Mostar è divisa in due da un ponte, città simbolo della divisione fra cristiani e musulmani, città segnata ancora dalla guerra ma desiderosa di crescere e avvicinarsi ai parametri della vita sociale dell’Europa. Qui, ancora fino a poco tempo fa, si faticava a comprendere le potenzialità di un bambino disabile. Grazie all’organizzazione di un corso di formazione in musicoterapia in una scuola dell’infanzia della minoranza cattolica, nell’ambito del programma internazionale di aiuto ai bambini con problemi in età scolare “SOS children’s village in Bosnia and Erzegovina”, gli educatori locali hanno imparato a valorizzare più di quanto facessero la potenzialità delle risorse già presenti nel bambino, ad arricchire la sua esperienza e a favorire il suo benessere complessivo.
Il corso, realizzato dal professor Dario Benatti, musicoterapeuta e docente all’Università Cattolica, è uno dei due progetti promossi dall’Ateneo attraverso il master in “Relazioni d’aiuto in contesti di vulnerabilità e povertà nazionali e internazionali” nell’ambito delle attività di cooperazione allo sviluppo in Bosnia Erzegovina del ministero degli Affari Esteri, che sostengono i processi democratici e della convivenza multietnica. Un altro progetto riguarda la collaborazione delle due università per realizzare una facoltà di Psicologia all’interno dell’Ateneo di Sarajevo.
Queste attività sono state sancite da una convenzione firmata dall’Università Cattolica e dall’Università di Sarajevo che è focalizzata sull’insegnamento, la ricerca e lo sviluppo di programmi didattici destinati a studenti e docenti di entrambi gli atenei. Il corso realizzato a Mostar rientra, in particolare, nella sezione “Minori” dei progetti di cooperazione del Ministero che prevede programmi di promozione e difesa dei diritti di minori a rischio e in condizioni di vulnerabilità.
«Con la musicoterapia – afferma Benatti – l’educatore permette al bambino di formarsi un’esperienza attraverso il potere induttivo della musica, che lo spinge a tirare fuori il meglio di sé». «Per questo – prosegue Benatti – la musicoterapia, che è umanistica e scientifica insieme, può aiutare i bambini con problemi d’inserimento sociale e relazionale». Dopo l’intervento a Mostar potrebbe esserci una seconda fase: «Ci stiamo adoperando perché nel prossimo futuro alcuni educatori possano venire in Italia per continuare l’approfondimento della musicoterapia come strumento educativo».
Sul fronte didattico, invece, insieme alla facoltà di Filosofia dell’Università di Sarajevo (che oggi ha al suo interno un insegnamento di Psicologia) gli psicologi della Cattolica Alessandro Antonietti e Cristina Castelli stanno collaborando per la creazione di una facoltà di Psicologia autonoma. «Per il prossimo futuro - aggiunge la professoressa Castelli - si pensa di realizzare un sito per potenziare le attività di ricerca dell’Università di Sarajevo e di promuovere la nascita di un master in Psicologia dell’orientamento secondo un modello che è già stato utilizzato in altri Paesi con l’aiuto di alcune università italiane. Il master costituirebbe un percorso formativo dove troverebbero spazio insegnamenti di diritto e sociologia del lavoro, diritto europeo, lezioni sui sistemi formativi europei, sull’orientamento rispetto al mondo del lavoro e sulle relazioni di aiuto».
Tutte le attività svolte in Bosnia Erzegovina all’interno del progetto di Cooperazione promosso dal Ministero degli affari esteri italiano si sono concluse durante una conferenza finale a Sarajevo nello scorso mese di marzo, sottolineando le finalità di sostegno dei processi democratici, di tutela dei diritti umani, dello stato di diritto, della promozione di una cultura di pace fondata sulla convivenza multietnica.