«Honourable Chair, fellow Delegates»: è iniziata con queste parole la nostra avventura di delegate all’Harvard National Model United Nations (Mun), un’espressione che ci ha accompagnato non solo durante il corso di preparazione ma anche in ogni formal session a Boston. Il Mun, infatti, è un progetto che prevede la simulazione, fatta dai giovani, dei lavori delle varie commissioni delle Nazioni Unite e degli organismi legati a questa organizzazione. [Nella foto da dx a sx: Federica Cattaneo, Alice Zinesi e Alice Spranzi].

È iniziato tutto con il bando pubblicato sul sito delle Relazioni Internazionali dell’Università Cattolica e l’entusiasmo è subito volato alle stelle. La prima parte del progetto prevedeva un corso di formazione tenuto dallo staff dell’associazione Isole d’Europa (Ide), organizzatrice degli stage diplomatici, a cui abbiamo preso parte, e di altre attività che hanno lo scopo di avvicinare i giovani alla diplomazia. È li che noi tre, pur essendo studentesse della stessa università, ci siamo conosciute: complici le pessime condizioni climatiche del mese di dicembre, un treno in ritardo ha fatto incrociare le nostre strade e da quel momento siamo diventate un gruppo di diplomatiche molto affiatate. Non è stato facile sacrificare le preziose ore di sonno dell’unico giorno della settimana in cui speravamo di riposare totalmente, il sabato, giorno di lezione del corso, ma al termine di questa esperienza possiamo veramente dire che ne è valsa la pena.

Presso le aule della sede di via Carducci a Milano abbiamo trovato uno staff di giovani laureati membri di Ide, che negli anni passati hanno partecipato alle simulazioni, pronto ad accoglierci, a rispondere alle nostre domande, a sostenerci e aiutarci durante tutte le fasi del progetto. Alla notizia che avremmo rappresentato la Repubblica della Guinea-Bissau ci siamo sentite un po’ scoraggiate. Diciamolo a bassa voce: non sapevamo dove fosse! Poi abbiamo cominciato le ricerche, con particolare attenzione ai topics su cui avremmo dovuto dibattere in commissione e abbiamo inviato allo staff americano dell’Università di Harvard, responsabile dell’evento a Boston, i nostri position papers, ossia la “carta d’identità” del paese rappresentato e le politiche attuate o proposte in merito ad un determinato tema. Nel frattempo, la data della partenza si faceva sempre più vicina e, dopo aver sbrigato tutte le faccende burocratiche, il 14 febbraio siamo partite alla volta di Roma, dove ci attendevano due giorni di full immersion per la revisione generale delle regole di procedura della commissione e un entusiasmante incontro con un vero ambasciatore, il rappresentante della Repubblica Orientale dell’Uruguay in Italia e presso la Fao, unico tra i sei ambasciatori contattati da Ide a essersi reso disponibile a incontrare dei diplomatici “in erba”. Già sognavamo a occhi aperti una carriera in ascesa come la sua.

Federica Cattaneo, Alice Zinesi e Alice Spranzi al porto di BostonFinalmente, il 16 febbraio siamo decollate alla volta di Boston: per la nostra prima volta negli States l’adrenalina è esplosa nelle nostre vene: ci siamo ritrovate circondate da circa 3.000 ragazzi provenienti da 37 paesi del mondo che avrebbero condiviso con noi il lavoro in commissione. Anche solo per questo motivo, la multiculturalità e internazionalità dell’evento, il Mun merita di essere vissuto una volta nella vita. Il lato pratico della simulazione è stato il più faticoso: momenti di panico iniziale perché dovevamo parlare in pubblico, delegati instancabili che lavoravano anche la notte per stendere draft resolutions, confronti con delegati agguerriti che in commissione zittivano gli altri membri, ma anche momenti più distesi di dialogo, di allegria e soprattutto tanto divertimento, non solo ai cocktail party serali o alla Delegate Dance.

I giorni di simulazione sono volati e non abbiamo sentito il peso dei lavori in commissione, anche se i ritmi americani hanno sconvolto il nostro bioritmo italiano. Il nostro gruppo non ha ricevuto riconoscimenti speciali dal comitato organizzativo, ma quello che ci portiamo a casa, dopo questa esperienza, è un premio ben più importante: l’entusiasmo di essere state negli Stati Uniti, il ricordo dei volti degli altri delegates dai quattro angoli del mondo e di quello che insieme abbiamo imparato gli uni degli altri trascorrendo lunghissime ore gomito a gomito, la soddisfazione di aver superato la paura di parlare di fronte a un pubblico, inizialmente di sconosciuti, in una lingua straniera che da anni studiamo solo sui libri. Un’esperienza che ci ricorderemo per la vita e che siamo pronte a rifare, e soprattutto una stupenda storia di amicizia che abbiamo condiviso con altri splendidi ragazzi italiani, che vogliamo ringraziare: Cinzia, Silvia, Luca, Francesca, Giulia, Laura, Eleonora, Sofia, Alice, Caterina e Davide, il nostro Head Delegate che ci ha assistito a Boston e ci ha fatto sentire “gruppo” in ogni occasione.

 


Federica Cattaneo, 22 anni, di Capriolo (Bs), terzo anno laurea triennale in Scienze linguistiche, curriculum Esperto Linguistico per le Relazioni internazionali; Alice Spranzi, 23 anni, di Castenedolo (Bs), e Alice Zinesi, 23 anni, di Grumello del Monte (Bg), primo anno laurea magistrale in Scienze linguistiche curriculum Lingue per le Relazioni internazionali – Sede di Brescia