Un sito internet (http://fondonangeroni.unicatt.it/) quotidianamente aggiornato, con diffusione in più lingue di notizie, documenti, link riguardanti le tre grandi religioni monoteiste, e iniziative pubbliche a sostegno del dialogo interreligioso. Sono le risorse del Fondo Alessandro Nangeroni, intitolato al giornalista che, prematuramente scomparso nel 1999, fu cultore di scienze religiose, storia e antropologia filosofica e culturale. La sua biblioteca specialistica, donata all’Università assieme al Fondo, è consultabile in Cattolica nel catalogo generale del sistema bibliotecario. Fra le iniziative più recenti del Fondo, il convegno “Milano verso l’Expo. Religioni nello spazio pubblico” (2009) e il ciclo di seminari “Uomo, Angelo o Dio? Le radici giudaiche dell’identità messianica di Gesù”, tenuto dal professor Gabriele Boccaccini  dell’Università del Michigan (2010). Tra gli eventi in programma, una riflessione a più voci su Noi e l’Islam, che si terrà il 26 novembre all’Ambrosianeum, prendendo spunto dalla ricorrenza ventennale del celebre Discorso alla città del cardinale Martini, in particolare dai suoi interrogativi sulle condizioni e sulla praticabilità di un dialogo interreligioso inteso anche come fattore di tranquillità sociale.

«È importante che una tale iniziativa abbia preso forma nell’Università cattolica - afferma Gian Luca Potestà, docente di Storia del cristianesimo alla facoltà di Lettere e Filosofia e direttore del Dipartimento di Scienze Religiose, che ospita il Fondo -. L’orizzonte nostro è quello aperto dalla Lumen Gentium, secondo cui il disegno di salvezza abbraccia tutti coloro che riconoscono il Creatore, in special modo quanti professano la fede di Abramo e adorano un Dio unico e misericordioso; e dal decreto conciliare Nostra Aetate, secondo cui la Chiesa cattolica non rigetta nulla di quanto c’è di vero e santo in altre tradizioni religioni, e considera con rispetto i modi di agire e di vivere legati a quei precetti e a quelle dottrine, in quanto e per quanto si richiamano alla Verità che illumina tutti gli uomini. In questa prospettiva abbiamo coinvolto nel Comitato scientifico del Fondo studiosi di riconosciuto valore scientifico ed esponenti di comunità religiose rappresentativi e aperti a un comune percorso di ricerca. Uno sforzo onesto di conoscenza reciproca può contribuire a dissolvere rappresentazioni semplificate e giudizi sommari nei confronti dell’altro, e così rendere possibile un dialogo autentico. In verità, è sotto i nostri occhi la fine di una certa cultura del dialogo, estenuatasi nella ricerca di mediazioni e di compromessi miranti più che altro alle reciproche legittimazioni. Si tratta di vedere ora se possa aprirsi uno spazio nuovo, un terreno più profondo di riconoscimento e di confronto, da cui far innanzi tutto emergere le interrogazioni più radicali e antiidolatriche proprie di ciascuna delle grandi tradizioni religiose, dell’Ebraismo, del Cristianesimo e dell’Islam. Sul piano religioso, l’individuazione e la denuncia delle forme idolatriche interne a ciascuna tradizione religiosa può aprire la strada a un’opera di purificazione, che permetta di capire che cosa per ciascuna sia davvero irrinunciabile e che cosa invece sia caduco e quindi possa o debba essere fatto cadere, in vista di una comprensione reciproca più alta e del rifiuto di ogni forma di violenza. Nel loro correlarsi a peculiari proposte di valori e stili di vita e di comportamento, le religioni possono fungere da fattore sia di potenziamento sia di attenuazione dei conflitti. Il lavoro del Fondo mira dunque a capire se e come sia possibile valorizzare differenze e specificità, evitando nel contempo polarizzazioni e contrapposizioni. In questo spirito il Fondo Nangeroni promuove iniziative culturali e seminari di studio sia sui testi sacri e su tematiche storico-religiose di rilievo teologico e dottrinale, sia su problematiche culturali e civili legate all’ingresso entro gli spazi europei e nazionali di soggetti che, per inserirvisi armonicamente, sono chiamati a conoscerne, apprezzarne e rispettarne leggi e usi fondamentali».