La parola “innovazione” evoca ormai molteplici dimensioni della vita che sono state profondamente modificate dalla scienza e dalla tecnologia - dalle tecnologie della comunicazione alla biomedicina- E il settore agroalimentare non ha fatto eccezione. Non solo: il cibo è uno degli ambiti al tempo stesso più intimamente legato all’esperienza quotidiana e maggiormente trasformato da scienza e tecnologia. E rappresenta anche uno dei sensori più attenti rispetto ai cambiamenti culturali, economici e sociali prodotti dalla globalizzazione.

Ma se gli effetti sociali di scienza e tecnologia sono facilmente associati allo sviluppo economico ad esse correlato, raramente questi sono esplorati dal punto di vista dell’innovazione degli strumenti di regolamentazione e delle novità concettuali intervenute in ambito giuridico. Il convegno internazionale “Innovating Food, Innovating the Law. An interdisciplinary approach to the challanges of the agro-food sector”, organizzato dalla Scuola di dottorato Agrisystem il 14 e 15 ottobre a Piacenza, ha proposto in chiave interdisciplinare questo sguardo al settore agroalimentare, a cavallo tra scienza e diritto.

Dopo l’avvio dei lavori, affidato a Romeo Astorri e Giovanni Pascuzzi e al discorso di apertura del professor Paolo De Castro, europarlamentare, il convegno ha esplorato, con la partecipazione di numerosi studiosi italiani e stranieri, tre grandi temi dell’agrofood, in cui scienza e diritto hanno contribuito a creare linguaggi e strumenti nuovi. Un primo ambito di riflessione riguarda i nuovi ruoli che la conoscenza sta giocando nel configurare diritti inediti. I nuovi diritti di informazione (per esempio attraverso l’etichettatura dei prodotti), partecipazione e cooperazione hanno via via trasformato gli individui da consumatori a cittadini, che operano scelte informate e consapevoli per modificare la società in cui vivono.

Ulteriori spunti di analisi provengono dai nuovi strumenti giuridici di sicurezza alimentare: le decisioni di food policy adottate in condizioni di incertezza, la valutazione dei rischi, il principio di precauzione, le allerte e la gestione delle crisi alimentari in un panorama sempre più globale di attenzione sanitaria all’alimentazione.

Il terzo tema approfondito è stato quello delle forme di protezione delle conoscenze innovative. Qui, se i diritti di proprietà intellettuale esprimono la modalità più nota e acquisita di protezione dell’innovazione agroalimentare, nuove forme di condivisione aperta e collettiva dei benefici di conoscenze e invenzioni stanno emergendo e si vanno consolidando.

Il convegno ha riunito alcuni tra i più famosi studiosi di food law, sicurezza alimentare e proprietà intellettuale, per mettere a confronto in prospettiva comparatistica e interdisciplinare il pensiero giuridico, non solo dei paesi europei e nord-americani, ma anche le riflessioni ed esperienze provenienti dalla Cina e dall’India.