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Investimenti pubblici, serve una svolta

Anche nello scenario più favorevole di una rapida ripresa, l’economia mondiale subirà un crollo economico che sarà di gran lunga peggiore di quello che ha seguito la crisi finanziaria globale del 2008. Il pezzo del Financial Times di Draghi afferma brillantemente qualcosa su ciò su cui la maggior parte, se non tutti, i politici e gli economisti sono oggi d’accordo, ovvero che, di fronte a una crisi di questa portata, tutti gli strumenti di politica macroeconomica devono essere mobilitati. L’altra gamba deve essere il sostegno fiscale, che nella maggior parte dei Paesi sta, per il momento, assumendo la forma di un sostegno a breve termine al sistema produttivo (schemi di lavoro temporaneo, garanzie sui prestiti) e ai redditi delle famiglie dal lato dei consumi. Inoltre, la crisi Covid sta innescando un sano processo di ricerca interiore sulla nostra traiettoria di sviluppo a lungo termine, mettendo in discussione il nostro stile di vita, l’utilizzo delle risorse naturali e la sostenibilità sociale e ambientale delle nostre economie. Il presente Rapporto va al cuore di questa domanda, cercando di dare uno stato dell’arte del capitale pubblico e delle esigenze di investimento nei Paesi europei e concentrandosi su alcuni di quelli che riteniamo essere i settori chiave. Con questa prospettiva - la prima di una serie di prospettive - vogliamo fornire sia una valutazione dello stato del capitale pubblico nei (e delle esigenze dei) principali Paesi europei, sia identificare le aree in cui gli investimenti pubblici potrebbero contribuire maggiormente a una crescita stabile e sostenibile. La vecchia idea di una Regola d’oro sta facendo di nuovo passi avanti negli ambienti politici; una tale regola permetterebbe di finanziare con il debito le spese di investimento, richiedendo ai Paesi di bilanciare le spese correnti e le entrate.

 
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