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Quando il capo interagisce bene con i collaboratori

È in estrema sintesi l’esito di un recente esperimento condotto dalla professoressa Michela Balconi , docente di Neuroscienze della facoltà di Psicologia dell’Università Cattolica, e dal suo gruppo di lavoro afferente all’ International Research Center for Cognitive Applied Neuroscience (IrcCAN) . Le rilevazioni mediante questa tecnica neuroscientifica sono state effettuate sul campo, in diversi contesti aziendali (in particolare aziende multinazionali del settore comunicazione; aziende di trasporti nazionali; società di consulenza) durante il colloquio di feedback tra capo e collaboratore. Nello specifico nell’esperimento sono state comparate due modalità antitetiche di comunicazione durante la valutazione della prestazione: la presenza (rating) o l’assenza (no rating) di una valutazione della performance in termini numerici; due stili di comunicazione contrapposti, partecipativo o direttivo da parte del capo. In altri termini i nostri cervelli e le nostre risposte corporee ci dicono che, più siamo in grado di sviluppare un “linguaggio” condiviso attraverso la connettività cerebrale e corporea inter-soggettiva, più siamo in grado di riconoscere l’altro, di entrare in empatia, di dare ascolto. In questa direzione IrcCAN sta somministrando una serie di protocolli finalizzati a migliorare le “performance cerebrali” dei cervelli in interazione, mediante lo sviluppo di una nuova applicazione digitalizzata. IrcCAN nasce da un’esperienza consolidata dei ricercatori nel campo del neuromanagement e del new empowerment che trovano applicazione in molti ambiti come lo sviluppo di protocolli per il potenziamento delle funzioni regolatrici dello stress, o della programmazione, o della capacità di gestire un team di lavoro. L’obiettivo di questa disciplina è quello di offrire una prospettiva neuroscientifica per la comprensione e l’integrazione dei meccanismi cognitivi alla base dei pensieri e delle azioni all’interno della teoria organizzativa.

 

La Cattolica in prima linea contro la violenza sulle donne

Il 25 novembre si celebra la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne e il dipartimento e la facoltà di Psicologia dell’Ateneo l’hanno celebrata con l’evento “ Il mondo rosa e il mondo azzurro: dagli stereotipi alla violenza di genere ” che rientra in un progetto sostenuto dalla Regione Lombardia. I dati sono in parte contrastanti: dal report della Polizia di Stato del 2019, si riscontra come dal 2016 al 2019 la quota di vittime di sesso femminile di reati di aggressione sia cresciuta dal 68% al 71%. A titolo d’esempio, secondo i dati della Polizia di Stato gli autori dei reati persecutori indicati dalle vittime sono sconosciuti solo nel 9% dei casi complessivi, a fronte di un 61% di ex partner, 11% di partner non conviventi, 15% di conoscenti o amici, 4% di familiari o parenti (dati Polizia di Stato). I dati di ricerca che abbiamo raccolto come Centro di ricerca CRidee evidenziano, infatti, come l’aggressione impatti in modo significativo le capacità delle mamme che entrano in un programma di protezione di prendersi cura dei figli, soprattutto a causa del rischio di sviluppo di sintomatologia post-traumatica e depressiva. (UNiversità In REte contro la violenza di genere), il cui obiettivo è stabilire un network di atenei italiani che possa favorire l'attuazione della “Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e contrasto alla violenza contro le donne e la violenza domestica” sui tre compiti istituzionali citati prima. Questa visione che schiaccia la molteplicità di ognuno, come ha evidenziato Chiara Rossini di NarrAzioni, si rafforza attraverso il linguaggio che «è in grado di modellare in nostro cervello, le convinzioni e gli atteggiamenti che cambiano il nostro modo di agire e pensare» (Jubin Abutalebi). Un esempio virtuoso è quello del progetto Un.I.Re., Università in Rete, che ha la finalità di istituire e sostenere un network di università italiane che possano condividere attività di ricerca, di formazione e di terza missione su questo tema.

 

Inside Psychology, la nuova newsletter della Facoltà

Psicologia Inside Psychology, la nuova newsletter della Facoltà È partita la prima edizione della newsletter rivolta agli studenti di Psicologia per farli sentire partecipi, anche a distanza, della vita del campus. Inviata anche la versione in lingua inglese by Emanuela Gazzotti | 21 ottobre 2020 La facoltà di Psicologia ricerca sempre nuove idee per essere vicino ai propri studenti. “ Inside Psychology ” è il nome scelto per la newsletter che è partita alcuni giorni fa con il numero 0 e che ha previsto anche una versione in lingua inglese, rivolta in particolare agli studenti del nuovo corso di laurea in Psychology. Prima di tutto teniamo a mantenere il contatto con gli studenti per far sentire loro che la Facoltà è presente con sistematicità e frequenza. E poi vorremmo garantire l’informazione sulle iniziative della Facoltà raccontando eventi quali la nascita di nuovi centri di ricerca, le presentazioni di libri, l’assegnazione di premi, i progetti finanziati ecc.». La newsletter conterrà spunti di riflessione utili alla crescita degli studenti, alle opportunità per imparare e prepararsi alla professione dando un senso alle fatiche che stanno incontrando in questo tempo difficile. Un modo nuovo e curioso per condividere pillole storiche della psicologia e ad un tempo proporre un tour turistico virtuale, soprattutto agli studenti che per la prima volta si avvicinano alla città.

 

Fake news, “alimentiamo” il contagio della conoscenza

ottobre - Giornata mondiale dell’alimentazione Fake news, “alimentiamo” il contagio della conoscenza La facoltà di Scienze agrarie alimentari e ambientali lancia a Cremona una tre giorni di formazione alimentare basate dalla psicologia dei consumi e rivolta a studenti e docenti delle superiori. Parte da qui il progetto Alimentiamo il contagio positivo della conoscenza , promosso dal Comune di Cremona in collaborazione con EngageMinds Hub , il centro di ricerca dell’Università Cattolica focalizzato sulla psicologia dei consumi e dei comportamenti. L’approccio al progetto è decisamente innovativo» spiega la professoressa Guendalina Graffigna , docente di Psicologia dei consumi all’Università Cattolica nei campus di Cremona e Piacenza. Al contrario, il processo formativo previsto dal progetto si configura come fortemente partecipativo e ambisce a generare una sensibilizzazione a cascata con la quale i “formandi” a loro volta diventino “formatori” e possano disseminare le competenze apprese presso le persone con cui sono in contatto. Si tratta dunque di favorire un processo di apprendimento collaborativo attraverso la ricostruzione di un dialogo tra cittadini e scienziati sulla corretta alimentazione». Temi che la facoltà di Scienze agrarie alimentari e ambientali dell’Università Cattolica approfondisce ogni anno in modo interdisciplinare nell’ambito delle sue attività di ricerca e formazione. Di sicurezza alimentare ha parlato anche il professor Pier Sandro Cocconcelli , docente di Microbiologia agraria, intervenendo in diretta alla trasmissione Uno Mattina di Rai Uno (da 1.22'.10").

 

Adolescenti: noia, tristezza e solitudine i nemici da combattere

Adolescenti Adolescenti: noia, tristezza e solitudine i nemici da combattere Tra i più colpiti dalla seconda ondata di restrizioni ci sono i ragazzi che soffrono l’impossibilità di incontrarsi e di esprimere manifestazioni di affetto. Lo sguardo cupo, talora arrabbiato e più spesso rassegnato dei nostri figli è l’inequivocabile segnale che questo momento storico sta compromettendo i loro anni più belli. I bambini e i ragazzi, però, sono il futuro dell’umanità, dunque non ci si può arrendere all’idea che questo presente sia incapace di offrire loro prospettive incoraggianti. Oggi non c’è una prospettiva chiara di tempo e la capacità di adattamento e di resilienza che abbiamo chiesto la prima volta e che loro hanno messo in atto non è scontato che sia assicurata anche la seconda». Inoltre nel contesto sociale dobbiamo considerare che non tutti i ragazzi sono uguali e che a pagare il prezzo di questa fase saranno soprattutto i più fragili. Gli adolescenti hanno un pensiero che potremmo definire binario, quello dell’ “ora o mai più” che crea una sofferenza acuta sul piano emotivo - continua Emanuela Confalonieri -. Questa è un’occasione privilegiata per far capire loro che crescere significa anche imparare ad avere pazienza e procrastinare ciò che oggi non si può attuare.

 

La “user experience” si impara al master Unicatt

Master La “user experience” si impara al master Unicatt Interfacce e modelli di interazione si arricchiscono di una dimensione psicologica. Si tratta di uno dei termini più frequentemente utilizzati nelle strategie di innovazione delle aziende e delle organizzazioni. Che si tratti di sviluppare un sito di e-commerce, un nuovo ambiente di apprendimento digitale, una app o una mostra interattiva l’obiettivo fondamentale è quello di riuscire a realizzare un’esperienza ottimale, ovvero, efficace, emotivamente coinvolgente, esteticamente gradevole, e possibilmente memorabile. Il master offre competenze per la progettazione, la prototipazione e la valutazione di esperienze centrate sulla persona nell’interazione con prodotti e servizi digitali, attraverso una prospettiva che integra il mondo della psicologia con quello del design. Ulteriori caratteristiche del corso sono la vocazione professionalizzante - grazie ai project work e all’esperienza di stage presso prestigiose aziende partner - e la personalizzazione delle competenze, attraverso l’identificazione dei percorsi più adatti alle esigenze formative dello studente e delle sue aspettative di carriera. Il Master offre inoltre la possibilità di entrare a far parte di un’ampia community di professionisti e ricercatori nell’ambito della UX e di essere costantemente aggiornati sui trend emergenti, grazie all’integrazione nel percorso formativo delle UX Talks, seminari tematici tenuti da esperti di rilievo internazionale. Infine, entra in gioco l’abilità di tradurre queste dimensioni psicologiche in elementi di design - interfacce, modelli di interazione, contenuti - che siano accessibili a tutti, facili da usare e da apprendere.

 

Psicologa e documentarista on the road

“In viaggio con la mente ”, questo il titolo del documentario, è un progetto che affronta il dolore dell’esperienza della malattia psichiatrica attraverso la voce di ospiti, operatori e dirigenti di due strutture: la Casa del Paranà a Rosario (Argentina)e l'Hospital San Juan Pablo II di Cuzco (Perù). Nel 2017 ci siamo chiesti: come possiamo coniugarla con il nostro lavoro? così è nata l’idea di un documentario in Sudamerica che toccasse temi etici a cui teniamo molto. Dal 2014 sono volontaria dell’associazione Aiutiamoli Onlus che si occupa proprio di riabilitazione e di risocializzazione di persone con disabilità psichiatrica». A che cosa è dovuta la scelta di indagare queste due realtà? «La casa del Paraná è l'unica Casa Club di tutto il Sudamerica, l’abbiamo scelta perché è un modello positivo. Si ispira alla Fountain House negli Stati Uniti che è stato il primo modello di riabilitazione psichiatrica totalmente innovativo, dove il paziente non è solo l’utente di un servizio ma è membro attivo di una comunità. Che cosa vi aspettavate e che cosa avete trovato? «Quando siamo partiti non ci aspettavamo così tanta partecipazione da parte di tutti, sia professionisti che pazienti. Qual è il messaggio più importante di questo documentario? «Che le emozioni, i problemi e le soluzioni sono gli stessi in tutto il mondo.

 

Al tempo del coronavirus #iosonoengaged

CORONAVIRUS Al tempo del coronavirus #iosonoengaged Tutti possiamo trasformare il momento storico che stiamo vivendo in un’occasione preziosa per imparare a far fruttare diversamente il tempo. La lezione a distanza della psicologa delle organizzazioni Guendalina Graffigna 17 marzo 2020 É un tempo dilatato quello che stiamo vivendo. Un tempo pieno di lavoro e studio da casa. O un tempo da riempire, per anziani e per chi per diversi motivi non ha un’occupazione. Abbiamo chiesto una parola su questo tempo nuovo a Guendalina Graffigna , docente di Psicologia del lavoro e direttore del Centro di ricerca EngageMinds HUB dell’Università Cattolica. coronavirus #iosnoengaged #psicologia Facebook Twitter Send by mail Print.

 

SOS psicologo, l’ascolto continua a distanza

ECATT SOS psicologo, l’ascolto continua a distanza Attivato da EDUCatt lo sportello di Consulenza psicologica da remoto per gli studenti. In questi casi – osserva Farina – “i giovani vivono con l’ansia di dover studiare da soli, a distanza, senza contatti reali con amici e compagni, o con il timore di ammalarsi senza che ci sia qualcuno vicino ad assisterli”. La consultazione avviene tramite la videochiamata, “più efficace dal punto di vista clinico” rispetto alla semplice chiamata vocale: “il silenzio al telefono può risultare un po’ angosciante, invece uno sguardo accogliente comunica partecipazione e attenzione da parte dello specialista”. Il luogo del colloquio psicologico è un luogo “speciale”: “gli studenti possono raccontare sogni, fantasie o paure irrazionali, aspetti intimi che non sempre sono condivisibili con le persone con cui si vive la quotidianità”. Gli studenti che stanno usufruendo del servizio sono molto soddisfatti, così come i loro genitori, che ringraziano l’Università Cattolica per prendersi cura dei figli lontani. I questionari, spediti e compilati on line da parte degli studenti, “sono utilizzati in modo ‘collaborativo’: aiutano i ragazzi ad aprirsi di più e a indagare meglio i punti essenziali di questioni da risolvere”. Per prenotare il primo incontro virtuale gratuito, gli studenti possono scrivere all’indirizzo ascolto@educatt.org (preferenzialmente utilizzando la mail icatt.it) indicando nome, cognome, matricola, sede universitaria di appartenenza, numero di telefono, domicilio attuale e motivo della richiesta.

 

Insegnare l’educazione finanziaria ai bambini

Non stiamo parlando solo di regole, formule e nozioni ma di comportamenti che hanno a che fare con scelte etiche di fondo e che determinano i gesti minuti dell’acquisto, del risparmio, del debito, del differimento della spesa, della previdenza e della solidarietà. Come fare e soprattutto quali modalità didattiche usare lo suggerisce il nuovo manuale Educazione finanziaria: io la insegno! nato dalla collaborazione tra Fondazione Comunitaria Nord Milano, Fondazione Credito Valtellinese e Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio – FEduF con il supporto dell' Unità di Ricerca sulla Teoria della Mente dell’Università Cattolica e dell’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia. Lo studente viene posto al centro dell’azione didattica e il lavoro in classe s’incentra sull’esperienza, contestualizzata nella realtà e sviluppata in modo efficace attraverso l’attuazione di compiti significativi». Il manuale che raccoglie compiti di realtà, unità di apprendimento e racconti da poter utilizzare in classe è scaricabile gratuitamente dal sito www.economiascuola.it . Fondamentale per il progetto è stato il contributo dell’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia che ha supportato sin dall’inizio l’iniziativa fungendo da sintesi e raccordo con le scuole primarie coinvolte. Continua a leggere #educazionefinanziaria #psicologia #soldi Facebook Twitter Send by mail Print.

 

Dieci consigli per l’engagement

La ricerca scientifica dimostra infatti come le persone più “ingaggiate” siano coloro che riescono meglio a gestire le preoccupazioni provocate dall’emergenza pandemica, siano più fiduciosi e collaborativi verso il Sistema Sanitario e più resilienti nell’adattarsi ai cambiamenti di vita che la situazione di rischio richiede. A partire dalla costruzione di un Vademecum che si sviluppa sull’acronimo della parola “engagement”: ogni lettera della parola genera un messaggio chiave, un suggerimento che possiamo adottare nella vita di tutti i giorni per essere ingaggiati in una gestione responsabile di questa emergenza sanitaria. Tale condivisione si inserisce anche in una campagna di sensibilizzazione lanciata dal Centro in partnership con "Obiettivo Salute" di Radio 24 finalizzata a promuovere l’engagement delle persone nella gestione della salute e a sostenere un cambiamento comportamentale più responsabile e aderente alle misure di contenimento al virus. La campagna si configura come un progetto “aperto”: di fatto tutti potranno manifestare con personali contributi il loro essere engaged ( #iosonoengaged ). In questo modo verrà costruita una preziosa testimonianza (rendicontata dalle pagine social del Centro) sullo sviluppo di una virtuosa “pandemia di engagement”: dove l’agente di contagio non è più il virus ma il proattivo impegno a debellarlo. engagement #psicologia #vademecum #ecatt Facebook Twitter Send by mail Print.

 

Outdoor Therapy, perché modellizzarla

A spiegarlo sono Giancarlo Tamanza , direttore del Laboratorio di Psicologia della Cattolica e Gabriella Vincenzi , assistente sociale dell’USSM-Ufficio Servizio Sociale Minorenni del Tribunale dei Minorenni di Brescia, a poche settimane dalla fine della terza edizione di “A PIEDI E IN BICI. Il progetto educativo che abbina la fatica del cammino outdoor ad un percorso psicologico (non meno faticoso) sia individuale che gruppale, ha tagliato con successo il traguardo della terza edizione. Un fatto non scontato, considerato che si tratta di ragazzi inseriti in un percorso obbligato: il rischio è che “facciano i bravi” perché controllati ma poi oppongano molta resistenza nello scorgere il potenziale trasformativo. Vincenzi: «Parlare di risultanze ha inoltre a che fare con la soggettività dei ragazzi: spesso intrattengono rapporti conflittuali o distaccati con i genitori, ma dopo l’esperienza iniziano a sviluppare hobby a contatto con la natura e relazioni positive con gruppi di adulti. Il ché può rappresentare un vantaggio quando si ha a che fare con soggetti che non hanno volontà autonoma di chiedere aiuto, che accettano di affrontare il percorso obbligati dal fatto di essere sottoposti a procedimento penale. Da lì ha inizio un processo di “bonifica” dell’immagine di sé, che spesso coincide con l’immagine stereotipata che la società ha attribuito loro e che inibisce a priori la loro spinta alla relazione». Tamanza: «Ad oggi si tratta di un progetto soggetto a bando, l’ideale sarebbe che a farsene carico fosse un’unione di territori e comuni nel contesto di un piano di zona».

 

Con la resilienza contro Covid-19

MILANO Con la resilienza contro Covid-19 Gli operatori sanitari che nella bergamasca entrano nelle RSA e nelle famiglie con anziani contagiati sono psicologicamente, oltre che fisicamente, molto provati, al limite del burn out . Un percorso di formazione dell’Unità di ricerca della Cattolica by Emanuela Gazzotti | 17 aprile 2020 Un articolato progetto di resilienza parte oggi nei territori italiani più colpiti dal Covid-19, la Val Seriana e la città di Bergamo. Gli operatori sanitari e gli educatori di queste aree in emergenza sanitaria hanno chiesto un supporto agli psicologi dell’Unità di ricerca sulla resilienza del dipartimento di Psicologia dell’Università Cattolica ( RiRes ) sulla base di una pregressa collaborazione. Gli operatori sanitari che nella bergamasca entrano nelle RSA e nelle famiglie con anziani contagiati continuano, infatti, a lavorare per resistenza e inerzia ma sono psicologicamente, oltre che fisicamente, molto provati, al limite del burn out . Questo modello verrà riadattato alla situazione contingente italiana e che si affianca alla guida per Tutori di resilienza, costruita nell’arco di molti anni di esperienza di RiRes nei diversi contesti di vulnerabilità nazionali e internazionali in cui ha operato. L’iniziativa rivolta a circa ottanta Ong che lavorano con le famiglie intende predisporre strumenti divulgativi finalizzati a promuovere processi di resilienza individuale e famigliare e a contrastare le dinamiche disfunzionali che l’emergenza coronavirus e il relativo stato di confinamento possono generare. Si è pensato di attivare i dieci rifugiati accolti, e che ora si trovano soli nei rispettivi alloggi con un senso di vuoto che peggiora notevolmente la loro situazione post-traumatica, attraverso la produzione di mascherine commissionate dalla Croce Rossa.

 

L'ultimo saluto a Rita Ciceri, studiosa della voce

Aveva continuato gli studi di Padre Gemelli sulla voce ed era esperta di Psicologia del traffico, nonché fondatrice di una Unità di ricerca ad hoc 22 luglio 2020 Dopo una lunga malattia è mancata il 22 luglio Rita Ciceri , stimata psicologa dell’Università Cattolica. La sua carriera accademica è cominciata nel 1997 come ricercatrice di Psicologia generale presso la facoltà di Scienze della formazione e dal 1999 presso la facoltà di Psicologia dove è diventata professore di seconda fascia nel 2001. L’interesse per questo argomento l’ha accompagnata per tutta la sua attività scientifica, che si era progressivamente estesa a considerare vari aspetti delle emozioni e della comunicazione, indagati con sofisticate tecniche che hanno costituito il cuore delle competenze del Laboratorio di Psicologia della Comunicazione da lei diretto. Attenta alle implicazioni della ricerca per il miglioramento della qualità della vita, si era occupata delle dimensioni psicologiche del benessere e delle modalità di intervento che lo possono favorire, con una focalizzazione sulle caratteristiche dell’ambiente e degli artefatti. Negli anni più recenti aveva promosso lo sviluppo in Ateneo della Psicologia del traffico, istituendo un’ Unità di ricerca e un servizio di assessment unici in Italia, tramite i quali aveva intessuto un'ampia rete di rapporti, anche internazionali, sia per la ricerca sia per le sue applicazioni. Rita Ciceri ha insegnato Psicologia del benessere soggettivo e interpersonale al corso di laurea magistrale in “Psicologia del benessere: empowerment, riabilitazione e tecnologia positiva”, oltre che Psicologia generale alla triennale in “Scienze e tecniche psicologiche”. È stata membro del Centro studi e ricerche di Psicologia della comunicazione, ha pubblicato libri e saggi su riviste nazionali e internazionali e partecipato a congressi in tutto il mondo.

 

“Siate orgogliosi di essere psicologi”

eCATT “Siate orgogliosi di essere psicologi” Proclamazione 'a distanza' per 19 studenti della Facoltà di Psicologia . Il preside Antonietti : “In questo momento di emergenza la nostra professione può dare il proprio contributo alla comunità” by VALENTINA STEFANI | 01 aprile 2020 La gioia per il traguardo raggiunto e l’emozione forte per il nuovo inizio: il cammino verso la professione. il giorno della proclamazione si ricorderà per tutta la vita. Così, la Facoltà di Psicologia , con il preside Alessandro Antonietti , ha voluto, seppur a distanza, celebrare quel momento. Lunedì 27 marzo scorso, 19 studenti si sono collegati dalle proprie abitazioni per viverlo insieme, in questo momento fragile, tra sorrisi e lacrime, in compagnia di parenti stretti o amici connessi da remoto.

 

Sportello EduCatt e due gruppi social, ecco le iniziative di sostegno psicologico di Unicatt

PSICOLOGIA Sportello EduCatt e due gruppi social, ecco le iniziative di sostegno psicologico di Unicatt Un gruppo facebook della facoltà di Psicologia riservato agli studenti, uno aperto a chiunque vorrà intervenire e uno sportello gratuito di consulenza psicologica offerto da Educatt. La facoltà di Psicologia si è organizzata inizialmente con un gruppo Facebook rivolto ai propri studenti per sostenerli nelle loro attività di studio a distanza, perché possano raggiungere i loro obiettivi, ma anche per supportarli nella difficile condizione di lockdown che sta vivendo il Paese. Il percorso proposto vuole essere uno spazio di condivisione di riflessioni sulla situazione in atto e su ciò che stiamo imparando nel tentativo di dare significato e gestire al meglio la vita quotidiana e lo studio. Gli psicologi sostengono che la flessibilità, l’immaginazione e la creatività aiutano a ragionare, oltre che su quello che possiamo fare, anche su quello che possiamo guadagnare da momenti difficili. Sulla base dell’ottimo riscontro ricevuto dagli studenti sul confronto molto attivo e sullo scambio di esperienze e idee, la Facoltà ha pensato che questa modalità potesse essere utile anche ad altre persone. Per questo ha deciso di sviluppare un altro progetto simile che partirà a breve e sarà aperto a chiunque volesse interagire. Sempre per far fronte alle difficoltà causate dall’epidemia e con l’obiettivo di fornire un supporto professionale alle situazioni di disagio psicologico, EDUCatt ha avviato lo sportello gratuito di Consulenza psicologica - Emergenza Covid - 19 per gli studenti di tutte le sedi dell’ateneo.

 

Caregiver, un progetto per sostenerli

L’attività di cura e assistenza a carico dei caregiver familiari è aumentata sensibilmente a fronte dell’emergenza sanitaria: prima della diffusione del virus SARS-CoV-2 2 caregiver su 3 lavoravano; durante la pandemia il 50% ha ridotto o sospeso la propria attività. Il peso emotivo e pragmatico dei caregiver familiari è oggi più che mai in aumento e necessita di essere preso in carico e gestito - ha dichiarato la professoressa Guendalina Graffigna , Direttore del centro di Ricerca EngageMinds HUB dell’Università Cattolica e Direttore scientifico del Progetto Place4Carers -. Promuovere servizi volti a sostenere il coinvolgimento attivo e positivo (engagement) dei caregiver familiari nel processo di cura è una frontiera di ricerca scientifica e di intervento clinico urgente quanto sfidante: il progetto Place4Cares vuol essere un primo passo in questa direzione». Il progetto è nato, infatti, con l’obiettivo di dare voce ai caregiver familiari al fine di creare, in collaborazione con i servizi socio-sanitari territoriali, una ricetta comune che ha permesso di dare risposte concrete alle famiglie in difficoltà, offrendo percorsi di supporto integrati ed efficaci. La Valle Camonica è stata scelta come caso pilota per sviluppare il piano di azioni previste dal progetto, con l’obiettivo di intervenire a sostegno di caregiver familiari residenti in aree rurali caratterizzate da limiti nell’accesso ai servizi di assistenza. La professoressa Cristina Masella , Politecnico di Milano, ha definito il progetto Place4Careres: «Un esempio di buona pratica che ha dato spunti di innovazione nella direzione di un coinvolgimento diretto degli utenti nel design dei servizi di assistenza». L’obiettivo di Place4Carers fin da subito è stato quello di valorizzare le reti di supporto informale presenti sul territorio camuno, al fine di promuovere l’invecchiamento attivo e in salute delle persone nei luoghi di vita» - ha sottolineato il dottor Massimo Corbo , direttore di Need Institute.

 

Una fiaba e molti giochi al tempo del coronavirus

È con questo messaggio di fiducia che la fiaba Nano Gianni contro i granelli rossi edita da Giunti editore ha scalato la classifica Amazon dei libri per l’infanzia più venduti in Italia e ha conquistato famiglie e bambini. Una situazione che ci riporta istantaneamente con l’immaginazione alla clausura di questi giorni, all’impossibilità di uscire dai confini delle nostre città, alle paure e al disorientamento difficili da decifrare. Il racconto non vuole essere una spiegazione chiara e comprensibile ai più piccoli di quello che sta succedendo a causa del coronavirus. Piuttosto è una fiaba tradizionale e come in tutte le fiabe anche qui sono nascosti i segreti delle narrazioni incisive per la mente in travaglio e le leve più profonde per comunicare con il mondo interiore dei bambini. La fiaba è la possibilità più semplice che ci è data per toccare le emozioni profonde che, in questa dimensione, si liberano fra chi legge e chi ascolta. Il Nano Gianni e i granelli rossi è uno strumenti, una chiave possibile per affrontare e leggere la realtà di un’epidemia come quella del coronavirus che ha travolto inaspettatamente tutto il nostro mondo. Il testo è corredato da concrete proposte di gioco, da sviluppare in famiglia per ventidue giorni, che costituiscono solo uno spunto per suggerire di inventarne altre sempre nuove.

 

Psicologia, su Facebook per dialogare con gli studenti

Questo gruppo vuole essere uno spazio aperto - positivo, flessibile e creativo - in cui si possano condividere riflessioni sulla situazione che stiamo vivendo e su ciò che stiamo imparando da essa, e spunti su come dare significato e gestire al meglio la vita quotidiana e lo studio». Una ricerca svolta in queste settimane da psicologi dell’Università Cattolica evidenzia che le persone che più subiscono gli effetti negativi delle restrizioni di questo momento sono quelle che hanno un atteggiamento molto rigido. È molto facile fare l’elenco di quello che non possiamo più fare, ossia di quello che abbiamo perso. Forse, però, è più utile ragionare, oltre che su quello che possiamo fare, anche su quello che possiamo guadagnare in questo periodo. Anche le riflessioni possono aiutare, magari guidate da alcune frasi che ci guidino nel cogliere nuovi significati in ciò che stiamo vivendo e d’incoraggiamento a farne un’occasione di cambiamento. Che “mulino” nella mia vita la situazione attuale potrebbe mettere in moto? Insomma questo momento storico senza precedenti (la prima epidemia di questa portata nel mondo moderno, può essere anche un’opportunità. Anche gesti apparentemente banali e scontati come studiare, lavorare, svolgere le mansioni domestiche, prenderci cura delle persone accanto a noi possono vestirsi di una luce nuova se compiuti con la cura e l’attenzione che ci fa scorgere gli aspetti positivi.

 

#eCatt, lo psicologo è online

ATENEO #eCatt, lo psicologo è online Studenti ed emergenza sanitaria: attivo lo sportello EDUCatt di Consulenza Psicologica da remoto. Tutte le informazioni sul servizio e come prenotarlo by Valentina Stefani | 01 giugno 2020 EDUCatt , l’Ente per il diritto allo studio dell'Università Cattolica, ha attivato uno sportello di Consulenza Psicologica da remoto per dare supporto agli studenti durante il periodo di emergenza sanitaria. Lo sportello di ascolto, gestito da uno staff di psicologi in tutti i campus, è uno strumento utile per affrontare, con l’aiuto di professionisti, dubbi, incertezze e disagi derivati dal particolare momento in cui ci troviamo a vivere. Per prenotare il primo incontro virtuale gratuito, basta scrivere all’indirizzo ascolto@educatt.org (preferenzialmente utilizzando la mail icatt.it), indicando nome, cognome, matricola, sede universitaria di appartenenza, numero di telefono, domicilio attuale e motivo della richiesta. In questo modo sarà possibile essere ricontattati per fissare una chiamata via Skype o Zoom con lo psicologo di riferimento. Il servizio gratuito, riservato a tutti gli studenti dei Campus Cattolica, non sostituisce quella degli eventuali percorsi personali già attivi presso il Servizio di Consulenza Psicologica, che riprenderanno al termine dell’emergenza. ecatt #psicologia #educatt Facebook Twitter Send by mail Print.

 

“A Piedi” verso un futuro migliore

Laboratorio di Psicologia “A Piedi” verso un futuro migliore Sei giorni, 135 chilometri e 38 ore di cammino sulle sponde del Lago di Garda. Accompagnati da un’équipe multidisciplinare, dieci ragazzi segnalati dal Tribunale del minorenni di Brescia sperimenteranno il viaggio di gruppo come strumento riabilitativo. Fondamentale il contributo scientifico di un’équipe del Laboratorio di Psicologia della Cattolica, sia nelle fasi di preparazione, che in quelle successive alla conclusione del percorso, con la predisposizione di tre incontri con l’equipe multidisciplinare in cui i ragazzi potranno rileggere, analizzare e valutare la fasi dell’esperienza fatta. Per quanto riguarda il primo aspetto verranno misurate comparativamente ( pre e post intervento ) alcune “ variabili leggere ” del funzionamento psicosociale dei partecipanti, indicative di trasformazioni connesse all’esperienza: indicatori della percezione di sé, dell’adattamento psicosociale, della fiducia interpersonale, dell’autostima e del senso di autoefficacia. Sarà inoltre messa a punto un’attività di documentazione sistematica dell’esperienza, mediante l’analisi delle produzioni di testi scritti (diario di bordo a cura dei partecipanti e degli operatori), immagini e video, e l’audio/videoregistrazione degli incontri quotidiani. I dieci protagonisti dell’iniziativa si trovano tutti nella fase di messa in prova , un’opportunità di riabilitazione educativa che consente di scontare la pena, o parte di essa, al di fuori dal carcere. Il fatto che siano tutti maschi e di nazionalità mista rispecchia in toto la situazione attuale: l’80% degli autori di reati compiuti da minori è di sesso maschile e di diverse nazionalità».

 

Giovani e Covid, in cerca di un significato

Un’équipe di psicologhe dell’Università Cattolica ha avviato la ricerca “ Diventare adulti durante il Covid-19: alla ricerca di un significato ” proprio a partire da questo processo per capirne la trama in un momento drammatico come è stato quello del lockdown. La letteratura sul meaning-making process di solito studia l’impatto di eventi eccezionali nelle vite individuali, in questa situazione, invece, la novità è stata proprio approfondire questo studio nel caso di una crisi collettiva» - ha affermato Semira Tagliabue , professore di Psicometria in Università Cattolica e coordinatrice della ricerca. Nella prima fase i partecipanti sono stati suddivisi casualmente in due gruppi, uno giornaliero (che ha compilato un questionario online per due settimane consecutive) e uno “di controllo” (che non l’ha compilato); entrambi i gruppi hanno inoltre compilato un questionario all’inizio e al termine della prima fase». Il 93,2% dei giovani al di sotto dei 25 anni e la maggioranza dei giovani tra i 26 e i 29 anni viveva all’interno della famiglia d’origine. Diverse sono state le esperienze di contagio da COVID-19: il 23,6% dei giovani crede di aver contratto il virus, e di questi il 20,5% ha attraversato la condizione di isolamento forzato. Il campione è principalmente rappresentato da lavoratori nel 46% dei casi, il 32% dichiara di essere uno studente/studentessa, e una buona parte dei partecipanti ricopre il doppio ruolo di studente-lavoratore (10,9%). Nel nostro campione il 34,4% è single, il 5,3% è sposato, mentre tra il restante 60,1% di giovani adulti coinvolti in una relazione sentimentale, sono presenti 105 giovani conviventi (19,7% sul totale).

 

Robot sociali, superuomini al nostro servizio o pericolosi alieni?

Il dibattito Robot sociali, superuomini al nostro servizio o pericolosi alieni? La Human-Centered AI è una visione inclusiva dell ’interazione uomo-robot : sarà la persona a definire obiettivi e vincoli etici della progettazione. luglio 2019 di Antonella Marchetti * La nostra vita quotidiana ci vede da qualche tempo in crescente interazione con una particolare forma di tecnologia: i robot e, in special modo, i robot sociali. Dei “Superuomini” al nostro servizio, secondo un’immaginazione utopica, o dei pericolosi alieni capaci di prendere il potere e assoggettarci, secondo le fantasie maggiormente distopiche. Due fenomeni psicologici saranno a questo riguardo osservabili: da un lato il timore e l’ansia per le novità, che hanno regolarmente caratterizzato gli avanzamenti tecnologici; dall’altro l’animismo, ben studiato da Jean Piaget , cioè la tendenza infantile - mai del tutto sopita - ad ascrivere caratteristiche umane al mondo inanimato. I robot sociali ben si prestano a studiare empiricamente, in situazioni tanto naturalistiche quanto controllate, l’umana attitudine a “umanizzare” la realtà, attribuendole un senso sulla base della propria “ psicologia ingenua ” o Teoria della Mente (l’inclinazione cioè a interpretare il comportamento sulla base di stati interni di tipo psicologico). Si tratta di una visione interdisciplinare e inclusiva dell’interazione uomo-robot, caratterizzata da una quanto mai opportuna centratura sull’umano a vari livelli: di progettazione, di utilizzo, di significazione o attribuzione di senso alle interazioni. docente di Psicologia dello Sviluppo e Psicologia dell'Educazione, f acoltà di Scienze della formazione , direttore dell'Unità di Ricerca sulla Teoria della Mente Secondo articolo di una serie dedicata a come l’intelligenza artificiale ci sta cambiando.

 

Service Learning ad Atene

Volontariato Service Learning ad Atene Dal 6 al 9 aprile tre studenti della Laurea Magistrale in “Psicologia degli interventi clinici nei contesti sociali” hanno svolto attività di volontariato formativo nel quartiere di Neos Kosmos di Atene. L’apertura del servizio è stata possibile grazie all’operato di diversi enti tra cui la Confederazione Italiana Consultori Familiari di ispirazione Cristiana e l’Università Cattolica del Sacro Cuore (CESPEF), rispettivamente rappresentati dal Presidente Don Edoardo Algerie dalla professoressa Livia Cadei . All’interno della struttura abbiamo infatti avuto la possibilità di partecipare attivamente ad alcuni dei momenti salienti della vita del servizio, quali la distribuzione del vestiario e l’attività di doposcuola con bambini e ragazzi durante lo svolgimento di compiti e gioco. La Social House, invece, è un centro di accoglienza per famiglie in difficoltà, che garantisce alle persone un luogo sicuro dove provare a costruire progetti di inserimento lavorativo e sociale. Joseph Bazouzou , punto di riferimento del quartiere che attualmente accoglie circa venti rifugiati siriani in fuga dalla guerra e alla ricerca di un futuro in Europa. Ci siamo immersi in un contesto che è paradigmatico di un’Europa tanto in difficoltà quanto ricca di persone disponibili e propositive, e questo ha fatto nascere in noi molte riflessioni. studenti di Pedagogia interculturale - Laurea magistrale in Psicologia degli interventi clinici nei contesti sociali #psicologia #pedagogia #servicelearnierg #volontariato #esperienze #grecia Facebook Twitter Send by mail Print.

 

La sfida di invecchiare bene

Milano La sfida di invecchiare bene Stili di vita appropriati e ricerca del benessere fisico e mentale possono favorire una migliore qualità della vita tra la popolazione anziana. Si tratta di un tema di cui si era occupato negli ultimi anni il professor Marcello Cesa-Bianchi, uno dei primi psicologi a occuparsi in Italia di invecchiamento, recentemente scomparso, al quale la nostra università conferì, quale allievo di Padre Gemelli, la laurea honoris causa. Invece essa può costituire una potente risorsa per favorire il benessere in questa fase della vita, oltre a essere importante per contrastare la rigidità di pensiero che talvolta limita le opportunità di autorealizzazione nella terza età». Ciò che è interessante è che questi approcci hanno caratteristiche molto diversificate così da permettere agli operatori - o agli anziani stessi - di scegliere quelle che si adattano meglio alla situazione in cui si vive». Per aumentare il benessere delle persone anziane oggi sono disponibili diversi tipi di tecniche come il training per la flessibilità cognitiva, il neuro potenziamento cognitivo, le tecniche di mindfulness, stili di vita attenti all’alimentazione. anziani #psicologia #invecchiamentoattivo Facebook Twitter Send by mail Print XI CONVEGNO DI PSICOLOGIA DELL’INVECCHIAMENTO Ricercatori, clinici e operatori che lavorano nell’ambito dell’invecchiamento normale o patologico si riuniscono il 25 e 26 maggio nella sede di largo Gemelli dell’Ateneo per fornire risposte concrete alle esigenze delle persone anziane e ai loro familiari. L’unità di ricerca sulla Teoria della mente da tempo indaga come si modifica con l’età la capacità di riconoscere gli stati mentali degli altri e di comprenderne così le ragioni del comportamento, una capacità importante per mantenere la competenza sociale.

 

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