Assemblea Generale della Joint Programming Initiative (JPI)Un think thank composto da ricercatori europei riuniti alla facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica per discutere delle sinergie che si possono mettere in atto per sviluppare in modo coordinato e produttivo la ricerca in tema di welfare e sistemi sanitari.
 
È quanto è avvenuto l’11 giugno nella presidenza di Medicina della Cattolica, dove si è tenuta l'Assemblea Generale della Joint Programming Initiative (JPI). Si tratta di uno “strumento” europeo tramite il quale un certo numero di Paesi dell'Ue decide autonomamente di essere interessati ad un determinato tema di ricerca attorno al quale - attraverso iniziative comuni - desiderano concentrare progressivamente le proprie risorse di ricerca dei programmi nazionali al fine di evitare doppioni, risultati parziali e di poco impatto). "More Years Better Lives: the challenge of demographic Change" è il titolo di questo “strumento” coordinato dal professor Paolo M. Rossini, direttore dell’Istituto di Neurologia dell’Università cattolica del sacro Cuore, che ne è il chairman.

La giornata di lavori è stata dedicata al monitoraggio dell'andamento del primo Bando, in corso, di oltre 7 milioni di Euro (a cui l'Italia non partecipa), come pure alla definizione degli argomenti per i due bandi futuri che verranno lanciati nel 2016 su tematiche inerenti l'impatto dei cambiamenti demografici sui sistemi di welfare, sui sistemi sanitari, sulle pensioni, sul mercato del lavoro, sulla mobilità e l'organizzazione urbana, sugli assetti sociali (rapporti intergenerazionali ed emigrazione) e sull'uso di nuove tecnologie.

Oltre trenta i delegati - nominati dai rispettivi Enti governativi che finanziano la ricerca - provenienti dai 15 Paesi membri effettivi (14 UE e Canada), nonché da Turchia e Ungheria nel ruolo di "membri osservatori".

«La nostra JPI nasce da un'iniziativa del Governo tedesco - racconta il professor Rossini, delegato italiano nominato da Miur e Ministero Salute - che convocò una riunione a Berlino nel 2009 da cui poi è nata nell'anno successivo il JPI “More Years Better LIves”. Il concetto stesso di JPI - continua Rossini - nasce dalla consapevolezza che ancora oggi in Europa oltre l'85% dei fondi totali di ricerca scientifica sono erogati dai programmi nazionali di ricerca e non da Bruxelles. Appare quindi chiarissimo che se si vuole veramente lanciare la ricerca europea e renderla competitiva a livello mondiale si dovrà sempre più agire nell'allineare i programmi di ricerca nazionali attorno a temi d'interesse comune e con un forte coordinamento. Esattamente quello che stanno facendo i JPI».