzi, i suoi personaggi, appellati ed evocati quasi come reali.
D’altronde i suoi libri sono best seller, anche se essere alle vette della classifica di vendita non è sempre garanzia di qualità e molto spesso anche i lettori forti fanno fatica a scegliere in libreria il titolo da portare a casa. Non a caso il direttore editoriale della Salani, presente al convegno, Mariagrazia Mazzitelli, di recente ha detto agli studenti che «la letteratura più è di qualità e più ha la capacità di far vedere». È fondamentale allora educare alla qualità fin da piccoli.

«Con la scusa pur vera della crisi, e quella forse un po’ meno vera di ipod e di passatempi digitali, si riducono le ore di lettura in aula, non si acquistano libri per le biblioteche scolastiche, ormai enti fantasma, si demanda a Google e YouTube l’informazione e l’aggiornamento, addirittura la fantasia, dimenticandosi del valore della parola scritta e dei libri, anche del piacere e dunque anche del gioco. Ma non è questione di e-book, perché la lettura va intesa al di là del supporto, pur riconoscendo che i nuovi mezzi aggiungono qualcosa ma pure tolgono», ha affermato Cicala, che ha ribadito: «Non appaia esagerato dire che non dev’essere un sogno per noi e per l’Italia il rinnovamento delle strutture culturali educative ma soprattutto nuovi incentivi alla promozione della lettura (di recente promessi da un ministro competente, provenendo dall’editoria, come Bray)».

La collaborazione è una delle chiavi per vincere la crisi, per far aumentare il numero dei lettori, per dare nuovi stimoli alla cultura, e vari esempi hanno dato credito alla tesi sostenuta nel convegno, come la testimonianza dell’operato della Fondazione Mondadori, rappresentata dal direttore Luisa Finocchi che ha riportato l’esperienza della promozione del libro nelle scuole, per aiutare i piccoli lettori a capire come nasce il libro: «perché avvicinare i bambini è anche fargli capire cos’è un libro, chi lo produce, come nasce». Un’esperienza costruttiva, cha ha necessitato soprattutto di una forte base di condivisione: «ci vuole grande rispetto, per la scuola ad esempio e i suoi tempi, e una capacità di ascolto tale da dialogare con tutti i soggetti coinvolti». Fare da collante tra diverse realtà è impegnativo «ma dà grande soddisfazioni e la qualità ne beneficia».
Come ha concluso Cicala allora: «Non discorsi dall’alto e a senso unico ma confronto intorno a un ideale tavolo, appunto rotondo, o einaudianamente ovale, senza posti a capotavola, dove al centro stanno le parole per il nostro futuro, i bambini e ragazzi di oggi».