Tre eventi, promossi dal Centro Pastorale, per l’Amazzonia, il polmone verde del mondo nel quale vivono in un territorio di sette milioni di km² centinaia di etnie indios.

Una Mostra,“Amazzonia una diversa prospettiva”, (inaugurazione alle ore 17 del 21 novembre), è aperta tutti i giorni dal lunedì al sabato dalle 9.00 alle 17.00 nel Primo Chiostro ed è composta da tre sezioni: la selva, i crimini e il popolo Yanomami. Ogni sezione presenta grandi immagini e un punto video. Il visitatore si fa trasportare dalla tecnologia, in viaggio virtuale in un paese tanto lontano ma tanto vicino con un immenso patrimonio umano e ambientale da custodire e salvare.
Un Concerto, tenuto dall’Anno Domini Gospel Choir sabato 21 novembre alle ore 17.30 presso l'Aula Magna e presenta l'armonia tra creature, creato e creatore vissuta dal popolo Yanomami, il tutto magistralmente accompagnato dalle immagini dell’Amazzonia.
Un Convegno, “Lasciamoci educare dagli indios”, martedì 1 dicembre dalle 9.00 alle 13.00 - Aula Pio XI, ha i propositi di sostenere la ricerca, per riflettere sulle relazioni tra l'uomo e la natura. Il popolo Yanomami diventa paradigma credibile, relazione con il creato, relazione con gli altri esseri umani.

«La morte della foresta e dei fiumi è anche la morte dei suoi popoli e la decadenza della nostra condizione umana» afferma Padre Ricardo G. Castro, missionario della Consolata nella relazione presentata ai Vescovi dell’America Latina operanti in Amazzonia poche settimane fa. Il disboscamento selvaggio perpetrato negli ultimi anni ha impoverito un ecosistema naturale unico e ha costretto molte popolazioni a spostarsi ancora di più verso l’interno e in certi casi a urbanizzarsi. Per ora 1/5 della foresta originaria descritta già 1542 dal sacerdote Gaspar de Carvajal è andata perduta per far spazio a strade e autostrade per collegare le città e a causa dello sfruttamento intensivo delle risorse minerali del territorio. Non è solo un problema naturale. «La questione ambientale – ha continuato padre Castro - non si riduce alla necessità di proteggere la diversità biologica per mantenere l’equilibrio ecologico del pianeta, ma cerca anche di valorizzare la diversità etnica e culturale della specie umana e di alimentare diverse forme di uso produttivo della biodiversità, in armonia con la natura». La scommessa di uno sviluppo sostenibile per l’uomo e in rispetto dell’ambiente parte dal bacino del Rio delle Amazzoni.