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Il crowdfunding sui social in epoca Covid
STUDI E RICERCHE Il crowdfunding sui social in epoca Covid Gli studenti di CIMO hanno elaborato un’analisi comparativa su facebook, instagram e tik tok delle 99 campagne di fundraising attivate in Italia dal 14 al 31 marzo per sostenere le strutture sanitarie. L’iniziativa dei “Ferragnez” quella con più donatori by Bianca Martinelli | 21 aprile 2020 Sono 99 le campagne di crowdfunding e fundraising attivate in tutta Italia tra il 14 ed il 31 marzo 2020 per contrastare l’emergenza da Covid-19. Di queste, ben 31 hanno preso vita nella regione Lombardia, 82 su 99 hanno avuto come obiettivo quello di finanziare gli enti ospedalieri e i reparti di terapia intensiva, mente le 17 rimanenti sono risultate a favore di associazioni impegnate a vario titolo nell’emergenza sanitaria, della Croce Rossa Italiana e della Protezione Civile. Dopo comparazione delle varie iniziative gli studenti hanno inoltre operato un focus su una campagna che, oltre che di grande successo, è risultata esemplare per raccontare il binomio sociologia-nuove forme dell'economia digitale. Più nello specifico, nel caso dei Ferragnez dal 9 al 30 marzo sono stati registrati 104 donatori che hanno devoluto un importo da 1.000, mentre dal 23 al 30 marzo sono state 568 le donazioni a partire da un importo di 5 . Le donazioni maggiori sono state piuttosto frequenti nei primi giorni di lancio della campagna, al contrario le donazioni di importo minimo sono state costanti, subendo un calo solo verso gli ultimi giorni. È emerso come i commenti, unitamente al picco di donazioni dei primi giorni, siano diminuiti progressivamente; mentre dal punto di vista dei contenuti hanno prevalso i messaggi di speranza.
Basta con le Parole O_Stili
Parla Giovanna Mascheroni di OssCom, in occasione dell’evento di Trieste del 17-18 febbraio sullo stile di stare in rete. Alcuni (pochi) commentatori ancora sostengono la cosiddetta teoria della pentola a pressione, tale per cui hate speech e fake news non sarebbero altro che una valvola di sfogo della violenza necessariamente presente nella società, e servirebbero quindi a prevenire l’attualizzazione della violenza in forme fisiche e più estreme». E invece? «Per i più la normalizzazione di hate speech e fake news nei social media non rappresenta solo un preoccupante veicolo di radicalizzazione delle opinioni, ma anche una violazione della libertà di informazione e di espressione. La stessa libertà di espressione a cui si appellano i diffusori di hate speech e fake news quando i loro account sui social media vengono bloccati e sospesi, come nel caso di alcuni esponenti dell’Alt Right statunitense i cui account Twitter sono stati bloccati». Nella ricerca FIRB WebPolEU : Comparing Social Media and Political Participation across EU da me condotta, gli intervistati di 14-25 anni dichiaravano di auto-censurare le proprie opinioni politiche e di astenersi dalla partecipazione a discussioni politiche online per evitare di essere bersaglio di hate speech». Gli algoritmi di identificazione di hate speech e fake news sono inaccurati nonché problematici, perché potenzialmente lesivi della libertà di espressione e di informazione. Un appuntamento seguito dall’organizzazione di singoli panel che avranno lo scopo di far dialogare e confrontare professionisti e personalità di diversi settori a cui le parole e il linguaggio stanno a cuore.
Instagram sul lettino dello psicologo
A partire dai risultati di uno studio, pubblicato su una rivista internazionale che abbiamo condotto con l’obiettivo di indagare come il corpo venisse rappresentato su Instagram, ci siamo resi conto dell’importanza di raccontare quali fossero i processi psicologici implicati nell’utilizzo di questo social network. A oggi la ricerca di un equilibrio di sé non avviene più all’interno di comunità fisiche, come l’oratorio o il parco, ma avviene in comunità digitali, create dai social stessi. Cercare una propria definizione all’interno di questi contesti digitali può influenzare sia il modo in cui gli adolescenti sperimentano il mondo e le emozioni che provano, sia il ruolo che occupano all’interno di queste comunità digitali di cui fanno parte. La ricerca approfondisce questi cambiamenti, soprattutto rispetto alla costruzione dell’identità personale, al riconoscimento delle emozioni e alla costruzione di una identità sociale, ormai lontana dal concetto di “essere” e sempre più vicina al concetto di “esserci”. Il libro vuole essere una guida per genitori e insegnanti che vogliono comprendere gli effetti di Instagram sugli adolescenti, ma anche uno spunto di riflessione per quegli psicologi ed educatori interessati alle dinamiche psicologiche implicate nel suo utilizzo. Partendo da una panoramica sui social, nel libro viene approfondito innanzitutto il ruolo assunto da Instagram nelle relazioni e nel processo di costruzione identitaria degli utenti. All’interno del volume si possono trovare box esplicativi con esercizi e consigli di ordine pratico, suggerimenti bibliografici, e spaccati di vita degli utenti utili per il lettore per comprendere l’uso e le implicazioni di Instagram.
Instagram on the Psychologist's Couch
Based on the results of a study published in an international journal, which we conducted with the aim of investigating how the body was represented on Instagram, we realized the importance of telling what were the psychological processes involved in using this social network. Instagram is a daily pastime in the life of adolescents and is intertwined with some fundamental aspects of their development, such as self-discovery, identity building, and body development. The research looks more closely into these changes, especially with respect to the construction of a personal identity, the recognition of emotions and the construction of a social identity, now far from the concept of "being" and increasingly close to the concept of "being there". The fusion between online and offline life has in fact caused a multiplication of identities with repercussions on personal and social relationships: from emotional illiteracy, to issues related to self-esteem and body acceptance, up to dynamics such as sexting or grooming. The book aims to be a guide for parents and teachers who want to understand the effects of Instagram on adolescents, but also a food for thought for those psychologists and educators interested in the psychological dynamics involved in its use. Starting from an overview of social networks, the book explores the role assumed by Instagram in the relationships and in the identity building process of users. The volume includes explanatory boxes with practical exercises and advice, bibliographical suggestions, and a cross section of users’ lives, which can be useful for the reader to understand Instagram’s usage and implications.
Contro le bufale della rete
marzo 2016 di Pier Cesare Rivoltella * Dall’annuncio di Facebook sull’introduzione del bottone “non mi piace” alle ultime parole di Steve Jobs prima di morire, dalla fotografia dell’alba su Marte alle margherite mutanti di Fukushima. Una bufala è un’informazione fasulla, palesemente inventata, serve a condurre dove si vuole il destinatario, proprio come si fa con un bovino prendendolo per l’anello che gli è stato infilato nel naso. Il web ne è pieno, come di informazioni non verificate, o semplicemente di informazioni che non si possono ritenere tali. Di qui la necessità di imparare a selezionare quel che serve da quel che al momento non serve, ma che non per questo non potrà servire in futuro. Di qui discende la necessità di imparare a utilizzare e organizzare il tool dei preferiti sul proprio browser o, se intendiamo mettere a disposizione di altri navigatori il risultato delle nostre ricerche, di adottare sistemi che ci consentano di condividerli (come i già citati Delicious e Mendeley). Selezionando una parte del testo trovato, copiandola e incollandola nel browser, è possibile accorgersi se sia presente in altre pagine web e in che rapporto stia (di copia o di originale) rispetto a quelle pagine; - l’attendibilità dell’autore. Essere avveduti e consapevoli quando si naviga nel web alla ricerca di informazioni è una dimensione importante della Information Literacy , a sua volta parte del più ampio concetto di Media Literacy .
Posto, dunque sono
Brescia Posto, dunque sono Due appuntamenti a Brescia illustrano agli studenti i rischi e la potenzialità connesse alla gestione della propria reputazione online. by Bianca Martinelli | 12 ottobre 2016 Nell’era del digitale, dei social network, delle informazioni virali grazie ai motori di ricerca, e della tecnologia in rapida, rapidissima evoluzione, anche il mondo del lavoro ha aggiornato le proprie modalità di reclutamento del personale. A Brescia l’incontro Think before you post! , titolo che suona come un monito, ha illustrato agli studenti come utilizzare e gestire la propria reputazione digitale e curare al meglio la propria immagine nel grande calderone del web, anche in un’ottica lavorativa. In questo senso la valutazione non è solo sulla presenza, ma anche sull’assenza…essere esclusi dai social network oggi significa essere fuori dal mondo». Occorre tenere privato tutto ciò che è molto personale, come le vacanze o le feste con gli amici, anche perché dai social chiunque può salvare sul proprio pc, a nostra insaputa, le nostre foto. Altra cosa: dare valore alle caratteristiche utili per la professione per cui ci vogliamo candidare… Se ci si vuole candidare come guida turistica, sarà utile mettere in mostra la conoscenza delle lingue, se invece voglio candidarmi come hostess per fiere ed eventi potrebbe essere utile avere una bella presenza». L’iniziativa, gratuita, è stata organizzata dal Comitato Università Mondo del Lavoro in collaborazione con Adecco, ed è rivolta agli studenti e ai laureati dell’Università Cattolica.
Il segreto per il lavoro? Lo stage in digitale
Cattolicapost Il segreto per il lavoro? Lo stage in digitale Secondo la sociologa Ivana Pais , entrare nei gruppi LinkedIn o Fb di settore mentre si studia è come fare un tirocinio online: si impara e si fa network per trovare occupazione. La tesi è un progetto che permette di inserirsi in un ambito professionale, specializzarsi e costruire reti professionali indispensabili per trovare lavoro» afferma la sociologa, che offre un “ piccolo consiglio operativo ” agli studenti: « Iscriversi ai gruppi LinkedIn o Facebook di riferimento per il proprio settore . Parlando di lavoro e di futuro, quali sono le trasformazioni sociali in atto e come coinvolgono le nuove generazioni? «Il focus della mia attività di ricerca è l’impatto della digitalizzazione. Il digitale sta introducendo nuove aree e figure professionali, sta trasformando processi tradizionali e sta anche portando alla scomparsa di attività in via di automazione. Un tratto che caratterizza le nuove generazioni è la difficoltà di accesso al mercato del lavoro e alle organizzazioni tradizionali ma – al tempo stesso – l’abbassamento delle barriere per la creazione di nuove attività e nuove imprese». Come orientarsi allora al futuro? Chi si è imbattuto in questi ultimi mesi nel nostro Ateneo, chi è entrato in relazione con le sue strutture, con le sue attività, con i suoi corsi che cosa ha trovato? Probabilmente ha scoperto un cantiere, un sito in costruzione. C’è fermento, ci sono persone in movimento, progetti che stanno nascendo, rapporti che si stanno creando, idee che si fanno strada.