Da sinistra: Triani, Ranelli, Guasti, GromiLa scuola ha ancora un compito? E soprattutto: quale sarà la nuova identità della scuola dopo la riforma? Queste le domande al centro di un convegno di approfondimento sulla scuola superiore tenutosi in Cattolica, che è stato anche l’occasione per salutare e ringraziare due docenti che, attraverso il lavoro universitario, hanno animato nel territorio piacentino la ricerca, lo studio e la formazione per  rendere la scuola sempre più adatta a rispondere alle sfide dell’oggi: i professori Lucio Guasti ed Alberto Gromi della facoltà di Scienze della Formazione. A festeggiare i due docenti sono intervenuti all’appuntamento dello scorso 10 maggio anche il sindaco di Piacenza Roberto Reggi e il presidente della Provincia Massimo Trespidi, che hanno richiamato il prezioso lavoro dei docenti e la proficua collaborazione tra la facoltà e gli enti pubblici del territorio, senza tralasciare anche qualche ricordo personale.

Il seminario sul tema La Scuola ha ancora un compito? L’identità della scuola superiore tra riforme e razionalizzazioni” è stato coordinato da Vanna Iori, docente di Pedagogia, introdotto dal pedagogista Pier Paolo Triani e concluso dagli interventi dei due professori festeggiati. Il dirigente dell’ufficio Scolastico provinciale Armando Acri è stato il primo ad entrare nel cuore dei cambiamenti della scuola, esprimendo ottimismo nei confronti della riforma, che ha definito «urgente, indispensabile ed improrogabile, per mettere ordine tra i circa 400 indirizzi di licei e 210 degli istituti tecnici».

Il delicato tema delle competenze è stato affrontato da Guasti, docente di Didattica Generale, che ha spiegato come purtroppo nella cultura idealistica italiana le competenze tecniche siano sempre state giudicate poco formative. «In realtà – ha chiarito – la competenza rinvia alla personalità del soggetto e costituisce un tema centrale. In Italia manca una riflessione accurata sulla teoria dei curricola e della scuola, quello della competenza è un concetto molto impegnativo e ho qualche dubbio che la scuola italiana di oggi stia assumendo un’impostazione di reale cultura i merito a questi aspetti».

Alberto Gromi, docente di Pedagogia e di didattica, ha ripercorso la sua lunga storia nella scuola, soffermandosi particolarmente sul periodo dal 1973 al ’98, quando, in attesa della legge sull’autonomia iniziò presso il liceo classico Gioia, scuola di cui è stato a lungo preside, a lavorare intensamente, riuscendo ad avviare interessanti sperimentazioni. «Abbiamo sempre mantenuto la follia della speranza e la consapevolezza della responsabilità e dei rischi che si correvano», ha ricordato Gromi, facendo riferimento a un lavoro faticoso e prezioso.

Ai due docenti che lasciano la Cattolica per raggiunti limiti di età il direttore di sede Libero Ranelli ha consegnato un omaggio simbolico: il libro fotografico “Italian Students”, che immortala gli studenti della Cattolica attraverso le immagini del fotografo William Willinghton.