Le varie forme religiose riconciliate attorno alla persona del malato”. È il titolo della tavola rotonda in cui sabato 11 febbraio, alle ore 15, presso la hall del Policlinico A. Gemelli di Roma, in occasione della Giornata mondiale del malato, culminerà l’incontro “Alzati e và; la tua fede ti ha salvato!” (Lc 17,19). L’incontro sarà moderato da don Angelo Auletta, assistente spirituale dell’Università Cattolica di Roma, in collaborazione con i Cappellani del Gemelli.

Interverranno alcuni rappresentanti tra le principali espressioni religiose presenti e attive nella città di Roma: Luigi De Salvia, componente direttivo Amci Roma; pastore Antonio Adamo, Chiesa Valdese di Roma; padre Augustin Gheorghiu, Chiesa Ortodossa Rumena; Mustafa Qaddourah, Centro Islamico Culturale d’Italia; Maria Angela Falà, segretario generale Unione Buddhista Italiana; Alessandro Curzi,Unione Induista Italiana; Hari Singh Khalsa,rappresentante Comunità Sikh in Italia.

«L’obiettivo che l’iniziativa si propone – anticipa don Angelo Auletta - è di promuovere un servizio pastorale oltre che verso i pazienti di fede cattolica, anche verso coloro che professano altre forme religiose, attraverso i ‘ministri’ ufficialmente costituiti dalle rispettive fedi. Elemento importante dell’iniziativa è quindi la presenza dei dirigenti del Policlinico, perché, nella responsabilità propria che loro compete, l’attuazione di questo servizio possa configurarsi in condizioni sostanziali e formali di riconoscimento ufficiale di coloro che sono deputati dai loro responsabili religiosi a svolgere il compito dell’assistenza religiosa. Tutto ciò muove dal riconoscimento di uno dei fondamentali diritti della persona, la libertà religiosa in genere e, a ragione speciale, di chi versa in condizioni di salute precaria, bisognosa, perciò, di un particolare sostegno spirituale, corrispondente alla propria scelta religiosa. I rappresentanti religiosi  - conclude don Auletta - sono stati scelti facendo riferimento a un gruppo di coordinamento che ha lavorato e preparato uno strumento denominato l’accoglienza delle differenze e specificità culturali e religiose nelle strutture sanitarie ospedaliere e territoriali della Regione Lazio».