Il dolore del bambino è un aspetto che viene spesso sottovalutato. Esiste infatti una tendenza generalizzata a pensare che il bambino possa sopportare meglio dell’adulto il dolore, ma ci sono dati scientifici che negano questa concezione. Recentemente sono state introdotte nuove norme in pediatria che facilitano il trattamento del dolore, fino al ricorso anche agli oppiacei.

 Di questi temi si è discusso, giovedì 1 luglio, al Policlinico universitario “Agostino Gemelli” di Roma nel convegno “Dolore e cure palliative in oncologia pediatrica”. Il meeting è promosso dalla Scuola di Specializzazione in Pediatria diretta dal prof. Riccardo Riccardi [nella foto], responsabile dell’Unità operativa di Oncologia Pediatrica del Gemelli, e dal Dipartimento di Scienze Pediatriche Medico Chirurgiche e di Neuroscienze dello Sviluppo, diretto dal prof. Costantino Romagnoli.

“In relazione alle recenti modifiche legislative sulle cure palliative pediatriche e considerando la situazione dei piccoli pazienti affetti da gravi patologie - spiega il prof. Riccardi -, il convegno ha l’obiettivo di sottolineare l’importanza della rilevazione e del trattamento del dolore come parte integrante dell’iter diagnostico e terapeutico in pediatria. Inoltre, fornisce a operatori sanitari, pediatri e infermieri, i metodi di valutazione e terapia del dolore pediatrico. È prevista la presentazione di un “decalogo” che sinteticamente enuncia gli aspetti del problema e sviluppato in modo da offrire una facile consultazione ai diversi operatori del campo pediatrico”.

Si tratta – aggiunge l’oncologo pediatra del Gemelli – di “brevi note elaborate con l’obiettivo di sintetizzare le conoscenze mediche e l’approccio terapeutico del dolore dei bambini. Ciascuno dei punti elencati dà delle indicazioni, comprovate da pubblicazioni internazionali, su come operare un intervento condiviso nel caso del dolore pediatrico, sia per quanto riguarda la sua valutazione che per le terapie da mettere rapidamente in atto”.


Brevi note sulla gestione del dolore in età pediatrica elaborate dall’Unità Operativa di Oncologia pediatrica del Policlinico “A. Gemelli” di Roma.

IL DOLORE IN ETÀ PEDIATRICA

  • Il dolore severo, non trattato, può causare danni fisici e psicologici.
  • Il livello del dolore di un bambino è un segno vitale essenziale e, come tale, deve essere regolarmente rilevato e registrato in cartella clinica.
  • I neonati avvertono il dolore sin dalla nascita e già durante la vita intrauterina.
  • I bambini avvertono il dolore in maniera più intensa rispetto agli adulti, per immaturità dei centri di integrazione spinale e centrale.
  • I bambini non si abituano al dolore, né lo tollerano meglio degli adulti.
  • Ancora oggi, però, il dolore in età pediatrica è sottostimato e sottotrattato.
  • Il dolore va valutato utilizzando scale specifiche per l’età pediatrica, che consentono, anche, di verificare l’efficacia della terapia analgesica.
  • La terapia del dolore deve basarsi sull’utilizzo di tutti i farmaci analgesici, tra cui rivestono un ruolo fondamentale gli oppioidi.
  • La terapia analgesica deve essere impostata secondo la Scala di Gravità dell’OMS, sia per
    trattare efficacemente il dolore che per limitare gli effetti collaterali dei farmaci.
  • I farmaci analgesici devono essere utilizzati a: orario fisso, a dosi appropriate, secondo la scala
    di gravità dell’OMS e utilizzando, all’inizio, un solo farmaco ed una sola via di somministrazione.
  • In età pediatrica è possibile utilizzare nuove tecniche per la terapia del dolore, quali la patient controlled analgesia (PCA) e i cerotti trans-dermici, efficaci soprattutto nel dolore cronico e post-operatorio.