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Scala, una Prima mai vista
Annullata causa Covid-19 la Lucia di Lammermoor di Donizetti, il tempio milanese della lirica inaugurerà, come da tradizione, la stagione il 7 dicembre con una Prima unica, mai vista fino ad ora nella storia della Scala. Non sarà infatti un’opera, ma un lungo programma di musica, canto e danza diretto dal maestro Riccardo Chailly e con la regia di Davide Livermore. A riveder le stelle è il titolo dello spettacolo, che sarà trasmesso in diretta su Rai 1 e Radio 3, ed è ripreso dalle ultime parole dell’ Inferno di Dante . Il programma della serata prevede 31 brani eseguiti da 5 compositori italiani e 3 stranieri, 25 stelle del canto, da Lisette Oropesa a Placido Domingo, l’étoile Roberto Bolle e i primi ballerini del corpo di ballo oltre, naturalmente, all’Orchestra e al Coro della Scala. Sarà una Prima davvero speciale con video e contaminazioni tra prosa e poesia, senza la presenza del pubblico in sala, ma dove la narrazione dello spettacolo si svolgerà in vari luoghi del teatro per consentire agli spettatori di Rai1 di vedere cantare e ballare alla Scala in luoghi inediti. Ha rappresentato e rappresenta un modello di elaborazione e condivisione di spettacoli capaci di esaltare le eccellenze di professionalità uniche di cui il nostro Paese è ricco e di esprimere contenuti di grande forza morale». afferma la professoressa, sottolineando inoltre come «ancora una volta, e in questo triste periodo, il Teatro si è messo in gioco, capace ancora di stupire e di fare arrivare a tutti noi il proprio messaggio di nuova e rinnovata creatività».
Il “Basso” filosofo acclamato nel mondo
Alumni Il “Basso” filosofo acclamato nel mondo Il cantante lirico Andrea Mastroni ha nel suo curriculum, oltre alle esecuzioni nei più famosi teatri del mondo, anche una laurea in Filosofia estetica conseguita all’Università Cattolica. Il Venerdì di Repubblica ne ha tracciato un profilo intrigante 08 maggio 2020 Pubblichiamo la parte iniziale dell’articolo del Venerdì di Repubblica in uscita oggi, con l’articolo dedicato al bassoprofondo Andrea Mastroni, il “cubista della lirica” come si definisce dialogando con l’autore. Gli bastano un ghigno, una smorfia, una risata, e la maschera del personaggio gli cala sul viso. Anche via Skype dall’appartamento di Milano, che ora è il teatro della sua personale Bohème, tetto spiovente e cucina sullo sfondo, lo spietato primo piano capace di deformare anche un bellissimo di Hollywood non lo imbarazza. E può farlo anche in inglese, tedesco e russo ( Canti e danze della morte di Musorgskij è già andato in scena a Helsinki, Onegin di Cajkovskij sarà prossimamente a Barcellona). Stando ai trionfi di una carriera iniziata quasi vent’anni fa, s’indovina che dev’essere appena entrato negli “anta”, ma preferisce non soffermarsi sul dato anagrafico, «non sveliamo il mistero del fanciullo», dice l’ardito barocchista con alle spalle tanto melodramma accentuando la mimica facciale col movimento delle sopracciglia perfettamente disegnate. Ed esorcizza con una risata mefistofelica l’impotenza di fronte alla pandemia che gli ha paralizzato la carriera.