Il poema The last rose of summer, scritto nel 1805 dal poeta irlandese Thomas Moore e musicato successivamente da Sir John Stevenson, canta di una rosa che cresce solitaria in un mondo desolato. Lo scorso 4 marzo all’Università Cattolica di Milano, invece, la musica è fiorita nel nome dell’Irlanda e, seguendo il filo conduttore dell’opera di Moore, ha accompagnato gli spettatori in un viaggio nell’intreccio di suoni e parole che da sempre contraddistingue la cultura dell’isola di Smeraldo.
Una lezione-concerto (la prima di tre), tenutasi in un’aula magna gremita per l’occasione, che ha visto protagonisti due musicisti di livello internazionale: il flautista Raffaele Trevisani e la pianista Paola Girardi, che hanno proposto una serie di rivisitazioni del tema musicale di The last rose of summer e di altre grandi melodie irlandesi. Il tutto preceduto dalla lezione sulle “Risonanze irlandesi in Europa e oltre”, tenuta da Enrico Reggiani, docente di Lingua e letteratura inglese dell’università, e promotore della serie di incontri intitolata proprio “A rose of summer”.
«Uno dei modi in cui l’Irlanda viene chiamata è “Land of song” - ha spiegato Reggiani -. È il luogo che forse rappresenta in modo più efficace la coabitazione tra letteratura e musica, due codici espressivi che, uniti, anziché indebolirsi, acquistano maggiore forza comunicativa. Basti pensare a James Joyce: nei suoi Dubliners, lo scrittore usa spesso la musica come filo conduttore del racconto e come strumento per sottolineare i momenti più intimi e profondi della trama».
Ospite d’eccezione dell’evento, a testimoniare la qualità del progetto, è l’ambasciatore d’Irlanda in Italia, Patrick Hennessy, che ha ringraziato l’università per l’iniziativa. «Sono molto grato alla Cattolica, al rettore Lorenzo Ornaghi e alla preside della facoltà di Scienze linguistiche e letterature straniere Luisa Camaiora, per avere deciso di offrire un assaggio d’Irlanda agli studenti e alla città di Milano. I miei complimenti vanno soprattutto al professor Reggiani, che ora aggiunge la musica come freccia al suo arco di promotore della cultura irlandese in Italia».
Hennessy ha anche sottolineato lo stretto rapporto che lega i due paesi: «I legami tra l’Italia e l’isola dello Smeraldo sono antichissimi, risalgono addirittura al quinto secolo, quando San Colombano, missionario irlandese, giunse a Milano, e in questa splendida città fu accolto con favore dal re dei longobardi. Le relazioni tra i due paesi sono notevoli anche in termini di turismo», ha aggiunto l’ambasciatore. «Pensate, solo nell’ultimo anno gli italiani che hanno visitato l’Irlanda sono aumentati del 20%. Molti di loro sono studenti che si recano a Dublino e in altre grandi città per studiare. Non di rado accade che decidano di rimanere a vivere qui. La comunità italiana in Irlanda, infatti, è molto numerosa».
La serie di lezioni-concerto prevede ancora due appuntamenti con ospiti d’eccezione, sempre a ingresso libero. Giovedì 15 aprile ci saranno Francesco Attesti al pianoforte e il soprano Victoria Rastorgueva, mentre l’incontro conclusivo è previsto per lunedì 3 maggio, quando nell’aula magna dell’università si esibiranno cinque giovani pianisti di talento, provenienti dal conservatorio “Giuseppe Verdi”,dall'Accademia Internazionale della musica di Milano e dal Conservatorio della Svizzera Italiana di Lugano.