«Il terrorismo globale, il tema della non proliferazione, i problemi legati all’interruzione degli approvvigionamenti energetici, la pirateria ma anche gli attacchi informatici e le situazioni di tensione dovute ai cambiamenti climatici. Sono queste le nuove minacce che presenta il mondo attuale e l’Alleanza Atlantica non si tirerà indietro».

Con queste parole il Segretario Generale Delegato della Nato Claudio Bisogniero ha introdotto il suo intervento, atto conclusivo del convegno Afghanistan e oltre: la Nato verso un nuovo Concetto Strategico, che ha visto esperti, accademici, diplomatici e militari discutere sui principali temi legati all’Alleanza Atlantica. Al centro del dibattito gli interventi militari in corso, Afghanistan su tutti, e l’elaborazione del nuovo Concetto Strategico dell’Alleanza, che dovrà aggiornare il precedente documento del 1999.

Dodici mesi fa la Nato ha celebrato i suoi sessant’anni e secondo Bisogniero la sua missione è tutt’altro che conclusa: «Molti pensano che queste riflessioni in fondo non siano altro che un pretesto per giustificare l’esistenza della Nato anche dopo lo scioglimento del Patto di Varsavia. E’ evidente che non è così. La comunità internazionale, come dimostrano gli eventi di questo decennio, non può fare a meno della Nato e del suo contributo per garantire stabilità e sicurezza».

Il convegno, promosso dalla facoltà di Scienze Politiche della Cattolica con il patrocinio della Divisione Diplomazia Pubblica della Nato, Nato Rapid Deployable Corps, Centro Alti Studi per la Difesa e del Comando Militare dell'Esercito ''Lombardia'' è stato anche occasione per la presentazione della ricerca Ce.Mi. S.S. 'La Nato tra globalizzazione e perdita di centralità' curata da Massimo De Leonardis, direttore del dipartimento di Scienze politiche della Cattolica.


L'Afghanistan.
Tra le operazioni militari in corso la più importante è sicuramente quella afghana. Una missione, ha ricordato il political advisor della Nato in Afghanistan e Pakistan Daniele Riggio che ha come obiettivo quello di assistere le forze di polizia locali per garantire sicurezza e stabilità: «Si tratta di un impegno di lungo periodo – ha aggiunto – che deve comprendere non solo l'Afghanistan ma tutta la regione, Pakistan compreso». Sul tema è intervenuto anche Riccardo Redaelli, editorialista del quotidiano Avvenire e docente della Cattolica che ha sottolineato come la missione, mettendo in discussione i suoi obiettivi iniziali, abbia modificato di conseguenza anche il concetto di vittoria: «L'asticella si è decisamente abbassata – ha detto - anche se ci sono alcuni punti, come la tutela dei diritti umani, con particolare riferimento alla situazione delle donne, su cui la comunità internazionale non può transigere».

Il Nuovo Concetto Strategico. Il documento, che sarà presentato in occasione del prossimo vertice Nato di Lisbona in programma a novembre, secondo Bisogniero dovrà tener conto di cinque punti fondamentali: un giusto equilibrio fra il trattato di Washington e le minacce non strettamente legate all’articolo 5 (che recita che "ogni attacco ad una nazione tra quelle appartenenti alla coalizione verrà considerato come un attacco alla coalizione stessa" ), migliori investimenti degli Stati membri nella Difesa, interazione fra la Nato e le altri istituzioni internazionali, accordi con i Paesi che non fanno parte dell’Alleanza e una profonda riforma interna che renda più agile e snello il lavoro della Nato.

La Russia. Uno dei temi al centro della discussione è stato quello dei rapporti fra Nato e Mosca. Bisogniero non nasconde le difficoltà ma si mostra fiducioso: «Non possiamo prescindere dalla Russia. Dobbiamo trovare una collaborazione. La Nato non vede la Russia come una minaccia e a sua volta essa non rappresenta una minaccia per la Russia. Ci sono dei punti su cui siamo distanti ma ci sono anche molti fronti comuni. Dobbiamo fare in modo che prevalgano quest'ultimi ma posso dire che ci sono i margini per affrontare la questione in termini più sereni di quanto non venga prospettato».

Obama.Tra i vari temi affrontati durante il convegno non poteva poi mancare un confronto sulla politica estera del nuovo presidente Usa Barack Obama. Le posizioni non sono concordi. Secondo Anton Giulio De’ Robertis, vicepresidente del Comitato Atlantico Italiano e docente dell'università di Bari, il suo insediamento ha portato una visione nuova della politica estera americana, paragonabile al New Deal rooseveltiano. Per Massimo De Leonardis il primo bilancio dell’era obamiana, per quel che riguarda gli esteri è decisamente deludente: «Per il momento ha effettuato mosse contraddittorie che non hanno prodotto nulla. La sua politica non contempla il concetto di mondo occidentale ma si basa su un multiculturalismo esteso che mira soprattutto alla difesa degli Stati Uniti. Per quel che riguarda la Nato – ha aggiunto De Leonardis- l'atteggiamento degli Usa attualmente è un misto di indifferenza e risentimento dovuto a ciò che gli Alleati dovrebbero fare e non fanno».

L'Unione Europea. «Non siamo dove vorremmo essere, ci sono dei blocchi di natura politica che impediscono collaborazioni profonde – ha riconosciuto Bisogniero nel suo intervento – ma il Segretario Generale Rasmussen da questo punto di vista è assolutamente determinato nel migliorare la situazione. Una perplessità condivisa anche da De Leonardis che ha sottolineato come le difficoltà siano da ricercare nell'atteggiamento di un’Unione Europea ancora legata agli interessi di ciascun Paese e incapace di esprimere una posizione condivisa».

I lavori del convegno hanno dunque evidenziato una complessa rete di scenari, 'nuove sfide' per usare le parole dell'ambasciatore Bisogniero, che la Nato, insieme alla comunità internazionale dovrà affrontare per garantire sicurezza e stabilità. E' questo il futuro dell’Alleanza che, nonostante i suoi sessant'anni, secondo Bisogniero ha ancora molta strada davanti a sé, tanto da immaginare la Nato del futuro, quella del 2040. Non solo ci sarà ancora ma «sarà sempre più estesa, fino al raggiungimento dei suoi limiti naturali, con una rete di partenariati molto stretti».

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