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Come il Covid cambia le migrazioni
Un lavoro di ricerca, rilevazione ed elaborazione di dati che, come ha fatto notare Direttore della sede bresciana Giovanni Panzeri, « non si è fermato nemmeno di fronte alle oggettive difficoltà generate dalla pandemia e dal lockdown, di fronte ai quali il CIRMiB non ha tirato i remi in barca. Nell’anno scolastico 2018/19 gli studenti stranieri nel complesso di tutte le scuole statali e non statali della provincia di Brescia sono stati a 33.053, pari al 18% degli studenti (con un incremento dello 0,2% sull’a.s. precedente). Brescia è la quarta provincia in Italia per numero di studenti immigrati - ha infatti evidenziato Paolo Barabanti , docente di sociologia dell’educazione - Un dato che acquista ancor più rilievo se si pensiamo che alle prime tre posizioni ci sono capoluoghi di regione come Milano, Roma e Torino. L’anno solare 2019 presenta una tenuta dei tassi di occupazione per la componente maschile, superiore tra gli stranieri (78,3%) rispetto agli italiani (74,3%) e tenuta anche dell’occupazione femminile (sebbene le donne straniere nella macro regione Nord-Ovest sono risultate meno occupate delle italiane - 61,5% per le donne italiane contro il 48,8% per le straniere). Nel 2019 La dinamicità delle imprese permaneva elevata: a Brescia il 17% dei titolari di imprese sono stranieri e di questi l’84% sono di origine extra-comunitaria. Inoltre, il mercato del lavoro nel 2019 ha fatto registrare in provincia di Brescia un totale di 194.119 attivazioni di rapporti di lavoro (di cui 31,3% a stranieri), a fronte di un numero simile di cessazioni: 190.775, di cui il 31.3% relative a stranieri. In totale, rispetto al 2018, vi è stato un calo del 4,5% di contratti avviati; ma, tra questi, i contratti avviati a stranieri sono calati solo dello 0,5% mentre sono aumentate del 2% le cessazioni dei rapporti di lavoro con stranieri.
La migrazione è un fenomeno familiare
Secondo padre Marco Vianelli , direttore dell’Ufficio nazionale per la Pastorale della Famiglia della Cei, «l’inverno demografico che sta investendo l’occidente renderà più difficile costruire una collettività che tenga conto delle diversità: un figlio, che fatica a sentirsi “fratello”, incide notevolmente sulla società». Questo ha a che fare coi diversi livelli d’interpretazione della Shari’a, la legge rivelata da Dio, che ammette l’interferenza del fattore religioso all’interno della sfera pubblica e delle leggi che regolano lo status personale». Oltre alla parità di genere anche i fattori generazionali incidono, e non poco, sui processi di integrazione connessi alla trasmissione e assimilazione di valori tra cui quelli religiosi, anche se spesso, nelle società maggiormente improntate alla secolarizzazione come quella occidentale, il tema rimane sullo sfondo. Eppure l’età degli individui nel momento della migrazione è determinante: se si è adulti migranti il grado di formazione della personalità è completo, mentre i minori possono essere inseriti nel sistema scolastico del Paese d’accoglienza. L’assimilazione è spesso segmentata: può essere consonante in quei casi in cui genitori e figli si acculturano con la stessa velocità, ma il più delle volte è dissonante, per via della maggiore propensione delle giovani generazioni ad adottare lingua, usi e costumi del Paese ospitante». I mariti sono in Italia mediamente da 20 anni, le donne mediamente da 15, in tutti i componenti della famiglia emerge forte il sentimento di fatica e la tristezza del distacco dalla terra madre, il ché porta ad una negoziazione all’interno della coppia e della famiglia». Si tratta di un dato in linea con gli studi internazionali di settore, eppure sorprende riscontrare un tale livello di orgoglio e rispetto per le proprie radici in ragazzi in una fascia d’età generalmente caratterizzata da fragilità dal punto di vista identitario».
La religione dei migranti nell’Europa post-secolarizzata
Il primo webinar si tiene oggi, giovedì 15 ottobre 2020, alle 16 ed è dedicato alla Religione dei migranti e rifugiati nell’Europa post-secolarizzata . L'evento si potrà seguire da questo link #migranti #religione #ricerca #migrazioni Facebook Twitter Send by mail Print.
Esiste un diritto a migrare?
È il taglio con cui il fenomeno migratorio è stato affrontato nell’incontro “La questione migratoria tra giustizia, diritto e antropologia”, introdotto dal professor Giovanni Bombelli, docente di filosofia del diritto all’Università Cattolica. “ Giustizia o umanità? Come e perché le società sviluppate devono rispondere al problema migratorio ” è il problema che si è posto la professoressa Isabel Trujillo , docente di filosofia del diritto all’Università degli studi di Palermo. Tanti i temi toccanti durante la sua lezione, anche se tutti inseriti all’interno di un ragionamento più ampio, incentrato sulle teorie della giustizia e su come queste possano essere collegate al tema delle migrazioni. Il professor Fabio Macioce , docente di filosofia del diritto alla Lumsa, si è soffermato sulla questione delle frontiere e del diritto all’inclusione. Il relatore ha esordito esprimendo perplessità in merito al meccanismo di funzionamento delle frontiere, che può ritenersi opaco, «perché ci sono persone che vivono proprio dove ci sono i confini e di conseguenza diventa difficile stabilire chi sta dentro e chi fuori». Spostare dunque l’attenzione dallo status sull’agency: ciò che è importante è quello che i migranti fanno, il modo con cui si integrano e interagiscono con la comunità di destinazione». migrazioni #migranti #diritto #giustizia Facebook Twitter Send by mail Print.
20 anni di MigraReport
“Le migrazioni sono diventate un tema principale per la politica nazionale e internazionale poiché, come pare quasi assodato in Europa, chi promette di respingerne i flussi ha buona probabilità di riscuotere consensi alla elezioni – ha osservato la direttrice del Cirmib Maddalena Colombo . L’impegno di un centro di ricerca locale sugli impatti del fenomeno migratorio diviene pertanto ancora più importante affinché venga divulgata un’informazione corretta e affinata, che tenga conto non solo dei numeri ma anche dei fattori sociali”. Già perché, in tempi di luoghi comuni e di allarmismo costante e spesso infondato, la risposta a molte domande sui flussi migratori e sulle relative conseguenze la si può trovare nella conoscenza approfondita e documentata e nella capacità di inquadrare efficacemente i cosiddetti “effetti di aggregazione”. Certo, in genere gli stranieri rivestono ruoli di basso profilo nei campi, nelle stalle, nel settore della logistica, dei trasporti o dell’assistenza domiciliare, ma appare in crescita anche il numero degli imprenditori (+1,8%) concentrati nei settori del commercio, della ristorazione, o nelle costruzioni. Gli studenti stranieri sono il 7,1% all’Università Statale e il 4,5% in Cattolica (con un’incidenza del 6,6% che supera quella nazionale), ma il dato è in aumento (+19,5% rispetto all’anno scorso) e ben l’80% è in possesso di un diploma conseguito in Italia, il doppio rispetto a dieci anni fa. Famiglia. Qualche esempio? “Oggi a Brescia i cosiddetti 2G, gli studenti stranieri di seconda generazione, sono il 67% degli studenti stranieri totali, che in Italia sono il 60%. Le loro prestazioni non sono attualmente al pari di quelle dei colleghi italiani, ma la forbice tra i due dati va sempre più assottigliandosi ed esistono casi di studenti stranieri resilienti e in grado di ottenere ottimi risultati nonostante difficoltà linguistiche e/o socioeconomiche” conclude Barabanti.
Migrazioni, il lavoro che m(n)obilita
summer school 2018 Migrazioni, il lavoro che m(n)obilita Fanno i lavori che gli italiani non vogliono più svolgere ma in un quadro di precarizzazione sono divenuti ingranaggi di un circolo vizioso di un peggioramento delle condizioni di lavoro e reddito. Era l’obiettivo della Summer School “ Mobilità umana e giustizia globale ” 2018 , che si è tenuta quest’anno a Santa Maria di Leuca. Il fenomeno migratorio pone una varietà di sfide ai mercati dell’Unione Europea, chiamati a verificare le proprie capacità di inclusione; d’altro canto appare però indiscutibile che, superando gli attuali (e troppo spesso inefficaci) modelli dell’integrazione, il beneficio apportato da questi attori economici sarebbe straordinario. La straordinaria adattabilità dei migranti - sottolinea Laura Zanfrini al termine della IX edizione della scuola - li ha resi i candidati ideali per occupare quei lavori che gli italiani non volevano più fare rendendoli una risorsa strutturale per il funzionamento della nostra economia e della nostra società. E conclude affermando che «garantire l’uguaglianza delle opportunità e le condizioni di un lavoro decente e dignitoso per tutti è dunque un passaggio fondamentale per valorizzare il potenziale dell’immigrazione e promuovere una convivenza pacifica e solidale». Quest’ultimo comincia invece da piccoli step, è localizzato, sostenibile, non è solo di qualcuno, ma di molti e ovviamente necessita di una congiunzione socio-politica virtuosa. Nel panorama delle iniziative formative dedicate al fenomeno delle migrazioni internazionali, la Summer School si distingue per il fatto di condurre l’analisi della mobilità umana all’interno di una riflessione più ampia, che comprende la questione della giustizia in tutte le sue implicazioni (economiche, politiche, sociali, culturali ed etiche).
Migrazioni, il ruolo della religione
ricerca Migrazioni, il ruolo della religione Presentato al Senato, alla presenza del presidente della Cei Gualtiero Bassetti e del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese , uno studio dell’Ateneo che apre a nuovi approcci nella governance dei fenomeni migratori 22 gennaio 2020 Migrazioni e appartenenza religiosa. È il tema della ricerca che è stata presentata lo scorso 22 gennaio al Senato dal rettore Franco Anelli , alla presenza del presidente della Conferenza Episcopale Italiana, cardinale Gualtiero Bassetti , e del ministro dell’Interno, prefetto Luciana Lamorgese . From the periphery to the core, for a new humanism ” è uno studio inedito e multidisciplinare che l’Ateneo ha condotto nell’arco di tre anni, foriero di nuovi approcci alla governance dei fenomeni migratori. Lo studio ha confermato le ipotesi iniziali: al di là della sua straordinaria complessità e di investimenti di ricerca ancora insufficienti, vi è un pregiudizio ideologico che impedisce di cogliere adeguatamente il ruolo della religione nei processi migratori e di integrazione. L’identità religiosa è una fonte di resistenza e resilienza, ma è anche ciò che conferisce significato alla decisione di migrare, specie per chi ha sperimentato solo dopo la migrazione un contesto di libertà religiosa. Tuttavia, l’identità religiosa dei migranti deve spesso scontrarsi con le visioni stereotipate che aleggiano nell’opinione pubblica, sia nel caso dei migranti musulmani, sia in quello dei migranti cristiani, che sperimentano con sofferenza e amarezza la scarsa familiarità degli italiani nei riguardi di tradizioni religiose diverse da quella romano cattolica. Ciò chiama in causa sia l’esigenza di alfabetizzazione religiosa, ma anche quella di riacquistare un legame con la sua dimensione trascendente, con la religione “vissuta” e non meramente ridotta alla sua dimensione culturale, facendo dell’immigrazione una sfida profetica per una società che afferma di fondarsi su radici cristiane.
Migranti, quale impatto nel food
PIACENZA Migranti, quale impatto nel food La sesta conferenza dell’Associazione Italiana di Economia Agraria e Applicata (Aieaa) sarà ospitata dalla sede di Piacenza il 15 e 16 giugno. Al centro dei lavori, le politiche dell’immigrazione e le ricadute nel settore agroalimentare. giugno 2017 Negli ultimi decenni l’agricoltura e le aree rurali hanno rappresentato la principale fonte di opportunità di lavoro per i migranti. La ricerca economica è andata oltre l’analisi dell’impatto degli immigrati sui salari e sull’occupazione europea: gli economisti hanno iniziato ad analizzare l’interazione tra i migranti e gli europei partendo dal loro grado di sostituzione e/o complementarietà e analizzando le loro reazioni in ambiti lavorativi. Di questi temi si occuperà la sesta Conferenza dell’Associazione Italiana di Economia Agraria e Applicata (Aieaa), che sarà ospitata dalla sede di Piacenza dell’Università Cattolica il 15 e 16 giugno 2017. Titolo del convegno: “Economics and Politics of Migration: Implications for Agriculture and Food” . piacenza #food #agricoltura #migrazioni Facebook Twitter Send by mail Print.
Von der Leyen e l’immigrazione “nel rispetto dei nostri valori”
Migrazioni Von der Leyen e l’immigrazione “nel rispetto dei nostri valori” La proposta della presidente della Commissione sembra ribadire i limiti dell’approccio europeo, centrato sui costi e sui flussi, piuttosto che delineare un modo nuovo di gestire il fenomeno migratorio. L'editoriale della professoressa Laura Zanfrini 28 settembre 2020 La professoressa Laura Zanfrini è la coordinatrice della ricerca multidisciplinare Migrazioni e Appartenenze Religiose che ha coinvolto una trentina di ricercatori – tra sociologi, filosofi, psicologi, giuristi, politologi, teologi – impegnati per un triennio. Pubblichiamo il commento della professoressa Zanfrini, ripreso dall’Huffington post di Laura Zanfrini * Che si torni a mettere a tema la riforma del regolamento di Dublino è una buona notizia. La proposta di cui si discute in questi giorni sembra però ribadire i limiti dell’approccio europeo, piuttosto che delineare un “modo nuovo” di gestire l’immigrazione “nel rispetto dei nostri valori”, come l’ha presentata Ursula Von der Leyen. La logica di fondo, infatti, è ancora una volta quella di distribuire tra gli Stati membri i “costi” – dell’accoglienza e addirittura dei rimpatri –, non di condividere le responsabilità nel governare una questione epocale . Quell’identità cristallizzata nei principi della dignità di ogni persona e della solidarietà istituzionalizzata che si esprime attraverso la protezione innanzitutto dei più vulnerabili. continua a leggere su Huffington Post] * docente di Sociologia delle migrazioni e della convivenza interetnica, facoltà di Scienze politiche e sociali , Università Cattolica del Sacro Cuore #migrazioni #immigrati #europa #flussi Facebook Twitter Send by mail Print.
Una graphic novel contro i muri
milano Una graphic novel contro i muri La scrittrice Teresa Radice e l’illustratore Stefano Turconi hanno spiegato agli studenti com’è nato “ Non stancarti di andare ”, una storia d’amore sullo sfondo della Siria, che racconta, parlando di migrazioni, l’impetuoso bisogno di ritrovarsi in Italia. Dopo aver pubblicato nel 2013 il volume “ Viola giramondo ”, hanno dato alle stampe nel 2015, con la casa editrice Bao Publishing, “ Il porto proibito ”, che gli è valsa il premio Gran Guinigi per la “ Miglior Graphic Novel ”. Padre Dall’Oglio è stato trasformato in un personaggio di riferimento della vicenda – racconta Turconi – un punto di riferimento, che ha a che vedere con le vite di tutti, perché cambia le prospettive». Sono una coppia felice e fanno il lavoro dei loro sogni: illustratrice naturalistica lei, professore universitario lui. Nel 2013 Ismail deve tornare a Damasco per firmare delle carte e potersi definitivamente trasferire in Italia, con la donna che ama. Ma la situazione, tornato in Siria, gli sfugge di mano. Lui, che non sa di essere padre, cerca in tutti i modi di tornare da lei e lo fa nell’unico modo possibile per tutti coloro che non hanno documenti: attraverso i barconi. Questa graphic novel non è solo il racconto della storia d’amore tra Iris e Ismail, ma è il racconto dell’accettazione del diverso, della forza che lega indissolubilmente le persone che si vogliono bene e farebbero di tutto per ritrovarsi e stare di nuovo insieme. “Non stancarti di andare” è una storia di immigrazione e integrazione, due temi di cui si sente spesso parlare e che sembrano sempre opposti e lontani, ma sono più vicini di quello che si possa pensare.
Migranti, perché non è possibile impugnare il decreto del Tar
DIRITTO AMMINISTRATIVO Migranti, perché non è possibile impugnare il decreto del Tar Il commento del professo r Aldo Travi sul Sole 24 Ore : nei confronti dei decreti di questo genere emessi dal presidente di un Tar, il codice del processo amministrativo prevede soltanto la possibilità di richiedere la revoca. Di conseguenza ha disposto che sia consentito l'ingresso della nave in acque italiane e in particolare «che sia prestata immediata assistenza alle persone maggiormente bisognevoli». Il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha annunciato l'appello al Consiglio di Stato contro il decreto cautelare del Tar, cosa non prevista dal nostro ordinamento. Nei confronti dei decreti di questo genere emessi dal Presidente di un Tar, il codice del processo amministrativo prevede soltanto la possibilità di richiedere la revoca, per qualsiasi motivo, allo stesso Presidente. Il codice del processo amministrativo prevede in questo caso che l'ordinanza del collegio, essa sì, sia passibile di appello (art.62). continua a leggere sul Sole 24 Ore] * docente di Diritto amministrativo, facoltà di Giurisprudenza , Università Cattolica #migranti #migrazioni #diritto Facebook Twitter Send by mail Print.
Giaccardi: vivere è essere ospitati
l'intervento Giaccardi: vivere è essere ospitati Migrazioni, l’articolo sull’Osservatore romano della sociologa dell’Ateneo. Oggi la mixofobia (il terrore della mescolanza e della contaminazione) degenera in “cultura dell’odio” che diventa quasi una risorsa identitaria, strumentalizzata dai populismi. luglio 2019 «Sembra esserci nell’uomo, come nell’uccello, un bisogno di migrazione, una vitale necessità di sentirsi altrove», scriveva Marguerite Yourcenar nel suo ultimo libro, Il giro della prigione . Canna pensante, animale sociale, l’essere umano è anche un animale migrante: lo spostamento, il decentramento, l’esplorazione fanno parte della spinta ad auto-trascendersi che gli conferisce una posizione unica nell’universo. Come scriveva Albert Camus, l’uomo è l’unico animale che non si accontenta di essere ciò che è. Con la tarda modernità e lo sviluppo tecnico il sogno di una mobilità senza limiti per tutti è diventato realtà. Ma dopo la crisi del 2008 ci si è accorti del lato più problematico della mobilità, giungendo al paradosso evidenziato da Zygmunt Bauman: il viaggiare per profitto viene incoraggiato; il viaggiare per sopravvivenza viene condannato.
Economia, la lezione di Tito Boeri
Roma Economia, la lezione di Tito Boeri Si è aperto il congresso della European Public Choice Society, ospitato dalla Facoltà di Economia nella sede di Roma dell’Ateneo. In apertura la lecture del Presidente dell’INPS su Migrazioni, populismo e Welfare State. Si tratta di temi cruciali per la ricerca nell’ambito dell’economia e del management sanitario, temi per i quali la Facoltà di Economia e la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica collaborano da qualche anno proprio sul campus di Roma, anche attraverso programmi formativi in lingua inglese.”. Durante il congresso verrà consegnato il Wicksell Prize al miglior paper presentato da un giovane ricercatore under 30. Il Premio è sponsorizzato dallo European Journal of Political Economy ed è dedicato all’economista svedese Knut Wicksell che difese l’intervento pubblico e lo Stato Sociale. Per ulteriori informazioni e per il programma completo dell’evento si può consultare il sito dedicato: http://www.epcs2018. economia #europa #migrazioni #populismo #healthcare Facebook Twitter Send by mail Print.
Ius soli, la legge imperfetta
Ogni legge in questa materia è per definizione imperfetta, e imperfetta non potrà che essere anche la legge che esiterà dal dibattito parlamentare. Già oggi, circa 4 su 10 degli stranieri che diventano cittadini (oltre 200mila nel 2016) sono giovani fino ai 19 anni, divenuti italiani per scelta al raggiungimento della maggiore età o, più spesso, per trasmissione dai genitori che hanno maturato i requisiti per richiedere la naturalizzazione. Fomentare la paura che “regalando” la cittadinanza si finirà con l’immettere nel corpo della nazione persone di dubbia lealtà può essere un argomento seducente, ma che diventa insostenibile quando lo si indichi come probabile effetto della riforma in discussione. A calamitare gli immigrati, specie quelli irregolari, è semmai, da sempre, l’ampia e radicata economia sommersa, con la sua insaziabile domanda di lavoro iper-adattabile, insieme alla nostra “tolleranza” verso l’immigrazione irregolare e le pratiche d’aggiramento della legge (che vedono gli immigrati perfettamente “integrati” al mal costume italico). Poiché un mutamento di status non avrà alcuna efficacia nel riequilibrare la composizione di una popolazione che registra - nonostante il contributo di un’immigrazione concentrata nelle età riproduttive - un numero di nascite annuali più che dimezzato rispetto a quello dei mitici anni del baby boom. Tanto da renderci sconcertati di fronte a un paese che tollera, nei confronti degli immigrati per i quali s’invoca l’uguaglianza, situazioni di sistematica violazione dei diritti più basilari, e condizioni di sfruttamento che rasentano lo schiavismo. Ma il suo significato potrebbe essere ancor più rilevante per le molte giovani vittime della condizione di disagio strutturale che segna l’esperienza dei figli di un’immigrazione concentrata nei gradini più bassi della stratificazione sociale.
Migrazione e bullismo, presentati i dati Unesco
Brescia Migrazione e bullismo, presentati i dati Unesco Nella seconda edizione del congresso "World Anti-Bullying Forum", finanziato dall'Unesco, è emerso come i giovani migranti o appartenenti a gruppi etnici minoritari abbiano maggiore probabilità rispetto ai coetanei di subire bullismo e cyber-bullismo. I dati non lasciano dubbi: dal report emerge infatti come, nei diversi Stati, giovani migranti o appartenenti a gruppi etnici minoritari abbiano una maggiore probabilità rispetto ai loro coetanei di subire bullismo. Questo accade nel 33% dei casi in Nord-America e Europa, dove il 26% dei nativi è vittima di bullismo tradizionale, mentre sul fronte cyberbullismo le stime parlano del 14% dei migranti, contro il 9% degli autoctoni. I risultati degli studi scientifici evidenziano inoltre come, nei casi di bullismo etnico, ad avere un ruolo cruciale sono meccanismi e processi psicologici diversi da quelli alla base del bullismo tradizionale. In queste ultime, infatti, solitamente il giovane prepotente prevarica per ottenere l'approvazione dai coetanei e un ruolo di leader nel gruppo. Nel caso del bullismo etnico, invece, a generare le azioni sarebbe il pregiudizio verso chi appartiene a una diversa minoranza o è immigrato, e non le dinamiche di gruppo. Per questo motivo i dati raccolti dal report scientifico saranno tradotti dall’UNESCO in documenti di indicazione di linee politiche da sviluppare in corretti interventi contro di questa allarmante forma di bullismo, il cui contrasto è considerato una priorità dalla stessa UNESCO.
Migranti, Global Compact al palo
Milano Migranti, Global Compact al palo L’Italia non parteciperà al Summit Onu di Marrakech del 10 e 11 dicembre dove sarà ratificato il documento che propone una gestione internazionale di migrazioni e rifugiati. Lo ha annunciato il vicepremier Matteo Salvini alla Camera dichiarando che l’Italia non parteciperà al Summit Onu di Marrakech, che tra il 10 e l’11 dicembre adotterà il documento, lasciando al Parlamento la decisione di aderire o meno al trattato. Un annuncio che arriva proprio mentre l’alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (UNHCR) propone di rivoluzionare il sistema globale di accoglienza dei rifugiati. Il Global Compact sui rifugiati parte dalla costatazione che il modello assistenzialista della Convenzione di Ginevra del 1951, che ancora oggi detta tempi e modi della gestione dei rifugiati, ha fatto il suo tempo. La proposta dell’UNHCR punta a riorganizzare il sistema degli interventi, basandolo su un cambio di prospettiva della figura del rifugiato: abbandonare lo stereotipo che lo vuole un “mantenuto a vita” per trasformarlo in un reale agente per lo sviluppo, in un lavoratore-consumatore del Paese che lo ospita. La decisione italiana di non partecipare al Summit Onu a Marrakech sembra inserirsi, invece, nel quadro di una strategia che prevede la determinazione da parte dell’attuale governo di far prevalere a tutti i costi la propria volontà sulle regole comunitarie e/o internazionali, come molti autorevoli commentatori fanno notare. Interverranno la sociologa Laura Zanfrini , direttore del centro di ricerca, sulle motivazioni dei Global Compacts, lo psicologo dell'Ateneo Giovanni Giulio Valtolina sulla posizione della Chiesa Cattolica in tema di migrazioni, intercultura e accoglienza, e a seguire i consoli dei Paesi rappresentati.
Lampedusa, l’abisso di Davide Enia
teatro Lampedusa, l’abisso di Davide Enia Il drammaturgo, scrittore e attore siciliano, in scena nei giorni scorsi al Piccolo di Milano, ha incontrato gli studenti dell’Università Cattolica, scolpendo con le parole nella coscienza di ciascuno 29 novembre 2019 di Giulia Restelli * «Il primo sbarco non si scorda mai». È un’ironia carica di drammaticità quella utilizzata da Davide Enia (in primo piano nella foto con il collega Giulio Barocchieri) , drammaturgo, scrittore e attore siciliano, per parlare dell’arrivo dei migranti a Lampedusa. È terapia per Davide, che attraverso il ricordo esce dal suo abisso profondo, ma è terapia anche per noi, che possiamo ascoltare qualcosa di vero, che accade realmente, ma di cui non siamo informati, o lo siamo male. L’attore racconta i suoi dubbi, quale direzione prendere: destra o sinistra? “Salvo una mamma con un bambino o cinque uomini?” Davide parla anche riportando le parole dei pescatori di Lampedusa, che nelle loro reti non trovano solo pesci, ma anche numerosi cadaveri umani. Lampedusa è silenzio e trauma, e anche Davide ha vissuto il suo. Dopo l’esperienza a Lampedusa l’attore ammette di non credere più ai telegiornali, che ci riportano una realtà velata, filtrata, quasi privata dalle emozioni. Racconta di essersi accorto di avere un profondo irrisolto, un abisso da cui risalire, e dice che è stata la compagna a riportarlo alla realtà, e fargli prendere coscienza della situazione, dopo averlo visto passare un’intera giornata a fare marmellata di arance, ininterrottamente. All’attore urge che le persone comprendano il senso di ciò che accade a Lampedusa e agli abitanti, che non vengono mai presi in considerazione.
Migrazioni, una collana open access
Qual è lo scopo della collana? Gli studi e le ricerche che ospitiamo, di sociologia e altre discipline politico-sociali e umanistiche, si pongono l’obiettivo di facilitare una comprensione dei processi migratori e delle società multiculturali. Leggere “dentro le migrazioni” significa non solo seguire le tradizioni teoriche ed empiriche più consolidate ma anche sviluppare nuovi metodi e approcci nella ricerca sul campo. Quali sono i temi che esplorerete in futuro? La Collana Inside Migration ospiterà quei contenuti che la comunità degli studiosi ci proporrà, a partire dai progetti in corso che il Cirmib realizza con diversi partners locali, nazionali e internazionali. Come dicevo all’inizio, la collana vuole dare voce anche a nuovi approcci nella ricerca sul campo, quindi, ad esempio, le ricerche partecipative, i nuovi approcci epistemologici, gli atti di workshop o convegni su temi emergenti, ecc. – specialmente se proposti da studiosi giovani, che vogliano mettersi alla prova. Tutte le proposte editoriali per i Quaderni, che possono essere inviate alla mail cirmib-bs@unicatt.it , saranno selezionate dopo una procedura double blind di valutazione con referee anonimi. E, attraverso di loro, ci rivolgiamo a studenti universitari, docenti, operatori sociali, politici, amministratori ecc. che devono prendere decisioni su come agire nei contesti immigratori. Inoltre, rispondendo ai criteri di open publishing, ormai divenuti un riferimento obbligato per chi fa ricerca coi fondi pubblici e comunitari, si vuole incentivare la pubblicazione di opere specialistiche, che con l’immensa possibilità di circolazione offerta dal web potranno diventare in breve tempo patrimonio di tutti.
Nella pancia della bestia
MILANO Nella pancia della bestia La lezione in Cattolica del direttore del Journal of Global Slavery Damian Pargas sui rifugiati dalla schiavitù nell’America del 1800. Un parallelo con l’Europa di oggi e con le condizioni di chi oggi fugge alle nuove schiavitù. La paura, la paura di venir scoperti a causa del proprio colore della pelle, la paura di essere divisi dalla propria famiglia, di venir ricatturati e puniti, forse uccisi, erano i sentimenti prevalenti per milioni di neri negli Stati Uniti d’America durante i conflitti di secessione. In quei Paesi che si schierarono contro gli schiavi fuggitivi, dove ogni movimento sospetto poteva rappresentare un pericolo di vita, molte erano le fughe, inizialmente disorganizzate nelle boscaglie e nelle foreste, e poi presto stabilizzate tramite una serie di reti, verso il nord America, e cioè verso il Canada. Si affiancavano alle fughe verso il Messico, dove la vita era difficile rispetto al nord del continente americano, ma dove i confini politici erano da sempre scarsamente delineati e per questo meno difficili da violare. E mentre gli schiavi afroamericani si moltiplicavano e si stabilizzavano fino a “dimenticare” l’Africa, gli schiavi brasiliani, importati dagli schiavisti oltre le abolizioni, rammentavano le loro origini fino a creare movimenti politici e centri di forte autodeterminazione. Molti dunque gli stimoli e le simmetrie con le problematiche migratorie globali.
Migrazioni e immigrazione
È la fotografia scattata dal seminario Migrazioni: cambiamenti in atto e nuovi scenari , tenutosi lo scorso 22 marzo nella sede dell’Università Cattolica, e promosso dall’Ateneo e dal Centro di Iniziative e Ricerche sulle Migrazioni Brescia (Cirmib), in collaborazione con Fondazione Ismu e con la Congrega della Carità Apostolica. Le dinamiche del fenomeno migratorio in Italia e in Europa mettono in evidenza significative novità a causa sia dei perduranti effetti che la crisi economica ha sul mercato del lavoro, sia dei cambiamenti geo-politici e dei conflitti che investono le regioni del Medio Oriente e dell’Africa Sub-Sahariana. Dati alla mano, nel corso del seminario Vincenzo Cesaresco , Segretario Generale della Fondazione Ismu, ha illustrato come: “I permessi di soggiorno per motivi familiari abbiamo rappresentato il 40% degli ingressi nel 2014. Tra i principali mutamenti in corso occorre considerare come il 2015 abbia registrato i più alto numero di migranti giunti in Europa (oltre 1 milione) e come il 2016 non sia da meno, con una media di oltre 2mila ingressi al giorno. Un ulteriore punto è stato offerto da Gian Carlo Blangiardo , docente dell’Università degli Studi di Milano Bicocca e Fondazione Ismu, che ha illustrato: “Occorre essere realistici nell’affrontare i cambiamenti della società, né demonizzare né esagerare le positività. Tra gli ultraquattordicenni provenienti da paesi a forte pressione migratoria in provincia di Brescia, nel 2015 i lavoratori a tempo indeterminato sono il 38% (nel 2014 erano il 32%), i disoccupati sono il 16% (-1% rispetto al 2014), le casalinghe sono l’11% (nel 2013 erano il 15%). Aumentano anche gli immigrati proprietari di casa, che passano dal 18% nel 2014 al 20% nel 2015, mentre la percentuale di chi è in affitto da solo o con i propri familiari scende dal 64% al 60% e di chi è in affitto in coabitazione con altri immigrati si riduce al 9%”.
Migranti e paure ai Dialoghi di vita buona
MILANO Migranti e paure ai Dialoghi di vita buona Milano, lunedì 23 maggio 2016 . Al Piccolo Teatro Studio Melato al centro del dibattito le preoccupazioni e le soluzioni possibili di fronte alla questione delle migrazioni. Tra i relatori i professori dell’Ateneo Cristina Pasqualini e Riccardo Redaelli 19 maggio 2016 Interverranno anche i professori dell’Università Cattolica Cristina Pasqualini e Riccardo Redaelli lunedì 23 maggio alle ore 20.30, al Piccolo Teatro Studio Melato di Milano (via Rivoli 6) ai “ Dialoghi di vita buona ” dal titolo “ Confini e migranti: paure e soluzioni ”. Il tema è di grande attualità: il sentimento di paura verso chi scappa da miseria, guerre e persecuzioni e approda nel nostro Paese e nelle nostre città corre il rischio di essere strumentalizzato. Cristina Pasqualini, docente dell’Università Cattolica presenterà i dati del Rapporto Giovani dell’Istituto Toniolo che documentano il sentimento comune di paura dei giovani italiani nei confronti dell’arrivo degli immigrati. Per questa ragione invitiamo a visitare il sito www.dialoghidivitabuona.it e ad inviare le domande sul tema della serata alla mail partecipa@dialoghidivitabuona.it o utilizzare gli account twitter dialoghivb usando come hashtag #dialoghi #migranti e f acebook/Dialoghidivitabuona per condividere i contenuti che saranno proposti. Nati dall’iniziativa del cardinale Angelo Scola e del professor Massimo Cacciari , i “Dialoghi di vita buona” sono promossi da diverse realtà culturali, sociali, economiche della metropoli milanese, riunite in un comitato scientifico , e vogliono essere una risposta comune alla frammentazione che caratterizza la nostra società.
A Lampedusa, avamposto di umanità
Cattolicapost A Lampedusa, avamposto di umanità Francesca Ferraro , dopo le edizioni nel leccese e a Castel Volturno della Summer School in “Mobilità umana e giustizia globale” vorrebbe partecipare anche a quella nell’isola siciliana. Il diritto a non emigrare”, avendo partecipato alle edizioni del 2014 a Roca di Melendugno , in provincia di Lecce, e a Castel Volturno , nella terra dei fuochi. E non vorrebbe mancare l’appuntamento dal 18 al 21 luglio nell’isola siciliana , diventata simbolo di solidarietà e di accoglienza. Il percorso professionale di Francesca è sempre stato all’insegna del sociale: «Avendo frequentato un corso di laurea magistrale in Scienze politiche per la famiglia, i minori e la comunità, ho sempre avuto un particolare interesse per questo settore. Grazie alle lezioni dei professori Laura Zanfrini e Giovanni Valtolina mi sono avvicinata di più al tema della migrazione e la Summer School andava a completare questo interesse». Tanti i pregi di questa esperienza, che va ben oltre il puro aspetto didattico: «Frequentavamo lezioni la mattina e il pomeriggio, unite a laboratorio e gite fuori porta per conoscere meglio il territorio. La Summer School non mi ha preparato direttamente ad affrontare quello di cui mi occupo adesso - afferma Francesca, che lavora come assistente sociale nel comune di un piccolo paese in provincia di Verona - ma ha avuto comunque il merito di completare la preparazione che ho ricevuto in università».