Web e politica, un connubio sempre più consolidato. Lo ha testimoniato anche l’ascesa di Barack Obama alla Casa Bianca, dove i social media hanno giocato un ruolo di primo piano e, anche a circa un anno dal suo insediamento, continuano a rappresentare un mezzo privilegiato della sua strategia comunicativa. Si può dire, dunque, che i nuovi mezzi di comunicazione abbiano aperto la strada a una nuova forma di partecipazione politica? Un interrogativo cui ha cercato di rispondere James Katz, docente presso la Rutgers School of Communication, che lo scorso 9 novembre, è stato ospite in Cattolica della facoltà di Scienze politiche, dove ha tenuto una lectio magistralis sul tema: Can social media actually open up government to citizen participation? The case of the Obama campaign and administration. Sono intervenuti il preside Alberto Quadrio Curzio e il professore Fausto Colombo, direttore del centro OssCom di ricerca sui media e la comunicazione e docente di teoria e tecnica dei media.

«Secondo Katz i nuovi media hanno avuto una forte incidenza sulle elezioni americane del 2008. «Grazie a un uso innovativo della rete, Obama è riuscito ad accrescere la sua popolarità e a gettare le basi per il suo successo. Senza Internet niente sarebbe potuto accadere». Sono infatti 14 milioni gli americani che, secondo gli ultimi dati, partecipano attivamente alla vita politica tramite il web inviando e-mail, mentre sono già 13 milioni gli indirizzi di posta elettronica presenti nella mailing list del presidente. I numeri decretano, a quasi un anno di distanza, che il successo di Obama sta proprio nell’aver scelto come canale di comunicazione privilegiato la rete: i social network, le tante community mondiali e le e-mail con cui il neo presidente americano invia messaggi puntuali, coinvolgenti ed empatici sono la prova concreta di un modo di comunicare diverso. Basti pensare che il blog della Casa Bianca è aggiornato costantemente e rappresenta uno strumento a disposizione degli elettori per controllare l’attività di governo. Una forma di interattività che consente al cittadino di sentirsi davvero partecipe della vita politica. Come nel giorno dell’elezione: tre minuti dopo l’annuncio della sua vittoria, tutti gli iscritti alla newsletter hanno ricevuto un’e-mail di ringraziamento: «Hai fatto la storia. Tutto questo è accaduto per merito tuo», ha scritto Obama.

Eppure, non tutti i cittadini americani sembrano condividere l’uso smodato delle nuove tecnologie in ambito politico. Per quanto Internet, social netoworks, mailing list si sono rivelati utili canali di promozione, in realtà non hanno prodotto significative aperture al popolo di Obama nei processi di decision making. Il fatto è che i tempi e, in primis l’elettorato, non sono sufficientemente maturi per un uso adeguato delle nuove tecnologie. «Su questo fronte - ha concluso Katz - occorre fare progressi, ma soprattutto c’è bisogno di un differente approccio».