La ministra per l’Integrazione Cécile Kyenge è intervenuta oggi alla conferenza “I percorsi di salute dei richiedenti asilo e rifugiati”, che si è svolta al Policlinico A. Gemelli. Il convegno è stato promosso dall’Università Cattolica del Sacro Cuore e dal Centro di ricerca universitario Health Human Care and Social Intercultural Assessments (Hera), con il patrocinio del ministero.

Nel corso della conferenza, il capo della Struttura di Missione del ministro per l’Integrazione, Patrizia De Rose, ha firmato con il rettore Franco Anelli un protocollo di intesa tra Struttura da lei diretta e l’Università Cattolica del Sacro Cuore – facoltà di Medicina e chirurgia e Policlinico universitario “A. Gemelli”. Una firma che avvia un dialogo con un centro di ricerca e cura tra i più importanti in Italia perché prosegua e rafforzi la propria attività di studio e di servizio in favore delle persone svantaggiate e a rischio di marginalità sociale.

L’obiettivo del protocollo è quello di evidenziare che l’integrazione è un valore di riferimento per l’intera società italiana, indipendentemente dalla provenienza di coloro che vi risiedono, e che l’esclusione sociale impedisce il realizzarsi di quella coesione economica, sociale e territoriale cui la Costituzione italiana e il Trattato Ue costantemente si richiamano.

«La tutela alla salute è un diritto inviolabile non una conquista - ha ricordato la ministra Kyenge, laureata in Cattolica a Roma - dichiarando nel suo intervento : «la salute deve essere garantita a tutti, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. Ritengo che la firma del Protocollo d’Intesa rappresenti un passo importante  verso la coesione economica, sociale e territoriale voluta dalla nostra Costituzione».

«Gli aspetti sanitari legati alla condizione delle persone migranti sono rilevanti ai fini del superamento delle disuguaglianze - spiega Emanuele Caroppo, segretario generale del Centro Hera - e costituiscono un fattore di integrazione e coesione sociale favorendo l’accesso ai servizi sanitari a vantaggio non solo dei migranti, ma di tutti i cittadini».

Ricerche scientifiche rivelano che le persone svantaggiate hanno un minore accesso all’assistenza sanitaria, si ammalano di più e più gravemente e muoiono precocemente rispetto a coloro che godono di una posizione sociale più privilegiata. 

GLI AMBITI DI ATTIVITA’ PREVISTI DAL PROTOCOLLO D’INTESA
Data la necessità di affrontare le problematiche dell’emarginazione sociale e le sue ripercussioni sulla salute, nell’ambito del protocollo d’intesa si propone un articolato insieme di attività di ricerca, assistenza e formazione.

RICERCA
È prevista attività di ricerca e consulenza sugli interventi di assistenza socio-sanitaria e socio-assistenziale nell’ambito della promozione della salute mentale, a favore di soggetti appartenenti alle categorie di vulnerabilità. Tale finalità verrà realizzata in collaborazione con il Centro Hera.
Inoltre si intende fornire supporto e consulenza in ambito metodologico e di analisi dei dati per Progetti di Ricerca e di Ricerca-Azione rivolti a soggetti vulnerabili e a diverso titolo vittime di emarginazione sociale. Tale finalità verrà realizzata grazie alla collaborazione del Centro di Salute Globale e dell’area di Epidemiologia del Dipartimento di Sanità Pubblica del Policlinico “A. Gemelli”  - UCSC. L’attività di consulenza verrà offerta sia internamente al Policlinico, ma anche a soggetti terzi che richiederanno di volta in volta tale supporto.
Vi saranno attività di supporto ai Policy Makers nell’individuazione di buone pratiche internazionali per sostenere eventuali proposte innovative sui temi di interesse sul territorio nazionale.
E tra le altre attività sarà offerto anche supporto scientifico per la realizzazione di campagne di sensibilizzazione sul tema dell’integrazione.

ASSISTENZA
Sono previste attività volte a potenziamento, sperimentazione e valutazione di un modello esportabile, interno alla struttura ospedaliera e integrato con il territorio, che garantisca una più facile presa in carico di pazienti con particolari condizioni di vulnerabilità (disagio mentale, condizioni abitative insufficienti, assenza di rete di sostegno familiare, condizioni di disagio sociale), integrando anche i contributi che il privato sociale e i servizi di volontariato già operanti sul territorio saranno in grado di fornire.
È previsto il potenziamento di attività volte all’educazione alla salute e ai corretti stili di vita nonché di prevenzione delle patologie croniche e di accesso allo screening precoce rivolte alle fasce di popolazioni più svantaggiate (quali ad esempio migranti,  rifugiati e richiedenti protezione internazionale, donne, bambini, anziani con fragilità sociale). Il tutto con azioni di collegamento con il territorio al fine di promuovere l’empowerment degli individui intercettati nel proprio contesto di riferimento.
Vi sarà un piano di assistenza socio-assistenziale con riferimento alla tutela della salute mentale a favore delle categorie vulnerabili tra cui non cittadini, donne e minori.
Saranno avviati interventi e programmi di assistenza specifica per prevenzione, diagnosi precoce e cura della depressione post-partum nelle donne cittadine e non cittadine e per l’assistenza psicologica alle vittime di mutilazioni genitali femminili e torture fisiche legate al percorso migratorio. Saranno attuati interventi di chirurgia ricostruttiva in sinergia con l’assistenza psicologica.
Vi saranno attività più specificatamente rivolte ai minori (seconde e terze generazioni), al fine ad esempio di prevenire la dispersione scolastica.

FORMAZIONE
Data l’esperienza dell’Università Cattolica in materia di formazione sui temi delle diseguaglianze in salute, della medicina delle migrazioni e della salute globale, l’attività formativa risulterà uno degli elementi cardine. In particolare verranno sviluppate e implementate attività di formazione dedicate al personale sanitario sui temi essenziali per favorire una migliore presa in carico di soggetti ai margini. La formazione verrà promossa anche nel pre-laurea con corsi sia extra-curriculari che curriculari rivolti ai diversi professionisti sanitari. L’intervento formativo si avvale della competenza, in riferimento ai fenomeni migratori, del Master universitario di II livello “Politiche migratorie, Human care e Management sostenibile” dell’Università Cattolica di Roma. Qualora richiesto potranno essere sviluppate attività di formazione e di aggiornamento rivolte anche a settori della società civile.

Il discorso della ministra Kyenge ( KB)