Inquadrare le relazioni familiari in una prospettiva che ponga al centro dell'attenzione il minore con i suoi bisogni: questa la scelta del convegno "Minori e diritto", che lo scorso 16 maggio ha attratto centinaia di persone all'auditorium Mazzocchi della Cattolica di Piacenza.

Il convegno, che rientra in un ciclo di seminari organizzati dalla laurea magistrale in Progettazione pedagogica nei servizi per i minori della facoltà di Scienze della formazione, realizzati grazie al concorso della "Donazione Ferracuti", è stato pensato e organizzato in stretta collaborazione con la laurea magistrale in Giurisprudenza della facoltà di Economia e Giurisprudenza di Piacenza. L'incontro fra studiosi di materie giuridiche e pedagogiche sul delicato e quanto mai attuale tema dei diritti del minore giunge quest'anno alla sua seconda edizione.

Fil rouge degli interventi, un modo di affrontare e risolvere i conflitti familiari che consideri non solo le esigenze dei genitori, ma anche gli interessi dei figli, in una prospettiva che veda i legami parentali come strumento per soddisfare quel desiderio di felicità che i componenti della famiglia possono realizzare soltanto insieme e non l'uno a scapito dell'altro.

L'incontro, presieduto da Andrea Nicolussi, docente di Diritto della famiglia e dei minori della Cattolica, è stato aperto dal Antonio Albanese, coordinatore del corso di laurea magistrale in Giurisprudenza alla sede piacentina, e da Carla Ghizzoni, coordinatore della laurea triennale in Scienze dell'educazione e della formazione della facoltà di Scienze della formazione a Piacenza.

Mauro Paladini, dell'Università di Brescia, si è concentrato sulla tutela del minore nel corso della crisi familiare. «L'affidamento condiviso - ha sostenuto - mira a salvaguardare il principio della doppia genitorialità anche quando il legame tra i genitori si spezza, mentre l'assegnazione della casa familiare vuole evitare al figlio il trauma di abbandonare l'habitat domestico, che è centro degli affetti prima ancora che luogo fisico. La recente riforma della filiazione irrobustisce la tutela dei minori, superando la distinzione tra figli legittimi e figli naturali».

Il bambino adottato e il suo diritto a conoscere le proprie origini sono stati esplorati da Andrea Renda, dell'Università Cattolica. Mentre in passato si riteneva che tutto ciò che avesse preceduto l'adozione del minore dovesse essere coperto da un velo di segreto, oggi si è fatta strada una cultura dell'informazione. «L'identità dell'adottato, come quella di qualunque persona, è un'identità complessa, che si compone di biologia e biografia - ha sottolineato Renda -. Ed è per dare un volto all'una ed all'altra che la legge consente oggi all'adottato di conoscere l'identità dei genitori biologici».

La relazione del professor Francesco Zecchin si è concentrata sul danno al minore. Il testo della Costituzione ha permesso di valorizzare le diverse esigenze che l'uomo vive nelle fasi della sua esistenza, tra cui la minore età. Il sistema della responsabilità civile ha recepito questa novità sia assumendo il compito di tutelare le varie prerogative che negli ultimi decenni si riconoscono come proprie del minore, sia modellando il proprio regime sulla circostanza che ad essere danneggiato sia un minore.

Andrea Nicolussi ha concluso quanto per il diritto sia difficile, ma cruciale tutelare i minori sui quali spesso ricadono le scelte degli adulti e le crisi familiari. La loro voce, i loro interessi e le loro esigenze, del resto, non trovano né spesso possono trovare un'adeguata tutela nel processo civile che, fondato sul contraddittorio tra le parti, è concepito prevalentemente sul modello del conflitto tra soggetti adulti e quindi pienamente autonomi anche nel decidere se chiedere o non chiedere tutela giudiziale.