MILANO

Serena Vitale, la passione e il coraggio

Sulle tracce di Majakovskij, la slavista, per tanti anni docente di lingua e letteratura russa in Cattolica, ha presentato il suo ultimo volume Il defunto odiava i pettegolezzi. Il tributo di allievi e colleghi che le hanno dedicato un volume
Serena Vitale, la passione e il coraggio

Intorno alla morte del poeta russo Majakovskij è sempre rimasto un alone di mistero: tra illazioni e mezze verità, il suicidio con un colpo di pistola vicino al cuore ha lasciato sempre dei dubbi. Soprattutto sulle ragioni del gesto. Di pettegolezzi intorno alla sua morte se ne sono fatti molti, tra cui l’ipotesi di omicidio, di suicidio per amore o per una malattia a cui preferì sottrarsi. E dei pettegolezzi cerca di sbarazzarsi il libro di Serena Vitale Il defunto odiava i pettegolezzi, presentato in Università Cattolica giovedì 10 dicembre. 

Il titolo del volume richiama il celebre incipit della lettera di addio di Majakovskij: «A tutti. Se muoio non incolpate nessuno. E per favore, niente pettegolezzi: il defunto non li poteva sopportare». Per fare chiarezza sul suicidio del poeta l’autrice, per anni professore ordinario di letteratura russa all'Università Cattolica e celebre slavista, ha deciso tuttavia di affrontare il tema della sua morte proprio attraverso quelle dicerie. 

In una forma ibrida che spazia tra la narrativa e il saggio, la scrittrice fonde i versi di Majakovskij con le citazioni e i documenti dei pettegolezzi nati dopo la morte. Di forma ibrida è anche la presentazione del libro. A fianco di Serena Vitale e degli altri ospiti - lo psichiatra e scrittore Eugenio Borgna e il poeta Davide Rondoni - interviene anche l’attore Luca Klobas, che interpreta durante l’incontro alcune delle poesie più significative del poeta russo, citate nel libro di Serena Vitale. 

Nel volume l’autrice affianca alle poesie i documenti, le lettere, le testimonianze delle persone che hanno accompagnato la vita di Majakovskij, cercando di ricostruire il percorso della vita della sua vita fino allo sparo, mentre durante l’incontro le poesie lette da Klobas si alternano ai filmati sul poeta russo e agli interventi degli ospiti. 

Borgna sottolinea come il suicidio, anche in questo caso, sia non un enigma da risolvere, ma un mistero insondabile: la lettura di due poesie, Conversazione con l’ispettore delle finanze e Di questo (versi 1762-1797), scritte in due momenti diversi della sua vita, mostra due atteggiamenti completamente diversi di fronte alla morte, uno struggente e appassionato, l’altro freddo e distaccato. Attraverso la lettura delle poesie e la lettura del libro non si risolve il mistero, ma si esce affascinati dalle emozioni e dalle passioni che hanno contraddistinto la vita del poeta prima del suicidio. Ciò che emerge, infatti, anche secondo Rondoni, è il ritratto di un uomo calato nelle proprie passioni, immerso, però, nell’epilogo della sua vita, in un contesto opprimente e atroce. 

A fine incontro i colleghi dell’Università riservano a Serena Vitale una gradita sorpresa: in occasione della conclusione del suo insegnamento in Università Anna Bonola e Maurizia Calusio, insieme ad altri colleghi e studiosi, hanno ideato e stampato il libro Il nostro sogno di una cosa. Saggi e traduzioni per Serena Vitale, composto da saggi di professori e studenti, da saggi inediti e traduzioni della stessa Serena Vitale e da alcune recensioni dei suoi lavori. Commossa, la grande slavista ha confidato che «negli anni qui in Cattolica mi ha arricchito molto il confronto con i ragazzi. Anche se ci vuole pazienza, la loro crescita può dare molte soddisfazioni».

E, a noi che gli chiediamo, a margine dell’incontro, del lascito del poeta Majakovskij, afferma che «il suo più importante insegnamento è di avere coraggio e passione». «Soprattutto in questo periodo fortemente post ideologico - conclude - la lettura di Majakovskij insegna a seguire con tenacia le proprie idee. In generale la letteratura russa è una letteratura passionale e intensa, chi sceglie di studiarla sa che questa è la sua peculiarità». 

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