Un omaggio al bianco, all’ideale femminile degli anni ’30 e al latte simbolo del nutrimento e della vita. È stato questo il messaggio lanciato durante la sfilata Di bianco vestita proposta dal laboratorio di Organizzazione di eventi nel campo della moda dello Stars nella piazza centrale di Brescia, piazza Paolo VI, lo scorso 17 settembre.

«Ogni anno gli studenti a conclusione del corso - spiega Dario Polatti, coordinatore del laboratorio - cercano di rappresentare attraverso una sfilata di moda, argomenti dal risvolto etico, sociale e culturale, per sensibilizzare l’opinione pubblica. Per l’edizione di quest’anno la sfilata è stata incentrata sul latte, simbolo antropologico del nutrimento e della vita, e di un suo derivato, la fibra ricavata dalla caseina, una proteina di facile lavorazione scoperta negli anni ’30 che ha dato vita alla collezione realizzata gratuitamente dalla sartoria Lidia Varetto e che presto verrà messa all’asta per sostenere una causa benefica».

Ispirandosi al latte, gli studenti hanno proposto una passerella all’insegna dell’ecologia e della purezza per promuovere, divertendo, una sensibilità etico-ecologica e per richiamare tutti, ma in modo particolare i giovani, ad assumere stili di vita sani e una cultura dell’alimentazione che pone al centro il consumo di latte come alimento indispensabile, vivo e nutriente, e l’utilizzo delle fibre organiche per la sostenibilità e la salvaguardia dell’ambiente. Un ponte ideale fra passato e futuro, dunque, portato in passerella per raccontare la storia di una scoperta “bianco latte” avvenuta nel periodo dei balli scatenati del charleston, riproposti anche per la serata.

In passerella sono saliti anche bambini che, con grazia e naturalezza, hanno addolcito la serata con abiti bianchi realizzati dalla ditta Santagostino, su tessuti in fibra di latte omaggiati dalle tessiture Pontoglio, Mario Cucchetti e Tgv. Spettacolari soprattutto le mise da sera in tessuto fluttuante e candido che le signore indossavano negli “anni ruggenti” per dimenticare le difficoltà e la guerra passata da poco. Le gambe delle modelle sono state vestite dalle aziende dell’Adici, l’associazione del Distretto calze e intimo di Castelgoffredo, che ha offerto una borsa di studio di mille euro per lo studente che proseguirà la ricerca sulle ultime tendenze stilistiche in materia di filati.