Tre opere d’arte legate al tema Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita allestite in Università Cattolica. È l’iniziativa promossa dall’ateneo attraverso il Centro di Ricerca per l’Educazione attraverso l’arte e la mediazione del patrimonio culturale sul territorio e nei musei (Crea) ed ExpoLab nei mesi dell’Expo.

Il 13 maggio è stata inaugurata In corpore, di Giorgio Vicentini, in esposizione fino al 12 giugno nel Cortile d'onore di largo Gemelli. Seguiranno l'Ultima Cena, di Franca Ghitti (nella foto qui a fianco) dal 16 giugno al 22 luglio nell’atrio di via Nirone 15; sei sculture in pietra sul tema del nutrimento di Gino Cosentino dal 22 settembre al 22 ottobre (via Nirone).

L'opera In corpore è stata esposta ai Magazzini del Sale a Venezia nel 2011. Realizzata dall’artista insieme agli ospiti del Centro diurno psichiatrico della Fondazione Emilia Bosis di Verdello in provincia di Bergamo, e oggi del tutto rivisitata, è costituita da un lunghissimo pentagramma che definisce un percorso nel quale il pane reale e il pane sognato sono appesi contemporaneamente.

Scrive l’artista: «È la prima volta che un pentagramma ostende il pane. Si tratta di una installazione drammatica e nello stesso tempo poetica. Eliminando ogni tipo di orpello romantico abbiamo puntato tutta la nostra creatività sulla purezza e indispensabilità del nostro pane quotidiano. La coraggiosa gittata di trenta metri del pentagramma esclude ogni sorta di retorica. In corpore è una struttura asciutta, una profonda preghiera concreta che mira dritto al cuore del problema alimentare. Sarà un viaggio comprensibile dentro l’indispensabilità dell’opera d’arte senza alcun inganno. Il ferro e il pane saranno lì a ricordarcelo».

«Con quest’opera, nata in un ambito particolare come quello dei malati di mente, - afferma la direttrice del Crea Cecilia De Carli che ha curato la mostra - Giorgio Vicentini affronta il grande tema del “pane quotidiano” bilanciandolo su una retta, su una via che incorpora sia la sua necessità e insostituibilità al vivere, sia l’aspetto di difficoltà. Rischiandosi in un coinvolgimento diretto con i malati di mente l’artista inventa un rigo musicale in cui la presenza del pane reale diventa musica insieme al pane sognato, abitando nello stesso spazio che porta in sé, come nel corpo di ciascuno di noi, il desiderio infinito di raggiungere il senso del vivere, un’umanità compiuta».

L'inagurazione di In corpore è stata un'occasione privilegiata anche per la Fondazione Emilia Bosis, presieduta da Pier Giacomo Lucchini proprietaria dell’opera, che ha organizzato una performance dove si sono esibiti attori professionisti, operatori socio-sanitari e soprattutto ospiti della comunità psichiatrica abili nella recitazione.