Dopo più di vent’anni il 4 maggio è stata riaperta la “Casa Museo Lodovico Pogliaghi” al Sacro Monte di Varese, eclettica dimora dell’artista - autore del Sacro Cuore che campeggia al centro dell’omonima Cappella dell’Università Cattolica a Milano -  oggi sede anche della “Fondazione Pogliaghi”. La casa ospita una vasta e straordinaria collezione di oggetti preziosi - dai vasi cinesi, ai cocci etruschi, dagli argenti neoclassici ai tappeti orientali, dai sarcofagi egiziani alle statue romane e ai capitelli medievali, dalle sculture rinascimentali a dipinti del Sei e Settecento. Circa duemila pezzi che dicono della versatilità di Pogliaghi scultore, pittore, orafo, illustratore, scenografo, architetto, e che lo stesso artista, amico dell’allora prefetto della Biblioteca Ambrosiana Achille Ratti, futuro Papa Pio XI, decise di donare proprio all’Ambrosiana.

A causa della difficile manutenzione, nel corso del Novecento la villa, che esternamente si presenta come un’eccezionale mescolanza di stili architettonici e che con il suo patrimonio interno testimonia il lungo operato dell’artista, fu chiusa e oggi finalmente restituita alla comunità, grazie a un importante finanziamento della Regione Lombardia.

Il Sacro Cuore di Gesù, collocato al centro della omonima Cappella progettata dall’architetto Giovanni Muzio, è stato realizzato da Lodovico Pogliaghi nel 1925 su commissione di Padre Gemelli che l’aveva pensato per la cappella nella sede di Sant’Agnese. Un’immagine che campeggia sulla pergamena che ricevono tutti gli studenti dell’Ateneo al momento della laurea. Pogliaghi, che all’epoca aveva sessantotto anni, ha prodotto diversi disegni preparatori dell’opera che dimostrano la ricerca espressiva dell’artista nel segno di luce che apre il costato e nella gestualità pacata della figura di Cristo. Una copia dell’opera è stata eseguita da Pogliaghi per la chiesa dei Santi Gervaso e Protaso a Trezzo sull’Adda. Autore di grande esperienza nell’arte monumentale e abituato a committenze ecclesiastiche, Pogliaghi ha portato a compimento la Porta centrale del Duomo di Milano e la facciata nel 1906, ha operato nel Duomo di Como e in quello di Monza, e in altre città nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma nel Duomo di San Lorenzo a Genova.

La vita e le opere dell’artista

Lodovico Pogliaghi nacque nel gennaio 1857 a Milano; frequentò il Liceo G. Parini a Milano per poi iscriversi all'Accademia di Belle Arti di Brera, dove studiò Pittura e composizione. Ai dipinti giovani a carattere religioso e storico, nonchè al restauro e alla decorazione di nobili dimore in area comasca e milanese, affiancò la produzione nel campo dell'illustrazione, ideando centinaia di tavole a olio, tradotte in seguito in grafiche xilografiche per i volumi della "Storia d'Italia" edita dalla Treves di Milano.

Oltre al campo della pittura, della scultura e dell'architettura, il giovane artista milanese approfondì e perfezionò anche la propria abilità e propensione nel campo orafo, ottenendo da subito lodi e onori in veste di sublime e raffinato cesellatore, realizzando apparati liturgici all'interno di diverse chiese tra Como e Milano. Nella produzione commemorativa e funebre ideò cartoni tradotti successivamente in mirabili opere musive per il Famedio al Cimitero Monumentale di Milano, nonchè per la Cappella Verdi, nella Casa dei Musicisti nella medesima città. Già docente d’ornato a Brera dal 1891, si aggiudicò la vittoria al concorso per la realizzazione della porta maggiore del Duomo di Milano, sua più importante opera alla quale si dedicò incessantemente dal 1894 al 1908. Negli anni successivi gli incarichi si fecero sempre più numerosi, grazie a committenze pubbliche e private, che lo portarono ad operare nelle maggior città d'arte d'Italia, fino all’ultima fatica delle imposte bronzee per Santa Maria Maggiore a Roma (1937-1950). Acuto e curioso ricercatore dai poliedrici interessi, tra i quali il collezionismo, Pogliaghi si cimentò inoltre nell’arte glittica realizzando numerose targhe e medaglie.

A queste maggiori opere si aggiungono alcune alcuni lavori a Varese, presso la Basilica di San Vittore, nonché gli interventi di restauro al Santuario e alle Cappelle di Santa Maria del Monte sopra Varese, luogo che ancora oggi custodisce il suo testamento: la casa-studio presso la quale l’artista si spense il 30 Giugno 1950 all'età di 93 anni.