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Mes e Recovery Fund, le strategie per non sprecare i fondi Ue
Webinar Mes e Recovery Fund, le strategie per non sprecare i fondi Ue Martedì 7 luglio confronto online promosso da facoltà di Economia, campus di Roma, e Osservatorio Conti Pubblici Italiani sui progetti di impiego delle risorse finanziarie europee. I lavori saranno aperti da Domenico Bodega , preside della facoltà di Economia dell’Università Cattolica. Modera l’incontro Gilberto Turati , docente di Scienza delle Finanze alla facoltà di Economia dell’Università Cattolica. recoveryfund #mes #fondieuropei Facebook Twitter Send by mail Print.
Fondi europei, un’occasione da non sprecare per l’Italia
Dal loro punto di vista tra i vari interventi il più innovativo è senz’altro il Recovery Fund - tuttora in fase di contrattazione al Consiglio Europeo - sia per il modo con cui è finanziato sia per il modo con cui è distribuito. Il nostro Paese è il fanalino di coda, sia perché è stato colpito prima e più duramente dall’epidemia, sia perché partiva già da una situazione più debole (nel 2019 la crescita reale è stata solo dello 0,3%). Per esempio, l’OCSE ci accredita di una perdita di prodotto dell’11% nel 2020 e di una ripresa del 7,7% nel 2021, che diventano rispettivamente -15% nel 2020 e +5% nel 2021 in caso di recrudescenza dell’epidemia. Complessivamente, gli interventi già varati (SURE+ESM+BEI) assommano a 540 miliardi di euro; con il Recovery Fund, se verrà approvato nella misura proposta dalla Commissione, si raggiungerebbero i 1300 miliardi di euro di fondi europei, che si aggiungono agli interventi nazionali prima descritti. Quella che stiamo vivendo è una crisi che si è trasformata nel corso del tempo: si è passati dalla crisi sanitaria allo shock di offerta fino all’attuale shock di domanda, non essendo ancora ben ripartiti i consumi. Sul Mes si è concentrato l’intervento di Giampaolo Galli , docente di Politica Economica presso la facoltà di Economia nel campus di Roma, vice-direttore dell’Osservatorio Conti Pubblici Italiani e direttore della Rivista di Politica Economica. Fra i vari dubbi suscitati dal dibattito in questi giorni è bene sottolineare che l’unica condizione posta a questi prestiti a tassi molto agevolati è che i soldi siano spesi bene per le spese dirette o indirette della Sanità.
Scienza e istruzione attendono il Recovery Plan
Analisi Scienza e istruzione attendono il Recovery Plan Se l’Italia vuole ricominciare a crescere nel lungo periodo, superando i troppi dualismi, deve investire di più in ricerca, educazione, innovazione. Secondo l’economista se l’Italia vuole ricominciare a crescere nel lungo periodo superando i troppi dualismi deve investire di più nelle risorse umane. Sono contributi di razionalità e competenza ma anche di pacatezza di cui si sente sempre il bisogno. Un ragionamento in linea con quello fatto da Mario Draghi a metà agosto al Meeting per l’Amicizia tra i Popoli di Alberto Quadrio Curzio * Anche quest’anno settembre è caratterizzato da molti convegni malgrado il rischio Covid-19 non sia ancora superato. Tra questi ultimi consideriamo lo “European Open Science Forum 2020” tenutosi a Trieste pochi giorni fa. Forum di rilevanza Europea e Internazionale ricco di scienziati e tecnoscienziati che hanno trattato temi di assoluta rilevanza anche per le dinamiche che stanno caratterizzato la cosiddetta IV rivoluzione industriale. Ovvero se l’Italia vuole ricominciare a crescere nel lungo periodo superando i troppi dualismi deve investire di più nelle risorse umane. continua a leggere su Huffingtonpost ] * professore emerito di Economia politica all’Università Cattolica, fondatore e attualmente presidente del Consiglio scientifico del Centro di ricerche in Analisi economica ( Cranec ), presidente emerito dell’Accademia Nazionale dei Lincei #recoveryplan #fondieuropei #ricerca #istruzione Facebook Twitter Send by mail Print.