Costruire un ponte radio, sperimentare la clown terapia, fare una capanna e ritagliare fori colorati: sono solo alcune delle attività proposte agli studenti dai volontari di varie associazioni durante la seconda edizione dell’Officina del Volontariato. L’iniziativa è stata organizzata dall’Osservatorio sul Volontariato e dal Centro Servizi per il Volontariato (Csv) lo scorso 11 marzo nello Spazio Montini della sede bresciana con l’obiettivo di avvicinare i giovani al volontariato in modo dinamico e coinvolgente. Una mattinata di festa con stand colorati, clown sorridenti, la fata Biridilla e tanti studenti universitari e delle scuole superiori alla ricerca di qualche attività interessante per mettersi al servizio degli altri.

Una delle difficoltà maggiori per chi decide di impegnarsi nel volontariato, infatti, è scegliere l’ambito in cui realizzare questa esperienza; molti giovani hanno infatti una concezione idealizzata del volontariato che si discosta in parte dalla realtà. Nell’idea di volontariato sono racchiuse molte esperienze possibili e bisogna interrogarsi sui propri bisogni e capacità per capire in quale contesto ci si può esprimere meglio e realizzare il proprio desiderio di essere volontari. La curiosità e la voglia di conoscere l’altro sono delle buone spinte per iniziare. «L’idea al centro del progetto – ha detto Luigi Pati, direttore dell’Osservatorio sul Volontariato - è accostare i giovani universitari al volontariato, facendo entrare le organizzazioni del settore direttamente nell’ateneo. I ragazzi hanno partecipato numerosi e ciò dimostra come siano sensibili a questo tema». I giovani impegnati in questo tipo di attività sono ancora troppo pochi ma, come hanno spiegato i responsabili delle associazioni presenti, non serve per forza impegnarsi a tempo pieno: si possono svolgere delle attività anche piccole, per esempio la Comunità Missionaria di Villaregia cerca volontari che possano aiutare nello smistamento dei medicinali destinati ai Paesi dell’America Latina. Basta qualche ora libera alla settimana o al mese per diventare parte attiva della Protezione Civile di Ome e Monticelli Brusati, specializzata in unità cinofile e di ricerca, antincendio boschivo o per portare aiuti durante alluvioni e allagamenti nonché varie attività di pronto intervento.

I rappresentanti dell’Avis evidenziano la mancanza di un ricambio generazionale nei donatori di sangue: la maggior parte dei donatori ha dai 30 ai 35 anni e hanno maturato questa disponibilità in seguito a esperienze dirette che li hanno spinti a fare questo piccolo gesto. Si può diventare donatori già a 18 anni ma i giovani sentono questa realtà come lontana. L’Avis per sensibilizzare i bambini è ricorsa a un gioco: il boscaiolo Marcellino, cadendo, si fa un taglio ha bisogno di sangue per salvarsi la vita. Attraverso l’uso di tappi colorati i bambini capiscono qual è il gruppo sanguigno di Marcellino e chi può aiutarlo.

Le attività che gli studenti hanno potuto sperimentare spaziavano davvero in tutti i campi: tra i protagonisti della mattinata ci sono stati gli Amici di Boo!, ragazzi diversamente abili che hanno insegnato agli studenti a costruire fiori di panno e che hanno tante idee, ma per realizzarle tutte serve sempre un aiuto. Il tipo di volontariato proposto dall’associazione si divide in diurno e serale e include anche animazione nel week end come uscite al cinema, al bowling, a iniziative sportive, concerti e feste. Il progetto è infatti finalizzato a valorizzare il tempo libero dei ragazzi diversamente abili, cercando di potenziare le loro abilità personali e sociali, ma anche facendoli divertire durante le serate e i fine settimana offendo loro momenti particolari.

A fine giornata gli studenti che si sono fatti tentare dall’esperienza e hanno preso contatti con le varie associazioni non sono pochi. «Osservare da vicino la concreta attività dei volontari – spiega Emanuela, studentessa di Scienze della formazione - mi ha consentito di capire davvero lo spirito che li anima».