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Alla ricerca di parole ponte
Milano Alla ricerca di parole ponte Giovedì 7 giugno, a Trieste, la seconda edizione di Parole O_Stili con la partecipazione del direttore di OssCom Piermarco Aroldi e della psicologa Simona Caravita . maggio 2018 È il quinto principio del Manifesto della comunicazione non ostile , oggi di grande attualità: “ Quando le parole sono un ponte ”. Sarà questo il filo conduttore della seconda edizione di Parole O_Stili che si svolgerà a Trieste giovedì 7 giugno. L’idea è quella di portare avanti un progetto collettivo che possa proporre pensieri e spunti per contrastare e contrapporsi a messaggi di chiusura, divisione, esclusione sempre più frequenti. Per questo motivo è stato chiesto alla community di Parole_Ostili, formata da professionisti della comunicazione d’impresa e della comunicazione politica, docenti, imprenditori, influencer, blogger, di raccontare qual è la loro “parola ponte”, quel termine che solitamente usano per comprendere, farsi capire, avvicinarsi agli altri. Nell’ambito del panel sul giornalismo, ci sarà poi il lancio ufficiale di Parole in formazione , una vera e propria chiamata al mondo dell’informazione affinché possa farsi portatore di consigli e di un messaggio di sensibilizzazione sul tema dell’utilizzo del linguaggio in rete. Il 7 giugno verrà presentata l’ultima parte della ricerca EU Kids Online , svolta in collaborazione con il Miur, che raccoglie i dati relativi alle competenze digitali dei ragazzi, la mediazione sociale e i rischi online da parte di famiglie e scuola».
Il senso dell’altro, tra muri, dialoghi, paure e ponti
Piacenza Il senso dell’altro, tra muri, dialoghi, paure e ponti Una giornata dedicata alla scoperta dell’altro organizzata a Piacenza dalla facoltà di Scienze della formazione. Un appuntamento ormai tradizionale con cui la facoltà di Scienze della formazione si pone al servizio del territorio che la ospita con spunti e riflessioni derivanti dall’attività di studio e ricerca. Tre i momenti in cui si articolerà la giornata. Nella prima parte della mattina verranno offerti approfondimenti specifici in ambito storico, pedagogico, filosofico e sociologico, intrecciando diverse chiavi di lettura sulla relazione con l’altro e mettendo a fuoco aspetti specifici dell’epoca che stiamo vivendo. La tavola rotonda porrà l’accento su esperienze concrete e particolari di incontro, dove la diversità culturale e identitaria è al tempo stesso sfida e opportunità di crescita. Nel pomeriggio spazio ai laboratori incentrati sui linguaggi del dialogo, passando attraverso l’arte: musica, immagine, teatro e letteratura in cui le arti diventeranno anche ambiente e luogo di esperienza in cui l’incontro si realizza. universita #dialoghi #ponti Facebook Twitter Send by mail Print.
La pace nasce in biblioteca
MILANO La pace nasce in biblioteca Parlano i protagonisti del progetto di valorizzazione del patrimonio librario antico della Custodia di Terrasanta , che hanno realizzato Opac, catalogazione e inventario online dei manoscritti. Succede se i manoscritti sono quelli della Custodia di Terrasanta a Gerusalemme, luogo di incontro e, purtroppo, anche di scontro tra popoli, lingue, religioni e culture. L’anelito di pace, contenuto nel nome della città, ha trovato una risposta nel progetto condotto da cinque anni a questa parte da circa venticinque studenti dell’Università Cattolica guidati dal professor Edoardo Barbieri nella valorizzazione del patrimonio bibliografico dei Francescani di Terrasanta. Alessandro Tedesco ( nella foto sopra, a sinistra) , laurea magistrale in Lettere e ora dottorato in Scienze bibliografiche all’Università di Udine, alla Biblioteca della Custodia di Terrasanta ha svolto per 12 mesi il servizio civile. Un lavoro che ha significato recuperare tutti gli esemplari manoscritti posseduti dalla Custodia, che nel corso dei secoli si sono anche sparpagliati nei vari conventi di Terra Santa, e redigere per ognuno di essi una breve scheda descrittiva contenente dati fisici, qualche sommaria indicazione sul contenuto e qualche foto. Questa dimensione – spiega – è uno dei cardini del progetto: dimostrare attraverso i libri antichi che la convivenza qui è stata possibile e, nel nome della cultura, lo può essere ancora». A riprova di questa affermazione Marcello racconta un curioso aneddoto che è capitato proprio nel lavoro di schedatura dei manoscritti.
Pizzaballa, sos Medioriente
febbraio 2015 «Il timore è che l’Occidente non solo non si renda conto del disastro che si consuma, ma non abbia neppure l’interesse di fermarlo, dopo essersi reso responsabile dell’innesco di questi processi». Se si tratta, come sostiene Papa Francesco , di guerra mondiale a puntate, è una guerra del tutto atipica, fluida, nella quale i nemici di ieri divengono gli alleati di domani, in cui manca chiarezza di obiettivi da raggiungere e gli interessi in campo sono spesso non dichiarati - spiega - . Un’operazione di cui è protagonista l’Università Cattolica con “ Libri ponti di pace: un progetto per Gerusalemme ” (di cui parliamo qui a lato) , che ha coinvolto negli ultimi cinque anni circa 25 studenti dell’ateneo, impegnati sul campo a catalogare un tesoro fatto di manoscritti e volumi a partire dall’XI secolo. L’ingente patrimonio librario e documentale, che copre centinaia di anni di storia, è una risorsa immensa, soprattutto se pensiamo che questa è per definizione la Terra della Parola e della Scrittura, cioè della rivelazione che Dio ci ha consegnata ed è stata qui fissata per iscritto. Di questi gesti profetici dobbiamo farci promotori, sapendo che non sempre saranno accolti dalle parti in conflitto, che non sempre saranno compresi da tutti, ma che sono parte di quella dimensione profetica della vita cristiana che ci è irrinunciabile». Però i cristiani sono sempre di meno… «La confusione che regna a causa delle guerre in atto e dell’incertezza politica porta alla fuga di massa dei cristiani, come di altre minoranze, che sono le prime vittime di questi conflitti, perché sono anelli deboli della catena sociale. Agli episodi di violenza e di intolleranza dobbiamo rispondere con gli stessi atteggiamenti di perdono che ha avuto Gesù, ma anche promuovendo la conoscenza reciproca, perché spesso è l’ignoranza che genera violenza».