La forza delle idee supera anche gli ostacoli più alti, morte compresa. Non poteva esserci titolo migliore per ricordare l’impegno e il sacrificio di Ezio Tarantelli, l’economista ucciso dalle Brigate Rosse nel 1985.

Lunedì 28 marzo l’Università Cattolica di Milano, in occasione del 26esimo anniversario dell'omicidio, ne ha onorato la memoria proiettando un documentario intitolato, per l’appunto, La forza delle idee. Realizzato dal figlio Luca con la regia di Monica Repetto il film, raccoglie brevi filmati amatoriali e testimonianze di amici, familiari e colleghi. Un documento che più che l’economista (che comunque non manca) descrive il padre di famiglia, il marito, l’uomo.

Al termine del documentario c’è stato poi spazio per una tavola rotonda coordinata da Mario Napoli, docente di Diritto del Lavoro, alla quale hanno partecipato Luca Tarantelli, autore del film e figlio dell’economista, Gabrio Forti, preside della facoltà di Giurisprudenza, Massimo Bordignon, docente di Economia Pubblica e Claudia Mazzucato, ricercatrice di Diritto Penale alla Cattolica di Piacenza.



Massimo Bordignon, che di Tarantelli era stato allievo ai tempi dell’Istituto Universitario Europeo di Firenze, ha voluto ricordare la sua figura come docente «perché è in quella veste che ho avuto la fortuna di conoscerlo. Tarantelli  - ha raccontato Bordignon - era un professore vulcanico, e se ho intrapreso questa carriera lo devo a lui, al suo corso e all’entusiasmo che sapeva trasmettere. Le sue lezioni erano multidisciplinari, impostazione peraltro evidente anche nei suoi scritti. In aula con lui non si parlava di teorie astratte ma di fatti concreti, di attualità, politica sociologia. Tarantelli - ha aggiunto - era anche un uomo sempre pronto a mettersi in discussione anche se l’interlocutore era un semplice studente».

«Cosa avrebbe elaborato oggi? Non lo so e forse non è nemmeno giusto provare a pensarlo – ha concluso – perché il mondo in cui ha vissuto è decisamente diverso da quello attuale. I problemi oggi sono altri rispetto a quelli della sua epoca, cercare di rendere attuali le sue teorie è una forzatura».

Ma Tarantelli, dal 1971 al 1975 fu anche un docente della Cattolica. Un passaggio della sua vita ricordato da Mario Napoli che tuttavia ha voluto sottolineare oltre al suo contributo accademico anche quello relativo alla ricerca: «Fu autore di pubblicazioni molto importanti come Il ruolo economico del sindacato, un testo agile ma ricco di concetti innovativi. Un testo che si contraddistinse per l’interdisciplinarietà dei contenuti e per il suo linguaggio innovativo». Anche la facoltà di Giurisprudenza della Cattolica, attraverso l’intervento del preside Gabrio Forti, ha voluto ricordare la figura di Tarantelli perché «la memoria coltivata e condivisa è un passo importante per ottenere giustizia».

La chiusura dei lvori è stata affidata a Luca Tarantelli: «Il lavoro di mio padre è stato importante perché ha contribuito a promuovere il modello econometrico. Un approccio, il suo, che si contrapponeva a quello degli economisti tradizionali, sostenitori di teorie astratte, totalmente sconnesse dalla realtà quotidiana e dai problemi che da questa emergevano».

Il figlio dell’economista ucciso, infine, parlando delle vittime del terrorismo, non ha poi nascosto un’amara riflessione: «In passato ci hanno ignorati, ora purtroppo siamo regolarmente strumentalizzati».