Ha raggiunto quota 1.000 la dodicesima edizione dell’Open Day della Cattolica di Piacenza: tanti sono stati gli studenti delle scuole superiori che hanno risposto all’invito dell’Ateneo, e hanno “assaggiato” le quattro facoltà piacentine (Agraria, Economia, Giurisprudenza e Scienze della Formazione) attraverso la raccolta del materiale informativo agli stand, la partecipazione ai seminari di approfondimento, il colloquio con tutor, docenti e ricercatori. «Una partecipazione importante quella dell’Open day di quest’anno- sottolinea il direttore di sede Mauro Balordi – che rispecchia l’attenzione sempre più decisa che i giovani piacentini riservano alla “loro” università. Dei 2.500 iscritti al polo di Piacenza e Cremona, due terzi arrivano da fuori provincia: è importante che chi risiede in queste due città sede della Cattolica sappia di poter contare su un ateneo che alla “dimensione campus”, affianca una spiccata vocazione internazionale».

All’Open day di Piacenza erano presenti anche studenti di fuori provincia: oltre ai tre provenienti dalla Sicilia, spicca il gruppo di 25 alunni provenienti da Novi Ligure, venuti alla Cattolica di Piacenza come premio per aver partecipato ad un concorso organizzato dal Rotary di Novi in collaborazione con l’Istituto di Enologia e ingegneria alimentare della facoltà di Agraria. E proprio il preside Lorenzo Morelli, ha aperto il suo incontro citando un articolo del Sole24Ore, in cui emerge che «l'Italia primeggia a livello mondiale nell'export di prodotti alimentari e bevande (in particolare pasta, derivati del pomodoro, insaccati, caffè torrefatto, vermut, aceti, mentre nei vini abbiamo un secondo posto di peso). È un segnale importante che parla di un settore, quello dell’agricoltura e della produzione di alimenti di importanza strategica». E su questo tema Agraria ha molto da offrire, sia in termini di formazione che di ricerca, nazionale ed internazionale. La facoltà si è presentata con i seminari “Crisi alimentare, solidarietà, cooperazione e sviluppo” con il professor Marco Dante De Faveri, e “Le nuove frontiere dell’agricoltura tra il biologico e il biotech” con il professor Vincenzo Tabaglio.

La vocazione internazionale è valore aggiunto anche della facoltà di Economia: l’interesse dei ragazzi agli stand è stato soprattutto per il “Double Degree”: tutti gli studenti si sono dimostrati attratti dall’esperienza all’estero. Il professor Roberto Nelli ha approfondito con gli studenti il tema “Le strategie di convergenza dei prodotti di marca nel settore dell’intrattenimento”, esaminando le molteplici implicazioni legate all'inserimento dei prodotti di marca all'interno dei contenuti dei mezzi di intrattenimento – dal cinema alla televisione, dal teatro all'editoria, dai videogiochi alla musica -, mentre il professor Francesco Timpano ha delineato un confronto tra l’attuale crisi finanziaria e le precedenti crisi del ‘900. A tutti i giovani che hanno partecipato agli incontri di economia il preside Maurizio Baussola ha suggerito di essere aperti mentalmente: «Questa facoltà - ha affermato - vuole offrire la capacità di affrontare problemi attraverso i percorsi proposti, fra cui quello di marketing, che completa la nostra offerta formativa».

La facoltà di Giurisprudenza ha proposto le lezioni della professoressa Maria Chiara Tallacchini su “Diritto e scienza: bio e nanotecnologie”, e del professor Vincenzo Ferrante intervenuto su “Flessibilità o precariato? Quali prospettive per i giovani?”. Gli studenti interessati a Giurisprudenza hanno dimostrato di apprezzare particolarmente il corso interfacoltà sul diritto delle banche e dei mercati finanziari, che si va ad aggiungere al classico corso per accedere alle professioni legali.

Infine social network e comunicazione sono stati gli argomenti proposti dalla facoltà di Scienze della formazione per raccontarsi agli studenti, con la professoressa Alessandra Carenzio che ha parlato di “Crescere al tempo dei social network: educazione e media” e la professoressa Elena Ramella che ha proposto il seminario intitolato "'Ma mi ascolti?'” La comunicazione tra parole e silenzi”. Una scelta che sottolinea il carattere fondamentale della facoltà, che ambisce a formare persone capaci di lavorare con gli altri, promuovendo percorsi di crescita e sviluppo.