«Il nostro è un paese ingessato. La nostra classe politica è troppo vecchia: il futuro sta nei giovani». Diagnosi e prognosi della malattia dell’Italia e del suo sistema politico secondo Mr. Geox. Il patron del gruppo calzaturiero veneto Mario Moretti Polegato ha incontrato gli studenti della facoltà di Economia piacentina lo scorso 13 maggio, nell’ambito del ciclo di incontri “La grande impresa di fronte alle nuove sfide”. Una storia imprenditoriale di grande interesse quella di Polegato, che parte da un’idea e dalla volontà di perseguirla: una storia che può servire da esempio per smuovere la crescita bassa del nostro Paese.

Introdotto da Anna Maria Fellegara, docente di Economia aziendale nella sede piacentina, Mr. Geox ha spiegato agli studenti che nell’era digitale la vera forza è avere la cultura per gestire. La sua vicenda ne è un esempio. «Quando ancora gli industriali investivano in strutture, io ho investito in un’idea. Geox ha inaugurato un nuovo modello, quella dell’impresa manageriale. In pratica – racconta - ho preso cinque ragazzi e ho dato loro responsabilità di prodotto, marketing, ricerca, finanza e vendite». Una prospettiva che ha permesso di superare il modello dell’impresa familiare inadeguata ad affrontare tutte le problematiche che richiedono la delega ad altre figure rispetto al padre padrone. Ma non solo. Investire in ricerca e sviluppo, sfida oggi più che mai necessaria: Geox destina il 2% del fatturato, collaborando con le maggiori università europee.

Altro capitolo fondamentale quello dell’investimento in risorse umane. «La creatività è solo umana, ma l’uomo deve essere motivato, stimolato e premiato. In Geox ci sono quattro scuole di formazione interna: selezioniamo ogni anno alcuni ragazzi, 20 lo scorso anno, provenienti da tutto il mondo e facciamo fare loro un corso specifico. Terminata la formazione questi ragazzi vengono assunti e poi inviati in zone diverse del pianeta».

Polegato non ha evitato l’analisi della situazione italiana. Fresco del riconoscimento londinese che gli è valso il premio mondiale per l’innovazione, ha spiegato che in nessuna parte del mondo esiste la stessa creatività dell’Italia. «La nostra fantasia non ha limiti, ma purtroppo non sappiamo utilizzare questo nostro Dna, perché oggi oltre all’idea ci vuole il business e infatti il mondo è pieno di aziende in cui un’idea italiana è gestita da capitale straniero». In Italia serve insomma, secondo il patron di Geox, un nuovo capitalismo, quello culturale. «Dobbiamo brevettare le nostre idee, ma dobbiamo anche essere capaci di continuare con la sperimentazione. Per questo è fondamentale collaborare con le università, trasformando le idee in progetti».