di Alma Maria Gaspari *

Uno stage presso un’istituzione dell’Unione europea è soprattutto una grande esperienza umana e culturale. Non solo permette di assaporare per cinque mesi la vita professionale di un funzionario Ue, ma rappresenta l’occasione di conoscere più a fondo il funzionamento delle istituzioni europee, di vivere in un ambiente multiculturale e multilingue e confrontarsi con persone provenienti da tutti i paesi del continente, con percorsi di vita e di studio differenti, tutte accomunate dalla passione per le lingue e le culture straniere e dalla voglia di scoprire, viaggiando e lavorando, cosa vuol dire Europa oggi e cosa vuol dire “essere europei”. Lo stage permette di visitare non solo l’istituzione presso la quale si è ospitati ma anche le principali altre istituzioni. Io ho avuto modo di visitare la Corte di Giustizia, la Corte dei Conti e il Centro di Traduzione degli organismi dell’Unione europea in Lussemburgo, ma anche di assistere ai dibattiti del Parlamento europeo, in due diverse occasioni, a Bruxelles e a Strasburgo.

al punto di vista professionale si tratta di una vera esperienza di lavoro, poiché gli stagisti selezionati sono normalmente studenti che hanno un background solido nelle discipline relative ai compiti che sono chiamati a svolgere. Certamente c’è una componente formativa nello stage, che, tradotto, vuol dire: per poter raggiungere tutti gli obiettivi del progetto è spesso necessario lavorare sodo e cercare di colmare le eventuali lacune sul campo. Io, che ero stagista presso la Direzione Generale di Traduzione, dipartimento di lingua italiana, unità 3, ho dovuto lavorare sodo per cercare di raggiungere il livello di produttività desiderato: la traduzione professionale è un’attività impegnativa e specifica, anche per chi possiede un background linguistico più che soddisfacente, ma non si è mai cimentato nella specialità. Soprattutto i testi giuridici ufficiali sono dotati di una forma tipologica e di una terminologia assolutamente precise che devono sempre essere mantenute conformi al lavoro precedentemente svolto, globalmente archiviato dai database e dalle memorie interne, come Euramis , Eur-lex e Dgt Vista.

AlmaMi sono occupata sostanzialmente di due compiti: innanzitutto la traduzione di testi di media lunghezza, legislativi e non. Si trattava di proposte di regolamento della Commissione al Parlamento e al Consiglio, direttive, e simili, i quali nella maggior parte dei casi sono testi che si rifanno a modelli preesistenti, sui i quali il lavoro è principalmente di integrazione delle parti che non sono già esistenti nella memoria di traduzione del testo (più del 75% di corrispondenza del segmento con segmenti preesistenti); interrogazioni parlamentari scritte, lettere inviate o ricevute dalle Direzioni Generali che fanno riferimento all’unità 3 (Sanco, Trade, Empl, Ecfin).

L’altra mansione era quella di gestire, in maniera indipendente, un progetto terminologico di area finanziaria, relativo a credit default swap e vendite allo scoperto, per il database InterActive Terminology for Europe (Iate), che ha peraltro fornito lo spunto per l’argomento delle mie memorie di laurea magistrale, ispirate a questo progetto, grazie alla collaborazione con la professoressa Amanda Murphy. I testi sono sempre stati rivisti dal mio supervisore, il capo unità Cristiano Maria Gambari, mentre le schede terminologiche sono state validate dalla terminologa dell’unità 3 prima di essere pubblicate on-line.

Lo stage mi ha permesso di approfondire da un lato le conoscenze e competenze informatiche, grazie a un corso di formazione mirato all’apprendimento dell’uso dei principali software e memorie di traduzione impiegati presso la Dgt, formazione che risulta quindi complementare alle competenze acquisite con il mio percorso universitario, non strettamente legato alla traduzione, che si è tenuto in maniera intensiva durante le prime settimane di lavoro e poi con alcuni richiami durante lo stage.

 

Adesso che sono alla fine del mio percorso universitario, posso dire di essere stata fortunata a essere selezionata dalla Commissione europea e di poter inserire sul curriculum un’esperienza in un’organizzazione internazionale, che mi ha consentito di esercitare le lingue straniere, nella vita professionale e privata, di scoprire il mondo delle istituzioni Ue, con potenziali risvolti interessanti per una carriera futura in questo ambito. E poi di aver potuto conoscere persone meravigliose, intelligenti e preparate, con cui ho condiviso momenti di lavoro e di divertimento indimenticabili, considerando oltretutto il livello di competizione altissimo fra gli studenti che cercano di accedere a stage di questo tipo: nel 2010 sono pervenute solo alla Commissione complessivamente circa 12.000 candidature per meno di 700 posti.


*Alma Gaspari ha 24 anni, è di Dairago (MI)- Laureanda in Management internazionale, facoltà di Scienze linguistiche (laurea magistrale), sede di Milano