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Il ruolo del pedagogista nei servizi alla persona

Questi limiti però possono dare origine a opportunità che migliorino i servizi stessi e la formazione dei futuri professionisti. Lunedì 2 novembre si svolgerà il convegno “Nel limite come opportunità. Servizi alla persona e pedagogisti in formazione” che si potrà seguire su Teams alle ore 10 dal sito unicatt . L’incontro metterà al centro la figura del pedagogista, con particolare attenzione alla situazione che stiamo vivendo. Promosso dalla facoltà di Scienze della formazione e dalla laurea magistrale in Scienze pedagogiche e servizi alla persona, coordinata dalla pedagogista Renata Viganò , l’evento metterà a confronto molti esperti e istituzioni pubbliche come docenti, assessori all’Istruzione, ATS, associazioni e movimenti ecclesiali. pedagogia #serviziallapersona #scienzedellaformazione Facebook Twitter Send by mail Print.

 

Educazione e cultura umanistica per costruire il futuro

Il dialogo online con Viviana Astazi , studentessa della Scuola di Giornalismo Unicatt, e con i partecipanti ha toccato temi come la didattica a distanza, gli sbocchi professionali, il test di ingresso e tanti altri aspetti tecnici legati all’immatricolazione o ai tirocini. Tanti i ragazzi di scuole superiori collegati, con molte domande sul test di ingresso e sui posti a disposizione: «Non garantisco per il futuro – ha risposto a loro Simeone- ma guardando i trend il Ministero dell’Istruzione solitamente ci garantisce 450 posti, suddivisi su Milano e Brescia». Tanto spazio anche per le domande sui tirocini, un punto centrale di tutto il percorso di studi: «Nel nostro campo è la prassi che alimenta la teoria e questo approccio lo coniughiamo in tutti i nostri corsi- ha spiegato il preside-. L’investimento dell’ateneo in termini umani ed economici su laboratori e tirocini è stato ingente e molti studenti, prendendo sul serio l’occasione, hanno ricevuto offerte di contratto già prima di terminare il percorso di studi: «Il nostro è un percorso aperto anche a chi già lavora. Uno degli sbocchi professionali più naturali resta quello dell’insegnamento, la trasmissione di questo grande patrimonio culturale: «Dentro di esso ci sono ciò che l’uomo ha prodotto e pensato in tutta l’esistenza. Chi studia nella nostra facoltà troverà sia professori che hanno sempre coscienza, e la dimostrano con la loro serietà, sia un percorso di studi adeguato alle normative che regolano l’ingresso nel mondo della scuola. Tante domande, raccolte dalla moderatrice Marianna Mancini , studentessa della Scuola di Giornalismo Unicatt, cercavano chiarimenti sugli sbocchi professionali post laurea e Bianchi ha rassicurato: «Oggi il mondo del lavoro è sempre più smaterializzato, legato alla creatività, alla capacità organizzativa e di investimento in risorse di carattere culturale e intellettuale.

 

Scienze della formazione, Domenico Simeone nuovo preside

Ateneo Scienze della formazione, Domenico Simeone nuovo preside Il docente di Pedagogia generale e sociale assumerà la guida della facoltà dal 1° novembre. Succede al professor Luigi Pati by Antonella Olivari | 08 luglio 2020 È Domenico Simeone il nuovo preside di Scienze della formazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore per il quadriennio 2020/21-2023/24. Il professor Simeone, ordinario di Pedagogia generale e sociale nella stessa facoltà che promuove corsi nelle tre sedi di Milano, Brescia e Piacenza, entrerà in carica il 1° novembre. Il rettore Franco Anelli , a nome dell’intera comunità universitaria, si è congratulato con il professor Simeone per il nuovo incarico, augurandogli buon lavoro per il prossimo quadriennio. Simeone insegna nei campus di Milano e di Brescia e nella sede milanese è coordinatore del corso di laurea triennale in Scienze dell’educazione e della formazione. Si tratta della prima Cattedra Unesco a esser assegnata all’Università Cattolica e, in particolare, alla sede di Brescia dell’Ateneo. Dedicata al tema “L’educazione per lo sviluppo integrale dell’uomo e per lo sviluppo solidale dei popoli”, nasce dalle sollecitazioni dell’Enciclica Populorum progressio di Paolo VI e dalla tradizione di impegno negli ambiti dell’educazione e della cooperazione internazionale che caratterizza il territorio bresciano.

 

Da Scienze della formazione al mondo della moda

Employability Da Scienze della formazione al mondo della moda Graziella Rifino , dopo un percorso di studio in cui ha affinato la specializzazione sulla gestione Hr, è oggi responsabile del personale dell'area industriale di Furla spa. Un percorso fatto di idee chiare, di occasioni giuste e di determinazione by Sabrina Cliti | 05 agosto 2020 «Ero l’unica a laurearmi quel giorno quindi avevo tutta la commissione solo per me. Ho discusso la mia tesi sul "Fenomeno del mobbing" per circa un’ora e mezza. Si emoziona ancora Graziella Rifino raccontando la sua laurea, traguardo raggiunto dopo anni di impegno, passione e determinazione, con in mente un obiettivo preciso: occuparsi di formazione del personale. Il lavoro era già dietro l’angolo ad aspettarti... «Sì: qualche giorno prima di discutere la mia tesi, l’ufficio Stage e placement mi aveva informata che il centro di Formazione Cesvip cercava un neo laureato da inserire con contratto a progetto nella loro struttura. Ho avuto poi l’opportunità di lavorare in un altro ente di formazione, per poi passare all’Ufficio personale di Ikea Italia Distribution come Hr Specialist, dove mi sono occupata di formazione, selezione del personale e comunicazione interna». L’aver poi potuto svolgere il mio tirocinio curriculare all’intero di Isvor è stato decisamente utile al mio sviluppo di carriera perché mi ha permesso di toccare con mano il mondo delle Human Resource e mi ha fatto appassionare a questo ambito». Che consiglio daresti a un giovane che sta per scegliere l'università? «Informatevi, confrontatevi con persone che già sono nel mondo del lavoro, non basatevi su opinioni o preconcetti, analizzate attentamente i piani di studio e le possibilità di carriera.

 

Francesca, l’imprenditrice della formazione che ha sfidato il Covid

Dopo la laurea triennale in Scienze dell’Educazione, si è sperimentata come educatrice a tempo pieno presso una scuola d’infanzia paritaria, per poi decidere di tornare sui banchi universitari, quelli della laurea specialistica in Progettazione Pedagogica nei servizi per minori di Piacenza. Adesso, grazie al titolo di coordinatore pedagogico, ho costituito con altre tre socie una società cooperativa, l’Alveare, dedicata al servizio educativo 0-6 anni, raggiungendo con questo traguardo uno degli obiettivi più importanti per me e che mi ha fortemente motivata durante gli studi». Ho iniziato a sperimentarle soprattutto nelle esperienze di tirocinio, nelle attività di gruppo dei laboratori previsti dalla mia facoltà e durante gli incontri dedicati all’ascolto e al dialogo con figure professionali operanti in diversi settori educativi». È stato molto significativo e problematico su tanti aspetti: dalla chiusura totale della scuola fino alla gestione economica dell’attività, risolta grazie alla collaborazione con il comune che ci ha permesso di non chiedere le rette ai genitori durante questo periodo. Quali sono le sfide professionali che ti poni per il futuro? «Le sfide professionali sono molte: la prima sicuramente è quella di garantire un servizio adeguato alle esigenze delle famiglie, soprattutto in un contesto di emergenza come quello attuale. Inoltre c’è il desiderio di far crescere la missione educativa della nostra struttura, attraverso l’apertura di sportelli di ascolto e di sostegno alla genitorialità in collaborazione con gli enti presenti sul territorio». Sono entrata in contatto con questi servizi sia per valutare le proposte lavorative offerte dal territorio sia per richiedere un colloquio di orientamento al fine di valutare eventuali scelte post percorso universitario e per riflettere sulle mie attitudini e competenze personali».

 

Il tirocinio si fa anche con la scuola sospesa

employability Il tirocinio si fa anche con la scuola sospesa È stato così per circa 800 studenti di Scienze della formazione primaria, del campus di Brescia, che hanno accolto la sfida della didattica a distanza per sperimentare nuove metodologie. Si sono messi subito alla prova con il nuovo scenario della scuola “sospesa” e hanno continuato la loro attività formativa inserendosi nella didattica a distanza e progettando con e per gli insegnanti. La creatività nel mio caso, è stata l’arma vincente, mi ha permesso di mettermi in gioco sperimentando e apprendendo nuovi modi di fare didattica superando anche il limite e l’ostacolo della distanza. L’obiettivo è stato infatti quello di essere un supporto per le famiglie e gli studenti regalando loro momenti di gioco e spensieratezza e permettendo loro di diventare per un giorno registi, narratori e attori di teatro. Come prima esperienza di tirocinio direi di poterla affiancare a qualche bel film d’azione, fatto di colpi di scena, di un’avventura fuori dal comune, dove un nemico trama contro noi, ma nonostante gli ostacoli i protagonisti non si arrendono mai». La sospensione dell’attività di tirocinio è stata un’occasione per ricercare una didattica innovativa anche per Andrea Francesca Cabassi , che stava svolgendo il suo tirocinio in una scuola primaria di Rovato. Alla fine devo dire che è stata una bella esperienza poiché mi ha dato la possibilità di mettermi in gioco e di usare una didattica innovativa capace di stimolare gli studenti.

 

Le Cooperative Sociali a caccia di talenti in Cattolica

Piacenza Le Cooperative Sociali a caccia di talenti in Cattolica Recruiting Day, a colloquio con le Cooperative Sociali. luglio 2019 Entusiasmo e grande soddisfazione per la quarta edizione di “In Università Cattolica, a colloquio con le COOPERATIVE SOCIALI”, Recruiting Day organizzato dal servizio Stage &; Placement in sinergia con la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Campus di Piacenza. Colloqui di selezione, orientamento professionale e opportunità di crescita, sono stati infatti i punti focali dell’evento che ha dato l’opportunità ai giovani talenti, motivati e preparati, di conoscere da vicino le realtà aziendali locali che operano nei settori di interesse e instaurare primi rapporti lavorativi. “La responsabilità di Cattolica nell’orientamento dei propri ragazzi e nell’accompagnamento degli stessi all’inserimento professionale rimane sempre un punto fermo – conclude Mauro Balordi direttore di Sede e della funzione Stage &; Placement – e, in un periodo di rivoluzione digitale – continua il dott. Balordi – non vogliamo dimenticarci dell’importanza di investire sempre anche su iniziative che permettano ai nostri studenti e laureati di entrare individualmente e personalmente in contatto con gli attori del mondo del lavoro!” #scienzedellaformazione #recruitingday #cooperativesociali Facebook Twitter Send by mail Print.

 

Valentina, “vicino” ai disabili anche in tempi di Covid-19

Eppure – in questa fase di pandemia come in situazioni di normalità – anche gli educatori e le educatrici professionali all’interno delle strutture diurne e residenziali per pazienti affetti da tipologie di disabilità, sono chiamati a garantire un servizio di assistenza alla persona 7 giorni su 7 per 365 giorni l’anno, festivi compresi. Lettura di libri, dialogo, uso del computer, lavori manuali e disegnati, visione di film e ascolto di musica sono le attività che attualmente svolgiamo per gestire il tempo e stemperare la quotidianità dei pazienti che usufruiscono del servizio residenziale. Solitamente oltre ai quattro appartamenti protetti, la Fondazione gestisce anche il centro diurno disabili (CDD) il centro socio educativo (CSE), il centro diurno per anziani, il servizio di fisioterapia e a riabilitazione, oltre al servizio di assistenza specialistica ad personam nelle scuole e al servizio domiciliare. Qual è la difficoltà maggiore riscontrata? «È stato difficile far capire ai nostri ospiti che devono tenere la distanza di sicurezza tra di loro e con noi; alcuni sono molto amichevoli, cercano il contatto e questo ora non è più possibile. Del resto, se subire restrizioni è stato complicato per tutti, proviamo ad immaginare l’impatto che può aver avuto su soggetti che presentano fragilità pregresse…» Una laurea triennale in Scienze dell’educazione , seguita dalla magistrale in Progettazione pedagogica e formazione delle risorse umane, entrambe conseguite alla Cattolica di Brescia. Non si capiva - né inizialmente ci è stato indicato - quali attività mantenere in vigore e quali sospendere, con quali strumenti e modalità operare con persone e pazienti con cui, per la natura stessa del mestiere, è evidentemente difficile mantenere una distanza. Qualcuna di noi ha inoltre paura di non reggere psicologicamente di fronte alla sofferenza del paziente: lavorare a così stretto contatto con le persone – conoscendone giorno per giorno la quotidianità, ascoltandone pensieri e impressioni per aiutarle a relazionarsi con le persone e col contesto – significa anche questo.

 

Per una scuola a distanza oltre le distanze

Sollecitate dalla professoressa Elisabetta Musi e dalla tutor Anna Paratici , senza indugio e nonostante i limiti imposti dal Covid-19, hanno aderito prontamente al progetto Young Educators Project per l’affiancamento didattico degli studenti delle scuole elementari. Le nuove tecnologie hanno tentato di sopperire alla distanza e all’isolamento sociale e il personale dei servizi educativi e scolastici ha tessuto con perseveranza e tenacia una trama invisibile di contatti e dialoghi con bambini, bambine», ha dichiarato la professoressa Musi. Ma la situazione, lo sappiamo, è complicata: alcuni bambini, nonostante la scuola abbia fornito i supporti informatici, non sono in grado di usarli, alcuni genitori sono assorbiti da occupazioni, preoccupazioni, attività di accudimento e cura, e faticano a sostenere i più piccoli nei loro compiti. Relazione, empatia e regolarità sono le parole che secondo Giorgia Labrugo , studentessa dell’ultimo anno di magistrale, ben identificano il senso di questo percorso. Ho partecipato al primo video saluto di classe: i bambini erano entusiasti di rivedere compagni e maestre, ma anche tristi per l’impossibilità di tornare in aula. Ma soprattutto erano felici di sapere che non ci si fosse dimenticati di loro! Mi hanno accolta con curiosità e con un gruppo di loro mi incontrerò durante i pomeriggi per supportarli in questo ultimo mese di scuola». Un esempio concreto di cittadinanza attiva, in cui giovani laureande si sono fatte guidare dal senso di responsabilità per mettersi in gioco al servizio dell’altro in modo gratuito.

 
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