Significativo riconoscimento dell’International Student Congress of Medical Sciences (Iscoms), per Danilo Buonsenso, studente al sesto anno di Medicina della Cattolica di Roma, premiato per la ricerca sull'andamento epidemiologico della tubercolosi in età pediatrica nella capitale negli ultimi 20 anni. L’Iscoms, il principale forum di studenti di medicina in ambito internazionale, si è svolto lo scorso giugno, presso l’University Medical Centre di Groningen, in Olanda, dove lo studente della Cattolica si è fermato per svolgere uno stage. La ricerca, intitolata Epidemiology and not-common aspects of pediatric tuberculosis in a low incidence area: a 20-year study in Rome, Italy, è stata coordinata da Piero Valentini, docente dell’Istituto di Clinica pediatrica della Cattolica di Roma, in collaborazione con il reparto di Malattie Infettive dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù.

Lo studio ha preso in esame i casi di tubercolosi (Tbc) dal 1° gennaio 1990 al 31 dicembre 2009. Sono stati analizzati i dati di 213 bambini ricoverati per Tbc presso i reparti di Isolamento pediatrico del Gemelli e di Malattie Infettive del Bambino Gesù, ricavandone risultati epidemiologici particolarmente interessanti. Negli ultimi anni, infatti, si è registrato un costante aumento del numero dei casi di tubercolosi in età pediatrica. Lo studio ha cercato di dare una risposta a questo preoccupante andamento della malattia. «Uno dei fattori che hanno contribuito a questo fenomeno - spiega Danilo Buonsenso - è sicuramente l'immigrazione: oltre la metà dei casi interessa bambini di nazionalità non italiana, anche se nati in Italia da genitori stranieri. Non solo, i viaggi internazionali ormai non pongono più barriere alle malattie infettive e non è più raro riscontrare focolai di tubercolosi in luoghi come asili, scuole elementari e medie, in cui la fonte di diffusione della malattia è stato per esempio un insegnante».

Di fronte a un bambino con tubercolosi si usa, in gergo, il termine di "caso indice": per caratteristiche microbiologiche i bambini generalmente non sono in grado di trasmettere l'infezione, pertanto dietro a un caso di Tbc in età pediatrica c'è sempre, o quasi, un adulto che rappresenta la sorgente dell'infezione. Lo studio ha preso in esame casi nei quali sono state analizzate le manifestazioni cliniche, la presenza di "multi-drug resistent tuberculosis" (problema emergente soprattutto nei paesi in via di sviluppo, non ancora in Italia, e nella nostra città) e la prognosi di questi bambini. «In questi anni – conclude Buonsenso - uno dei nostri impegni è sempre stato quello di individuare il punto di partenza della malattia, andando oltre il solo obiettivo di curare i nostri pazienti, ma cercando di fare un lavoro di prevenzione di un’ulteriore diffusione della malattia, sia nel contesto familiare in questione, sia nel contesto sociale in cui la famiglia si muove».