Ugo Foscolo secondo Gerardo Placido. Il secondo appuntamento di “Incontri con l’autore: La vita e l’arte. Ugo Foscolo” ha visto infatti protagonista l’attore che ha interpretato alcuni brani dell’Epistolario, una delle opere più importanti di quello che è considerato il maggior esponente letterario italiano del periodo a cavallo fra settecento e ottocento.

La rassegna, ospitata dall’Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano e realizzata sotto la direzione scientifica del professor Pierantonio Frare dell’Istituto di Italianistica della Cattolica, è frutto dell’ormai consolidata collaborazione tra la facoltà di Scienze della formazione e la Fondazione e anche quest’anno ripropone le opere di uno dei più grandi autori della nostra letteratura, che è stato capace di parlare all’uomo dei temi dell’uomo: l’amore per la libertà, il rapporto conflittuale con il tempo, la dialettica tra la vita e la morte, il dolore della passione amorosa non corrisposta, il fascino della gloria, la bellezza della poesia.

Dopo un primo incontro dedicato ai significati e alla tessitura formale de Le ultime lettere di Jacopo Ortis, durante il quale il professor Frare, insieme all’attore Domenico Sannino, aveva riportato alla luce la complessa vicenda redazionale del romanzo foscoliano protrattasi per quasi una ventina d’anni, nel secondo incontro i riflettori sono stati puntati sull’Epistolario.

I brani scelti dall’Opera di Foscolo sono stati prima analizzati dal docente della Cattolica Enrico Elli, per consentire di comprendere più da vicino lo svolgimento delle vicende biografiche, psicologiche e culturali del poeta, poi sono stati letti ed interpretate da Gerardo Placido.

I prossimi incontri approfondiranno i Sonetti, i Sepolcri e Le Grazie che saranno analizzati da alcuni docenti universitari della Cattolica fra cui Paola Ponti, Rita Zama e Monica Bisi; a seguire invece saranno gli attori a dare corpo e voce alla ricchezza di significati che ciascuna opera racchiude e grazie al loro aiuto scopriremo che Foscolo continua ad essere un nostro contemporaneo, alle prese con problemi universali e condivisi che ancora oggi tengono banco, come l’amore per la libertà, il rapporto conflittuale con il tempo, la dialettica tra vita e morte, il dolore della passione amorosa non corrisposta.